giovedì 21 luglio 2011

Per chi vuole aiutare le donne saudite a conquistarsi la dignità: ecco come fare

di Sergio Di Cori Modigliani.
la notizia del giorno è l'ennesimo arresto di una donna, cittadina dell'Arabia Saudita, che ha violato la legge che impedisce loro di guidare.

Si sa poco del mondo arabo, di ciò che accade e succede aldilà della frontiera ideale tra il nostro mondo e il loro.
Il limite è reale.
Ma c'è anche la pigrizia e l'ignoranza e il disinteresse a mettercisi in mezzo.

La pigrizia, perchè non ci si vuole occupare di battaglie ideali dalle quali non si guadagnerà nessuna visibilità utile da spendere presso qualche circolo politico nostrano o qualche circolo sociale che fa status; l'ignoranza, perchè è molto poca la gente che legge perfettamente in inglese, spagnolo, francese: gli italiani -rispetto alla conoscenza delle lingue straniere- in occidente sono al penultimo posto, veniamo subito dopo gli statunitensi, ignoranti come capre, ma loro hanno l'indubbio vantaggio di parlare una lingua che è internazionalmente dominante.

Infine, il disinteresse.

Sono tre vizi perniciosi.

Perchè queste donne meriterebbero un sostegno di massa.
Perchè un sostegno di massa può davvero aiutarle.
Perchè sono isolate, ma  nel mondo di oggi grazie a internet, facebook, twitter a loro disposizione, l'isolamento coatto lo si può aggirare.

Ecco qui di seguito un brano tradotto in italiano tratto dal più seguito blog tenuto da donne saudite clandestine, il cui indirizzo corrisponde a quello di un maschio saudita residente a Londra -dotato tra l'altro di immunità parlamentare- che si è prestato a fornire adeguata copertura: altro che spidertruman.

Da notare che in questo blog c'è una rubrica molto ma molto interessante -e per fortuna molto seguita- nella quale si pone la questione del conflitto arabo-palestinese partendo dalla premessa di cercare un accordo, un dialogo, un confronto e un dibattito tra donne arabe e donne israeliane. Davvero bellissimo.

Per chi non sa l'inglese, può lasciare un commento in italiano: lo tradurranno. In qualche modo vi leggeranno e useranno il vostro appoggio.

Fate arrivare a questo blog la vostra voce.
Fate sentire che siete tanti e tante.

Chi scrive è una giornalista saudita con la quale ho parlato che ha una sua colonna sul prestigioso quotidiano londinese The Guardian, dove spiega al mondo come la nazione più adorata, più vezzeggiata del pianeta Terra, l'Arabia Saudita, lo è soltanto  perchè dà petrolio a tutti, acquista armi a Usa, Canada, Italia, Francia, Germania e Olanda (ha acquistato -soltanto dall'Italia- armi inutili per un valore di 11 miliardi di euro negli ultimi due anni) dove l'apparente ricchezza sfarzosa che viene veicolata all'estero nasconde una realtà fatta di miseria, di tristezza, di penuria, di mancanza di tutto. Su 25 milioni di abitanti in una terra vasta come l'Europa, nella nazione più ricca del pianeta Terra, il 75% della popolazione non arriva alla fine del mese.

Su su, facciamo qualcosa.

il nome del blog è.  saudiwomen.wordpress.com     e ha un banner come quello che ho riprodotto in calce.
 

Ecco il testo:

"Il poco che si pubblica da noi sulla questione relativa alle donne che hanno osato guidare, è falso. Il 28 giugno hanno pubblicato che soltanto dieci donne erano state fermate e arrestate mentre invece sono state ben 72 le coraggiose cittadine che hanno osato sfidare il bando. Abbiamo bisogno dell'appoggio  di tutti. .......la gente, e le donne, per prime, sono paralizzate dalla paura di un regime davvero feroce che impedisce qualsivoglia manifestazione di libertà individuale. In questo momento abbiamo migliaia e migliaia di prigionieri politici che sono in galera senza processo e senza che sia stato spiegato il motivo del loro arresto. Sulla base di informazioni accurate che vengono direttamente dal Ministero dell'Interno si calcola che ci siano circa 56.000 uomini in galera. Quelli sono i nostri uomini coraggiosi. Soltanto 200 tar i loro parenti più stretti hanno avuto il coraggio di andare a chiedere informazioni. Perchè la gente ha paura.        In un forum organizzato la settimana scorsa su The Guardian, Suad Al Shammari, una donna saudita, leader del movimento per i diritti civili ha fornito le sguenti statistiche: soltanto 45000 hanno la patente che possono ottenere esclusivamente all'estero e in aperta clandestinità. Il 40% delle automobili vendute in Arabia Saudita vengono acquistate dalle donne alle quali non viene chiesta la patente quando acquistano un veicolo. Il motivo di questo paradosso è che l'Arabia Saudita "importa autisti", cioè esistono circa 1.200.000 maschi stranieri che emigrano nel nostro paese per essere assunti come autisti di donne dato che le donne sono legalmente impossibilitate. E' solo un business. La popolazione totale della nazione ammonta a 27.140.000 persone.. 9 milioni sono lavoratori stranieri. Tutti credono che siamo un paese molto ricco, ma la realtà è che il 70% dei cittadini non ha le risorse finanziarie per poter avere neppure una casa. La disoccupazione tra le donne ha raggiunto la cifra del 28% e la maggioranza di queste donne hanno un diploma di laurea. E parlo qui di donne privilegiate che hanno avuto l'opportunità di studiare. La disoccupazione maschile è aumentata raggiungendo la cifra di 2 milioni di cittadini registrati all'ufficio disoccupazione. Ufficialmente la ricchezza del paese è aumentata ed è in aumento. Il bassissimo numero di donne che vorrebbero guidare non è dovuto a disinteresse bensì al fatto che non esistono scuole guida per donne e le donne si affidano al padre, al fratello al cognato o al marito compiacenti che insegnano loro a guidare. ma così facendo corrono il rischio di essere licenziati dal loro lavoro ed essere poi puniti, molto spesso, anche corporalmente. La maggior parte degli stranieri che vengono qui dall'Europa e dagli Usa vengono qui -magari senza dirlo nella loro terra- a fare gli autisti delle donne. Questa è la realtà di ciò che nelle televisioni europee viene presentata come "la lussuosa vita dell'Arabia Saudita". Esiste inoltre il fattore sociale. Se una donna dice in pubblico che "vorrebbe guidare" viene subito isolata socialmente. Mi ha detto una donna saudita che ha preferito indebitarsi per assumere due autisti piuttosto che correre il rischio di essere bandita da ogni invito sociale rimanendo completamente isolata.
Vi consiglio di leggere The veil behind the wheel: un reportage fatto dall'agenzia Reuters che parla con una donna saudita che ha un trascorso di beduina conservatrice ma che si è svegliata. Oggi 21 luglio è una giornata importante perchè Shiekh Abdullah Al Mutlaq, un memebro esecutivo del più importante circolo religioso islamico in Arabia Saudita ha dichiarato ufficialmente che "una donna alla guida di una vettura è compatibile con la religione islamica" Un altro membro dello stesso consiglio religioso che ha una grande influenza sul re e sulla famiglia reale, Shiekh Qays Al Mubarak, ha dichiarato che questo divieto deve essere abolito perchè "il Corano permette di guidare".

Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti".

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