mercoledì 18 maggio 2011

Questa è la donna più odiata dai maschi europei che contano. Eppure grazie a lei è probabile che la Grecia e il Portogallo si salveranno dalla bancarotta

di Sergio Di Cori Modigliani

Questa signora si chiama Elena Salgado, laureata in economia e finanza, ottima specializzaione a Harvard in business admin istration, di prfeissione fa l'attivista politica. E' la ministra delle finanze del Regno di Spagna e uno dei 179 membri esecutivi di Ecofin. Per chi non lo sapesse, "Ecofin" è un organismo europeo che raduna i ministri delle finanze, delle'economia e i principali presidenti e cvonsigli di amministrazione delle banche europee. Tutti insieme prendono delle decisioni che poi vengono trasferite al Presidente della Banca Centrale Europea che stampa gli Euro. Per dirla in sintesi: è il parlamento finanziario europeo che decide quanto valgono e varranno i nostri soldi, stabiliscono se dare o meno finanziamenti ai singoli stati, quali sono le nazioni europee che meritano fiducia e credito e quali no, e via dicendo. Dipende dal Fondo Monetario Internazionale e rappresenta il fiultro trala Banca Mondiale e la Banca Europea. E' l'organo più importante del continente europeo in manteria finanziaria. Il 72% dei componenti questa prestigiosa assise di cervelloni è composta da maschi.
Poichè dal suo carcere di Manhattan, il segretario del Fondo Monetario Internazionale ha chiesto solidarietà ai suoi colleghi sostenendo di essere vittima di un complotto organizzato da "ingenti gruppi finanziari nemici della solidità dell' euro" ha imposto ai suoi colleghi di darsi da fare presso i rispettivi presidenti e organi istituzionali per farlo liberare. Ieri mattina, infatti, i due uomini più importanti dell'associazione finanziaria hanno fatto una conferenza stampa manifestando al loro capo "una profonda solidarietà umana" nonchè "grande, indescrivibile tristezza nel vedere le immagini che lo ritraggono in manette in suolo straniero". Un modo subdolo di non dire nulla e di prendere tempo, agitando lo spettro di una potenziale guerra di nervi e di carte da bollo con l'amministrazione statunitense.

 Elena Salgado, invece, ha fatto un'altra cosa. Ha contattato tutte le colleghe di sesso femminile, ottenendo da loro un via libera e "a nome delle donne che compongono il consiglio di amministrazione Ecofin e che hanno la responsabilità della solida conduzione finanziaria degli affari europei chiediamo l'immediata presentazioni delle sue dimissioni da parte del sgretario del FMI, Dominuqe Strauss Kahn e manifestiamo la più ampia solidarietà umana alla donna vittima di aggressione e abuso sessuale, visto che le prove fornite dall'accusa sembrano inoppugnabili. Un comportamento come il suo è lesivo della immagine dell'Europa e non garantisce i cittadini d'Europa che i vertici siano in grado di avere la serenità per affrontare nodi economico-finanziari".
Un quotidiano francese ha pubblicato la reazione dell'imputato che ha tuonato dalla sua galera newyorchese sostenendo che "quella troia spagnola ci rovinerà a tutti e voi colerete a picco insieme a me".

In questo caso il "voi" saremmo tutti noi europei membri di nazioni che hanno aderito all'euro zona, di cui, questo galantuomo avrebbe dovuto occuparsene.
Mentre in Italia si parla di tutt'altro e tra un po' si ricomincerà a parlare di Ruby, Carfagna, eccetera, nel resto d'Europa il dibattito politico si è concentrato sulle donne che contano nel nostro continente e come possono fare la differenza, anche se ancora in minoranza numerica, perchè hanno un rapporto con l'esercizio del potere basato sul pragmatismo e sull'efficienza e non sull'uso e abuso dei privilegi derivanti dal potere.
Peccato che in Italia non si parli della Salgado. Sta affrontando da sola uno scontro personale contro i cinquanta maschi più potenti della finanza europea che hanno deciso di credere all'ipotesi del complotto.
Mi sembra una bellissima battaglia epocale, finalmente uno scontro evoluto che va al sodo dei problemi veri.
Peccato che, come al solito, gli italiani -e le italiane- latitano e da noi non si parli di questa vera e propria guerra.

Io sto dalla parte della Salgado.

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