lunedì 6 giugno 2011

Questo signore si chiama Klaus Verbeck. Convinto ecologista, trent'anni fa ha aperto un'azienda a coltivazione biologica divenuta leader in Europa.

di Sergio Di Cori Modigliani

Si Chiama Klaus Verbeck, ed è la vittima più “ambigua” dell’epidemia scatenata dal batterio-killer. Lio hanno identificato come il produttore di germi di soja contaminati e gli hanno chiuso l'azienda. Lui e’ l’amministratore delegato della “Gaertnerhof Bienenbuettel”, un’azienda nella Bassa Sassonia che produce verdure. L’azienda è da trent’anni leader nella coltivazione agricola biologica organica integrata. Herr Verbeck è un vecchio ecologista, militante del partito verde tedesco, graznde sostenitore dello sviluppo eco-sostenibile. La sua azienda è sottoposta a rigorosi controlli ogni mese. Non utilizza alcun concime per la produzione e nella sua azienda  non ci sono animali nella fattoria di prodotti biologici. "Non riesco a capire come possano stare insieme le accuse con i processi di produzione che abbiamo qui"; ha detto Verbeck alla Neue Osnabruecker Zeitung. "I germogli da insalata si sviluppano solo dai semi e dall'acqua e non sono affatto concimati. E nell'azienda non utilizziamo concimi animali neanche in altri settori di produzione".
I ministro dell'agricoltura della Bassa Sassonia, Gert Lindemann, ha reso noto che i ricercatori avevano rintracciato il raro, altamente tossico ceppo di batterio in una fattoria nella regione di Uelzen, piu' tardi identificata dai mezzi di comunicazione come quella a Bienenbuettel. Lindemann ha detto che sembra ci sia un chiaro collegamento tra le verdure dell'azienda e il cibo mangiato da alcune vittime. In attesa dei risultati definitivi, l'azienda e' stata chiusa.
Klaus Verbeck è distrutto. Lui sostiene che non "esiste neppure una probabilità su un milione che le mie verdure siano contaminate: è impossibile". A suo vantaggio va detto che tre abitanti del piccolo paesetto sostengono di aver mangiato i suoi germogli di soja due giorni fa senza aver accusato alcun sintomo.
In Germania ha cominciato a circolare una voce fornita da un funzionario dell'Intelligence britannico a Londra che sostiene si tratti di un attacco terroristico biologico e nel nord dell'Europa si sta scatenando il panico.
A questo fatto, però vanno aggiunte le dichiarazione rilasciate da Maria Rita Gismondo, responsabile del Laboratorio di microbiologia dell’Ospedale Universitario Sacco di Milano, la quale sostiene che “Un attacco bioterroristico dietro l’epidemia di Escherichia coli che sta allarmando l’Europa? Non posso certo fornire delle prove. Diciamo che è una ipotesi attendibile. In questi casi il sospetto è sempre lecito, anzi è previsto dai normali protocolli di indagine. Ma se non si trova la “pistola fumante”, è praticamente impossibile dimostrare che si tratti di una contaminazione di origine volontaria, o magari di un microrganismo involontariamente sfuggito da un laboratorio di ricerca. Esiste la possibilità, questo sì.....".

Gli avvocati di Verbech gridano allo scandalo, sostengono che i servizi segreti nascondono la verità.

Sembra un film di fantasceinza nella sezione horror-catastrofico.
E' impossibile sapere la verità. Non ce la diranno mai.
Ma diverse vite vengono rovinate nel frattempo in tutta Europa.

Non è terrorismo, questo?

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