venerdì 17 giugno 2011

Telefono Rosa denuncia l'aumento del 40% nelle denunce di violenza sessuale

di Sergio Di Cori Modigliani

Comprensibili gli articoli, commenti e opinioni, pubblicati in questi giorni relativi a Tremonti, Bossi, rapporti Lega-Pdl: decideranno le sorti del governo e dell’economia italiana.
Accettabili e obbligatori gli interventi relativi all’arresto di Bisignani e la loggia massonica deviata P4.
Meno interessanti le argomentazioni inerenti al calcio-scommesse: non esiste la notizia in quanto si tratta di una epidemia endemica che non vogliono né affrontare né risolvere.
Dopodichè, una sequela di notizie e notiziole semi gossip inutili, irrilevanti, ammorbidenti, scelte apposta per spingere la gente verso un tenero assopimento estivo.
E’ passato quindi sotto silenzio, pressoché assoluto, una relazione/studio presentato dall’Associazione Telefono Rosa sul monitoraggio della violenza a danno delle donne in Italia.

Avrebbe meritato la prima pagina e dibattiti televisivi perchè questo fenomeno tocca tutti, non è esclusivo delle donne.
La donna lo subisce e "legalmente" appare come vittima.
Ma riguarda tutta la società civile perchè è un segnale e un sintomo di imbarbarimento e di recrudescenza della violenza sessuale che è sempre un segnale negativo di inciviltà.

Un'altra occasione persa.

I dati sono allarmanti.
Ne emerge un panorama preoccupante, le cui cifre non possono più essere giustificate dal fatto che la differenza tra ieri e oggi consiste dalla nuova abitudine “di aver più coraggio nel fare outing portando fuori dall’ambito familiare l’episodio di violenza; un tempo tutto ciò veniva automaticamente censurato”. Una argomentazione che è stata a lungo usata, e forse aveva anche delle sue ragioni statistiche (fino a dieci anni fa). A mio avviso diventa oggi, invece una argomentazione capziosa.
Nel 2010 il Telefono Rosa ha ricevuto 1749 denunce per violenze fisiche aggravate pari a un incremento del 40% rispetto al biennio precedente.
All’interno del matrimonio nel 36% dei casi, nel 13% nel corso della convivenza, nel 3% durante la gravidanza e nel 14% dei casi, dopo la separazione prefigurando il reato di stalking. Enorme l’incremento del reato di stalking, innanzitutto perché è da poco che in Italia è sancito penalmente e riconosciuto come esistente, poi perché aumenta la sindrome di possesso da parte del maschio.

“Lo trovo un dato allarmante” ha commentato Maria Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa “queste cifre sono una testimonianza del fatto che il partner non vuole perdere il possesso della vittima”.

Il 76% ha figli, per lo più piccoli: il 34% di età 0-8 anni e il 31% 9-17 anni. Minori che, direttamente o indirettamente, diventano vittime impotenti della violenza tra le mura domestiche. Altrettanto complicato l'identikit dell'autore delle violenze. E' un uomo tra i 34 e i 54 anni (59%), svolge lavori nel 36% sei casi come operaio o impiegato ma nell'11% è un libero professionista, nel 6% imprenditore e nel 5% alto dirigente, a testimoniare la trasversalità del fenomeno. Più specifiche, invece, le dinamiche della relazione violenta: nel 79% avviene all'interno di una relazione sentimentale, a cui bisogna aggiungere un 3% di richieste di aiuto per violenza sessuale da parte del padre. E le donne che subiscono violenze sono in genere isolate dalla loro rete affettiva e sociale: solo il 9% chiede aiuto alla famiglia di origine e il 6% agli amici, mentre il 20% si rivolge a polizia o carabinieri.

"Tutto ciò dimostra - ha spiegato Moscatelli - che il lavoro in prima linea delle associazioni è ancora uno dei punti fondamentali per combattere la violenza domestica e la violenza sulle donne". E a questo proposito la presidente di Telefono Rosa ha rivolto un appello alle istituzioni,che "fanno poco o nulla", affinché siano destinate più risorse a chi ogni giorno cerca di portare aiuto alle vittime di questo odioso fenomeno.
"In una società sempre più aggressiva e stressata, le donne - ancora soggetto debole, soprattutto nelle relazioni - diventano facile bersaglio. E anche le nuove leggi che combattono la violenza sulle donne spesso non trovano un'applicazione rapida ed efficace, e così restano lettera morta".

Non è certo un caso che l'Italia sia l'unica nazione di tutto l'occidente in cui non vi sono stato dibattiti televisivi sull'affaire Strauss Kahn, sull'abuso sessuale dovuto o onnipotenza da parte di maschi ricchi e potenti su colleghe di rango socio/finanziario inferiore. Ancora oggi prosegue il dibattito e la discussione sia in Europa che in Usa e in America Latina.

La violenza sessuale contro le donne è diventato il primo argomento di confronto mediatico in Occidente.
E' considerata la piaga da battere e da abbattere.

Sarebbe il caso di cominciare a confrontarci anche noi su questo tema.

Riguarda tutti.

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