sabato 28 maggio 2011

Le donne di cui i media non parlano in Italia: Siham Sergewa, coraggiosa eroina dei nostri tempi.

                                         di Sergio Di Cori Modigliani


Questa donna si chiama Siham Sergewa.
In Italia nessuno sa chi sia. Di lei non si è parlato, non è stata intervistata. Nessuno sa neppure che esista.
Eppure è salita alla ribalta della cronaca quotidiana dell'informazione in tutte le democrazie avanzate d'occidente.
L'intervista che ha rilasciato a una giornalista di CNN circa dieci giorni fa, è stata venduta a 47 nazioni, teletrasmessa in prima serata, suscitando dibattiti, confronti, discussioni.
L'Italia è l'unico paese del Consiglio d'Europa (insieme alla Romania) che non ha acquistato i diritti.

Ma chi è questa donna?

Laureata in Psicologia Dinamica all'univesrità di Londra, specializzata in Psicologia comportamentale e della relazionalità all'Università del Cairo, Siham Sargewa è una cittadina egiziana, di religione mussulmana, proveniente da una famiglia ricca della buona borghesia del suo paese.
Ai primi di gennaio si trovava in Lybia, a Bengasi per la precisione, quando sono iniziate le rivolte armate contro il rais di Tripoli.
Lei ha deciso di rimanere nella città potendo contare sull'ospitalità diplomatica nella sede del consolato della repubblica d'Egitto.
E' stata quindi testimone della rivolta, dell'arrivo delle truppe di Gheddafi, degli scontri, dei successivi bombardamenti della Nato e della definitiva vittoria dei ribelli con la fuga dell'esercito di Gheddafi in rotta.
Quando la Comunità Europea ha deciso di riconoscere il governo della Cirenaica ha inviato un proprio alto commissario, di mazionalità spagnola, Veloso, il quale si è trovato davanti una accapricciante situazione.
Un enorme degrado, un numero molto alto di persone torturate, voci su donne vittime di stupro di massa.
Ha chiesto subito a Bruxelles di inviare delle donne dall'Europa con due precise qualifiche: laurea in psicologia, perfetta conoscenza dell'inglese e dell'arabo.
Da Bruxelles hanno risposto che nesuna era disposta ad andare a Bengasi. Troppo rischioso.
Venuta a sapere della richiesta da parte dell'alto commissario, Siham Sargewa si è presentata volontaria, mettendosi a disposizione.
E così è stata assunta.
Per quaranta giorni è andata in giro su una jeep militare visitando 234 villaggi della zona (ancora sotto le bombe) nei quali erano arrivate le truppe di Gheddafi prima del contrattacco nemico. Ha parlato con al gente ed è riuscita -grazie alla sua competenza- a ottenere delle confessioni.
Ha fatto trasferire circa 500 donen in una zona sicura dove è riuscita a convincere l'Alto Commissario a far venire dall'Europa ("non abbiamo bisogno soltanto di bombe") psicologhe e infermiere che parlassero arabo. Ne hanno trovate due. Altre quattro le ha trovate su internet e le ha fatte venire dall'Indonesia, dall'Iraq, dall'emirato dell'Oman.
Ha messo su un gruppo di assistenza e ha preparato un libro bianco e un dossier sul comèportamento dell'esercito libico. E' venuto fuori che alle proprie truppe, Gheddafi ha dato l'ordine militare di bere una specie di sciroppo afrodisiaco composto da frutta e pillole di viagra "regalando" loro il diritto allo stupro. E così i soldati sono entrati nei villaggi hanno preso i maschi, alcune volte li hanno uccisi; altre ancora li hanno legati a un palo facendo loro assistere allo stupro di massa delle donne.
La Dott. Siham Sargewa ha raccolto finora 34.000 confessioni raccontando in televisione le orribili vicende della esperienza personale di queste donne.
I governi della coalizione militare hanno deciso alla "quasi" unanimità di diffondere questo video intervista perchè la gente venga informata e sappia ciò che là succede.
L'Italia è l'unico paese nel quale non eè stata diffusa la notizia, non sono state rilasciate cifre, non è stato fatto circolare il video.
Richiesti di un parere, all'ufficio stampa del Minsitero degli Affari Esteri e della Difesa, i portavoce hanno risposto "è stata una scelta strategica, non vogliamo impressionare la popolazione italiana. l'abbiamo fatto per cautelare i nostri cittadini".
Novità del 2011: adesso la censura contro lo stupro la chiamano "scelta strategica".

raglia raglia Giovane Itaglia!!

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