domenica 19 giugno 2011

E' morta Yelenia Bonner: una grande combattente per l'affermazione dei diritti civili dei popoli nel mondo

di Sergio Di Cori Modigliani


All'età di 88 anni se n'è andata Yelena Bonner, la vedova di Sakharov, il fisico nucleare che a metà degli anni'70, insieme alla moglie, dopo aver conseguito il Premio Nobel per la pace nel 1975, denunciò gli orrendi crimini contro i diritti civili in Urss e otenne in Usa asilo politico.
La Bonner è sempre stata in prima fila nella lotta per i diritti civili, di tuttin i popoli e non ha mai smesso di opporsi al sopruso, neppure in tarda età. Figlia di un ebreo comunista e di una donna armena, ambedue appartenenti a una etnia che ha subito le peresecuzioni e il genocidio, La Bonner
nel '72 Andrej Sakharov, il fisico nucleare dallo spirito ribelle che si era platealmente opposto all'uso bellico delle bombe atomiche che da scienziato aveva contribuito a realizzare e sviluppare. Forte del suo prestigio scientifico e dell'importanza strategica del suo lavoro Sakharov aveva costituito il primo comitato per i diritti civili e preso le difese dei dissidenti e dei perseguitati politici.

In seguito alla sua attività di libertario che aveva denunciato i crimini dell'Urss, Sakharov viene rinchiuso in un carcere speciale in Siberia. Si reca Yelena, nel 1975 a Oslo, a ritirare il premio Nobel conferito al marito, infiammando con la sua eloquenza una platea mondiale.

Per dieci lunghi anni, la Bonner non si è risparmiata, lavorando in clandestinità in Urss.
Finchè, dieci anni dopo, nel 1986 finalmente al marito viene concesso il trasferimento a Mosca agli arresti domiciliari, dove riesce a trascorrere i suoi ultimi sei mesi di vita confortato dalla moglie.

La Bonner mise su la Fondazione Sakharov, cominciò a parlare liberamente di democrazia e trasparenza ma anche questo momento sarebbe durato poco. Tollerata appena dalla presidenza Eltsin, oscurata e scoraggiata dai governi dell'era Putin, contraria agli interventi in Cecenia e alle repressioni dei dissidenti, Yelena Bonner abbandona l'Urss -nel frattempo divenuta Repubblica di Russia- sostenendo pubblicamente nel 2002 "che in questa regione del mondo seguitano a non esistere i diritti civili, nè come rispetto nè come applicazione. E' cambiato soltanto la denominazione della forma di governo, ma gli uomini che detengono il potere sono gli stessi di sempre. Non dimentichiamo che durante gli ultimi anni di vita del comunismo in Urss il direttore generale del KGB responsabile della morte di decine di migliaia di liberi pensatori era Vladimir Putin".

In seguito a due attentati falliti contro la sua persona si rifugia in Usa dove le viene dato lo status di profuga politica. Da lì, dalla sua casa di Boston, non smetterà mai di lavorare per la libertà del suo paese ispirando e suggerendo a distanza i movimenti di opposizione democratica. Nel 2010 era stata la prima persona a firmare pubblicamente  il documento "Putin deve andarsene" nel quale si faceva l'elenco delle persecuzioni, prevaricazioni e lati oscuri del governo attuale.

Prima di morire, qualche mese fa ha pubblicato una serie di articoli in Usa dove pregava gli spiriti liberi dell'occidente di muoversi per far qualcosa per il suo popolo ricordando "che nella Russia di Putin si comincia a vivere esattamente come si viveva nell'Urss di Stalin nel 1951, con l'unica differenza che oggi, nel nome degli affari e del petrolio, nessuno ha il coraggio di denunciare le nefandezze, i crimini e gli assassinii illegali perpetrati da questo criminale che si chiama Validimir Putin".

In memoriam di una grande donna che ha fatto la differenza.

Di un'autentica combattente per l'affermazione del Libero Pensiero nel mondo.

Requiescat in pace.

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