sabato 11 giugno 2011

Vita da cani, disprezzo da umani.

di Sergio Di Cori Modigliani

Vita da cani! Si fa per dire.
Due giorni fa, una televisione indipendente di New York, ha dato l’annuncio della morte di Trouble, un piccolo cane di razza maltese, considerato all’unanimità il “cane più ricco del mondo”. Nel 2002, infatti, aveva ereditato 12 milioni di dollari più un appannaggio di rendita pari a circa 250.000 euro all’anno, l’usufrutto della lussuosa tenuta Hemsley-Sandcastle a Sarasota in Florida, un jet privato per gli spostamenti e una mercedes limousine, con autista. La sua proprietaria Leona Helmsley –miliardaria proprietaria di una catena di alberghi lussuosi, gli “Helmsley Hotel”- è stata forse la donna (in assoluto) più disprezzata dagli americani. Agli inizi degli anni’90, infatti, era stata indagata per frode finanziaria e gli agenti del fisco le avevano contestato un reato di evasione tributaria. Arrogante, aggressiva e presuntuosa si era presentata all’ufficio tributi e aveva detto (davanti a circa venti testimoni) quella che i media statunitensi hanno da sempre definito “la più costosa e suicida frase mai pronunciata nella Storia da un cittadino Usa”, ovverossia: “io sono una donna ricca, molto ricca e molto importante, quindi io evado le tasse; lo sanno tutti che le tasse le pagano soltanto gli stupidi e i poveracci, non è mai esistita nella storia dell'umanità una persona ricca e intelligente che abbia pagato le tasse, quindi non facciamo gli ipocriti, non azzardatevi neppure a mettermi le mani addosso altrimenti io vi sbrano a tutti”.
Finì in galera.
Il giudice si rifiutò di concederle le attenuanti, non le riconobbe il beneficio degli arresti domicialiari e la condannò a circa quindici anni di carcere duro, poi ridotto a otto. Nel suo testamento, per disprezzo alla sua famiglia che era comparsa in televisione chiedendo scusa alla nazione e sostenendo che avrebbero pagato le tasse, lasciò in eredità una cifra intorno ai 10 milioni di euro al suo cane Trouble più una cifra vertiginosa destinata al mantenimento della piccola bestiola, comprensiva di 22 guardie del corpo che per 24 ore al giorno dovevano stare attenti affinchè il cane non venisse sequestrato da malintenzionati. Nel testamento della Helmsley, infatti, esisteva una postilla –legalmente valida- nella quale si specificava che, nel caso il suo cane fosse stato sequestrato e trovato ucciso, “automaticamente” dovevano essere cancellate tutte le attribuzioni di proprietà e danaro a figli, nipoti e fratelli e versati in un fondo di beneficenza.
Per anni, dopo la morte della padrona, si è occupata del cane il direttore generale dell’Hotel Hemsley di Sarasota, Carl Lekic, inappuntabile notaio che ha applicato alla lettera le disposizioni testamentarie. Solo di toeletta sono stati spesi circa seimila euro all’anno e circa 50.000 euro di veterinario, comprensivo di psicoanalista per cani, addestratore, e ginnasta canino, specialità professionale sulla quale negli anni si è scatenata la creatività della satira degli umoristi americani.
Che riposi in pace.

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