lunedì 11 luglio 2011

Milano è ormai in mano ai barbari. Messina è un faro di legalità: parola di Emilio Fede

di Sergio Di Cori Modigliani

Due sono le notizie del giorno legate ai servi del Grande Caimano e all'organizzazione capillare delle armi di distrazione di massa. Vediamo di decifrarle insieme per comprendere ciò che accade o ciò che vogliono che noi pensiamo:

1). Emilio Fede oggi, luned' 11 luglio, si doveva presentare in aula a Milano per far fronte alla contestazione da parte dei giudici dell'accusa di "favoreggiamento della prostituzione minorile" nell'udienza preliminare: suoi complici lele Mora e Nicole Minetti. Un'accusa pesante, a dir poco. Ma i legali di Fede non si sono scomposti. Hanno presentato un'eccezione processuale sostenendo pubblicamente che “La competenza territoriale è a Messina perché i pm fanno partire l'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile di Ruby dal concorso di bellezza di Letojanni (Messina) nel settembre del 2009; quindi è lì che deve svolgersi il processo".
Non soddisfatto della bella pensata dei suoi legali, Fede ci ha tenuto a precisare "che Messina è una città libera, progredita, dove la Legge viene applicata e seguita. Un processo in quella città è una garanzia per ogni italiano, di regolarità e di rispetto delle procedure. Non è come Milano dove la magistratura è ormai fuori controllo".

E così apprendiamo che Milano è una città fuori controllo e in mano (a chi? Comunisti? Anarchici? Terroristi di Al Qaeda? Facinorosi? Schizofrenici? Banditi?) mentre Messina viene definita un faro di democrazia e legalità applicata. Non ho sufficiente conoscenza del territorio messinese per dare una risposta specifica. Beati i messinesi. Beati i cittadini siciliani che possono godere di un buon governo, di una magistratura attenta e dell'applicazione costante della legalità. Lo dice Fede. Pretende che noi gli crediamo.
Ogni commento è superfluo.

2). L'altra è una buona notizia per tutti noi (sempre secondo loro):
Uno dei più intelligenti, e professionalmente parlando poderosi, avvocati di Berlusconi, Paniz, ha dichiarato "pretendere il pagamento del lodo Mondadori oltre a essere un insulto al popolo italiano e una vera rapina, nasconde una sacrosanta verità: Mediaset e Fininvest sono un patrimonio nazionale. Appartengono a tutta l'Italia. Sono di tutti. E tutti gli italiani la devono difendere".
Se non fosse tragico sarebbe da divertirsi.
Ma non è così comico come possa apparire.
La frase è sottile e velenosa, per questo pericolosa; c'è addirittura chi -anche a sinistra- sostiene che abbia un fondamento di verità. Il rincretinimento nazionale ormai non ha più confini.
La nostra nazione è più addormentata di quanto sembri; una prima rilevazione statistica in Lombardia, Emila Romagna e Veneto rivela che il 59% degli italiani in queste tre regioni, un tempo intelligenti, ritiene che Paniz abbia ragione. E' una micidiale arma di distrazione di massa. Il Caimano ha commesso un reato. E' stato provato. E' stato denunciato. E' stato giudicato. E' stato condannato. Le sue sono aziende private, non sono mica nostre.
Oggi, i suoi consulenti tentano di far pagare il conto ai cittadini presentando la cassaforte di famiglia come "patrimonio di tutta la nazione".
Svegliatevi!!!!

Sono queste le argomentazioni con le quali si camuffa la realtà facebndo passare il Falso come se fosse Vero. E' necessaria sempre una grande e costante attenzione.

Tra l'altro accusano la stampa (come se il Caimano non avesse mezzi a disposizione) di essere responsabili di una gogna.

Come risposta offro una citazione:
”La vera gogna mediatica è quella di un Paese sbertucciato nel mondo, con credibilità al ribasso e danno d’immagine che si farà fatica a recuperare. Non certo per colpa dei media che mettono a nudo il re. I nostri ragazzi all’estero sono apostrofati come ‘italiani bunga bunga’, e non è una lusinghiera definizione. E' una vera tragedia”.


L'affermazione non viene dalle fabbriche di Nichi Vendola. Proprio no.

E’ quanto afferma il direttore del più accreditato e venduto settimanale cattolico, Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino.

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