giovedì 14 luglio 2011

222 anni dopo lo spirito della Revolution Française è ancora vivo

di Sergio Di Cori Modigliani

222.

Sono trascorsi 222 anni dal giorno in cui il popolo francese fece irruzione nel carcere della Bastiglia, a Parigi, dando "simbolicamente" inizio a quella che abbiamo definito la revolution française.
Era un bollente 14 luglio e il 1789 era stato un anno di grande carestia, crisi economica, decadenza, malumore popolare, guerre locali sanguinose che stavano sconvolgendo l'Europa, consapevole di trovarsi "immersi fino al collo nella decadenza" (Stendhal) e all'alba di un nuovo risveglio.

E la rivoluzione francese infiammò gli spiriti europei contagiando l'intero continente. E attecchì dovunque.
Ma non in Italia.

"La novità francese fu essenzialmente l'idea della nazione come un contenitore di universali diritti umani di cittadinanza" (Nicolao Merker).

Questo fu l'impatto originale che sconvolse le coscienze degli europei pensanti, molto di più della ghigliottina, dell'abbattimento dell'aristocrazia, degli anni del Terrore, della furia dei processi sommari.
Politici, intellettuali, borghesi e militari, insieme, decisero di dare un taglio poderoso e netto (in tutti i sensi, da quello letterale rappresentato dal filo tagliente della mannaia d'acciaio a quello istituzionale che cancellava l'Ancien Regime abolendo "le Caste" e a quello metaforico che situava l'Europa in una totale rinascita).
Decine e decine di generazioni si sono infiammate all'idea del ricordo storico di quella rivoluzione, la cui memoria non è mai stata appannata, svilita, cancellata, rimossa.

222.

Sono trascorsi 222 anni e ancora, quell'esempio, rifulge e ci ammonisce sulle nostre origini culturali, politiche, ricordandoci la grande eredità che ha voluto trasmettere.
Fu unica nella storia dell'umanità, per un motivo essenziale e originale che non ha avuto nessun'altra rivoluzione nella Storia, da quella di Lenin a quella di Mussolini, da quella di Roosevelt a quella di Fidel Castro: la nuova classe dirigente scelse e decise di non scendere ad alcun compromesso con il precedente regime e applicò alla lettera i principii che avevano spinto le persone ad aderire alla rivoluzione; non tradì le aspettative. Non le dimenticò. Non ne approfittò per sostituire ai vecchi dittatori dei nuovi dittatori.
Capovolse le istituzioni sostenendo il "principio ineguagliabile di fondare un nuovo principio europeo, valido per tutti gli esseri umani, di qualsivolgia età, razza, religione, lingua, provenienza, affinchè vengano riconosciuti e garantiti a tutti gli inalienabili diritti di rispetto e applicazione della fratellanza universale, nel nome della libertà, della uguaglianza rispetto alla Legge, per la fondazione di una società armonica e pluralistica" (Maximilian Robespierre, lettera inviata il 12 marzo 1790 al capitano responsabile della guarnigione di Tolosa, un giovane abile e di talento, un certo Napoleone Buonaparte, al quale chiese fedeltà militare al tricolore e al berretto frigio).

E' l'unica rivoluzione nella Storia che non è stata tradita dalla successiva classe dirigente.
E' l'unica rivoluzione nella Storia che si è posta come "rivoluzione permanente" perchè è andata al cuore del problema, ha scosso il privilegio nelle sue fondamenta, gettando le basi per l'unica possibile alternativa esistenziale sul pianeta: libertà, uguaglianza e fratellanza, valide per tutti e aperte a tutti. Senza discriminazione.

Valori che ancora oggi regalano un Senso.
Ma che in Italia non esistono.
Non sono mai esistiti. Perchè da noi, quello spirito non ha attecchito.

Valori che oggi cominciano di nuovo a serpeggiare nel Vecchio Continente, esattamente come accadde allora intorno al 1780, perchè è esattamente questo per cui in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, attraverso i movimenti spontanei e popolari degli "indignados", in Irlanda con i movimenti dei "howlers" e in Italia nel nostro consueto modo disorganizzato e ambiguo, le persone portestano e si agitano; perchè chiedono, vogliono e aspirano affinchè vengano applicati con rigore i principii della revolution française.

La rivoluzione francese compì un atto di capovolgimento delle coscienze immettendo nuovi concetti di evoluzione civile, progresso, apertura della mente. Fu necessario farlo attraverso la ghigliottina e anni di Terrore. Perchè i vecchi pregiudizi erano duri a morire, perchè i privilegi della Casta erano duri da abbandonare, e ci furono resistenze da chi -grazie a quei privilegi nati nella corruzione e nel malaffare- aveva lucrato, guadagnato, piazzando amici, parenti, affiliati, servi.

222.

Sono trascorsi duecentoventidue anni, e l'eredità è ancora viva.
E va ricordata.

La rivoluzione francese abolì i privilegi della Casta, e con una legge immediata -datata 1990- sancì "l'antisemtisimo" come "delitto contro le coscienze libere e contro lo spirito della rivoluzione". Fu la prima volta in Europa che una nuova società, e un governo, riconobbe agli ebrei il diritto di essere parte integrante del nuovo tessuto sociale.

La Rivoluzione francese aveva risolto la cosa [la questione ebraica] emancipando gli ebrei ai sensi della Dichiarazione dei diritti dell'89, cioè garantendo loro gli inalienabili diritti naturali che spettano a ogni individuo.[...]. Sicché la Proclamazione dell'emancipazione del settembre 1791 semplicemente trasformò ogni ebreo in cittadino francese a pieno titolo, con tutti i diritti e doveri a ciò inerenti. Quest'omologazione dei singoli ebrei agli altri cittadini avanzò in Europa insieme agli eserciti francesi. (Nicolao Merker)

  • 222 anni dopo, è necessario ricordare quel bellissimo momento.

  • E rendiamo onore alla grande cultura francese di aver lasciato in Europa quel segno.

    Fu soprattutto una rivoluzione delle coscienze e dell'inconscio collettivo.

    Ecco come la definì uno dei più grandi intellettuali del '900, lo svizzero Carl Gustav Jung, datata 1948.
  • La rivoluzione francese, [...] non fu tanto una rivoluzione politica quanto una rivoluzione spirituale. È stata una colossale esplosione di tutto il materiale infiammabile che si era accumulato fin dall'età dell'Illuminismo. La deposizione ufficiale del cristianesimo, attuata dalla rivoluzione, deve aver fatto una profondissima impressione sul pagano inconscio che è in noi, perché da allora non ha più requie. (Carl Gustav Jung)




  • Quel messaggio prosegue ed è nostro compito farci infiammare dallo stesso spirito di allora.
    222 anni dopo.

    Quella rivoluzione è nata da una bellissima frase di Voltaire, grande filosofo libertario, garnde intellettuale, garnde scrittore e narratore. Il vero padre della rivoluzione.

    "Io salvaguarderò sempre il tuo diritto legale a sostenere un'idea opposta e contraria alla mia. Perchè il confronto tra perone e personalità diverse trova nel loro riconoscimento la sintesi di una evoluzione di idee, di concetti, di pensiero. E seguiterò a fare di tutto per combattere le tue leggi inique, sbagliate, errate, disumane. Userò tutti i mezzi possibili per abbattere quelle tue leggi e sostituirle con leggi migliori e più atte all'uomo, inteso come essere umano civile e pensante. Ma fintantochè io non le avrò modificate, io, le tue leggi, le rispetterò sempre. Perchè è nel rispeto della Legge che poggia la fondazione dello Spirito Libero che segna la differenza tra l'animale e l'Essere Civile".

    Voltaire. 1770


    Viva la Rivoluzione Francese.

    222 anni dopo.

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