domenica 23 ottobre 2011

Le immagini del corpo morto di Gheddafi sono il passaporto dell'Ipocritania. Sandro Pertini avrebbe protestato con vigore.


di Sergio Di Cori Modigliani

"Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: «Tenete indietro la folla!». Poi andai al ...CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra"

                                                        Sandro Pertini. Savona. 1982


La citazione, non è certo casuale.
Questa era l’opinione, scritta verso la fine degli anni’60, e poi raccontata in una occasione ufficiale, quando ancora esisteva il terrorismo attivo, da un uomo politico italiano al quale attribuisco la facoltà responsabile di essere stato “Padre”. (tanto per rispondere a diversi commenti dei miei lettori che mi chiedevano almeno un esempio fisico delucidativo).

Ben altra cosa dalla sbiadita fotocopia di un suo grandissimo avversario politico, oppositore dichiarato, e per qualche anno (dal 1946 al 1952) vero e proprio nemico sia politico che personale: Giorgio Napolitano, un finto padre.

Se fosse stato vivo, oggi, e politicamente attivo, Sandro Pertini non avrebbe esitato a comprendere immediatamente l’occasione storica (da cogliere al volo) di poter risolvere in toto, con una breve, laconica quanto vibrante conferenza stampa, la potenziale genesi di esplosioni incontrollate di violenza in Italia, più o meno mascherate sotto sigle di comodo.

La pervicace pornografia voyeuristica regalata con agghiacciante e complice criminalità dai media televisivi italiani, rappresenta un interessante spaccato e simbolo della costruzione, in questa fase, delle armi di distrazione di massa. Parlo qui delle immagini relative al cadavere del dittatore carnefice Gheddafi. E’ l’ultimo capitolo di un’avventura televisiva (squisitamente televisiva) nella quale l’Italia si è andata a infilare con tutta se stessa, abdicando al ruolo di protagonista e scegliendo, invece, quella di testimone voyeur.

Sono tutti slittamenti progressivi di un’estensione di massa del concetto di pornografia.

Iniziata in maniera sistematica con il jeau de massacre voluto fortemente dal piduista Maurizio Costanzo (Grande Fratello) e da sua moglie Maria de Filippi (c’è posta per te & amici) per lanciare la tematica della pornografia sentimentale dell’anima, poco a poco questo concetto ha cominciato ad estendersi a tutti i livelli e settori della comunicazione di massa nella nazione italiana. E non solo italiana. Questa è una nazione dove l’esperimento è stato portato alle sue estreme conclusioni, grazie alla disponibilità di una classe politica irresponsabile, corrotta e inconsapevole.

Una volta che si è finiti per precipitare in un imbuto iper-realistico, in seguito al varo della pornografia della politica (promozione di individui “politicamente osceni” e impresentabili) è stato inevitabile che un paese come il nostro –narcisista infantile nonché esibizionista per definizione- si inventasse il “teatrino porno di Arcore” vera chicca e delizia per palati grossolani e burro fuso, ad alta capacità di impatto, per i media di sinistra, da spalmare sul pane quotidiano della presunta e cosiddetta “opposizione”.

Con il trionfo della pornografia politica prima, della pornografia intellettuale poi (promozione culturale di accreditati ignoranti) della pornografia sentimentale (Maria de Filippi & co.) della pornografia sociale (mafiosi che siedono in parlamento e si occupano della commissione parlamentare anti-mafia) si è scivolati nel territorio vincente e tragico dell’iper-realismo: l’ultimo gradino che svela e rivela la caduta del simbolico, la sua dissoluzione e cooptazione all’interno di una oscenità condivisa intesa come norma.

Inevitabile, in questa deriva, arrivare alla pornografia spirituale.

Chi mi conosce sa quanto il sottoscritto abbia da sempre considerato Gheddafi un efferato criminale, sperando in suo abbattimento politico. Ma ciò non toglie che l’esibizione reiterata del suo corpo maciullato, e attorniato da una folla festante a noi tutti presentata come il “simbolo” di una rivoluzione, riduce l’idea del “rivoluzionario” a quella di un selvaggio fanatico che non rispetta la tradizione civile (e quindi opposta all’oscenità) del culto dei morti, caposaldo della civiltà giudaico-cristiana e di quella mussulmana.

Sandro Pertini ne avrebbe denunciato l’effetto micidiale.
Non ho alcun dubbio in proposito, soprattutto per il fatto che –per ragioni di stato financo comprensibili nel nome del marketing internazionale- tutti gli esponenti politici nazionali erano suoi amici fedeli, alcuni anche intimi.

Neppure una parola.

Introducendo, infatti, nella mente delle persone, l’idea di un semaforo verde che porta verso l’applicazione della pornografia spirituale, si accelera il meccanismo della produzione di armi di distrazione di massa e psicologicamente si attua la fondazione di un sistema di interpretazione esistenziale che diventa la colonna portante dello stato di Ipocritania.
Dopo il varo della pornografia istituzionale (il delirio della Padania, mai denunciato da Giorgio Napolitano che avrebbe potuto usare splendidi strumenti legali a disposizione sua e del suo ufficio) la presentazione e l’offerta mediatica di quelle raccapriccianti immagini –senza alcuna protesta di massa- spingono a considerare come “norma” una lettura ipocrita della vita, che apre scenari tragicamente surrealisti per il nostro paese.
Per dirla in breve: tutto diventa lecito, purchè riceva l’imprimatur dei media televisivi.

E’ l’ennesimo trionfo di Silvio Berlusconi che insiste nel far regredire la nazione spingendola verso una televisizzazione della quotidianità che nelle nazioni più evolute e democraticamente più equipaggiate è invece in contro-tendenza. L’Italia è l’unica nazione della zona euro, dell’Europa e del mondo occidentale in cui il pubblico televisivo è in aumento, in cui aumenta sempre di più la quantità di ore che i cittadini trascorrono guardando la televisione, in cui la televisione è considerata (tutti i sondaggi offrono identici risultati) la fonte principale delle notizie sulla realtà.

Il rispetto per la Morte è imprescindibile dal rispetto per la Vita.

La pornografia spirituale comporta una normalizzazione dell’abuso di un cadavere, che è equivalente in termini simbolici –così funziona la mente umana- a considerare “norma” l’abuso. Quelle immagini finiranno per decuplicare stupri, l’altra variante della pornografia spirituale –nella sezione emotiva- quella dell’abuso dei corpi dei vivi.

Durò ben tredici mesi, alla fine degli anni’50, nello Stato di Israele, la discussione relativa alla necessità o meno del processo legale contro Adolf Eichmann, il responsabile pianificatore della soluzione finale nell’eseguire il piano di sterminio assoluto di tutti gli ebrei, zingari, omosessuali e disabili europei. C’erano molti sopravvissuti, allora, che non volevano il processo, non volevano neppure che la notizia fosse resa pubblica, per non rivivere l’esperienza drammatica dovendo partecipare come testimoni (alcuni) preferendo l’esecuzione di Eichmann in forma diretta e privata (altri). Prevalse il rispetto per la tradizione culturale, e soprattutto l’affermazione del principio della Lex, il rispetto dei diritti civili, la possibilità di ascoltare dalla viva voce il punto di vista del proprio oppositore, anche nel caso di efferati aguzzini criminali.
Perché questa è la base della civiltà.

Ma c’era il Grande Padre di Israele, allora, David Ben Gurion.

E così, il mondo intero ascoltò quella che la filosofa Hanna Arendt, con geniale intuizione, definì “la banalità del male”, ovvero la “squallida fantasia di un piccolo-borghese, completamente inconsapevole e immemore, un ragioniere, un impiegato criminale: tutto qui”.
Consentì di abbattere, in un colpo solo, la mitologia (falsa) del nazismo come luogo di incontro di una certa cultura esoterica, di un determinato tipo di simbologia, di una idea forte e nobile del mondo. Li smascherò, mostrando che erano dei semplici criminali: il loro unico piano consisteva nell’esercitare la violenza dispotica per impossessarsi di beni altrui, sterminando fisicamente ogni oppositore.

E’ l’occasione che i soci planetari di Gheddafi ci hanno sottratto, nel timore che –in caso di processo- Gheddafi si presentasse con il suo avvocato raccontando le malefatte che aveva compiuto insieme a George Bush jr. Tony Blair, Vladimir Putin, Chirac, Craxi, Andreotti e Berlusconi. E il re dell’Arabia Saudita e gli ayatollah iraniani e tutti i re d’Europa. Gheddafi era amico di tutti. Tutti erano amici intimi di Gheddafi.

L’Ipocritania è la terra della pornografia divenuta norma.

E’ l’abbattimento del concetto di Verità e la promozione di una nuova estetica esistenziale.

Non è certo un caso -ci sono addirittura delle folli e surreali immagini-  che in Iran, la curiosa (ma non è una sorpresa per chi si occupa di mass media) reazione alla morte di Gheddafi, è stata quella di una manifestazione di donne iraniane (le più sfortunate, sfruttate e oppresse donne sul pianeta) davanti all’ambasciata americana in solidarietà al movimento “occupy wall street”.

Un evento che definire surreale, è dir poco. Non merita, infatti, neppure un commento.

E’ parte del copione delle armi di distrazione di massa.

Così come l’esercizio e la prima affermazione –per questa generazione- di un atto collettivo di pornografia spirituale.

Prendere le distanze da quest’atteggiamento è un dovere di tutte le menti pensanti.

Cadere nella trappola del cinismo e dell’indifferenza nei confronti della truppa mediatica televisiva per aver trasmesso quelle immagini oscene, è un gravissimo errore.

E’ un segnale regressivo e anti-culturale che offende la coscienza dell’Europa Libera.

Resta la conferma della caduta dei Padri.

Un’altra occasione persa dal presidente della repubblica italiana.
Un’occasione d’oro che Sandro Pertini non si sarebbe mai fatto sfuggire.
Si combatte così la diffusione della violenza, non con la legge Reale voluta e chiesta a gran voce da Maroni e Di Pietro, osceni procacciatori di voti facili di votanti osceni.

Ma non è certo un caso che Pertini considerasse Napolitano un suo oppositore nemico.

Si scontrò con lui per anni, dopo il 1946, quando il compianto presidente ligure combatteva con tutte le sue forze per salvaguardare il diritto dei repubblicani, dei liberali e dei socialisti, a partecipare alla costruzione intellettuale di questo paese, mentre Napolitano si faceva interprete dell’ordine di Mosca di far uccidere Ignazio Silone, un Padre italiano, un socialista combattente della resistenza, uno scrittore pensante, che aveva osato pubblicamente dichiararsi d’accordo con Jean Paul Sartre e Andrè Malraux nel definire il comunismo sovietico burocratico una truffa e un regime liberticida.

Chi sostiene (purtroppo in molti, troppi) che il corpo d Gheddafi ha meritato quella fine, è un pornografo spirituale.

Che ne sia consapevole o meno, è un suo problema.

Purtroppo, è diventato un problema anche nostro.

L’ennesima arma di distrazione di massa.

Stiamo scivolando nel cannibalismo.

E’ stato un atto indegno, di cui ogni europeo civile dovrebbe vergognarsi.
L’abbiamo determinato noi, è inutile nascondersi dietro la consueta bandiera di Ipocritania.

Buona domenica a tutti.


3 commenti:

  1. Non entro nel merito del trattamento del prigioniero Gheddafi, tantomemo del voyeurismo nazinale, ormai sport di primiissimo ordine. Quello che voglio porre alla vostra attenzione è una frase sentita ieri al tg di La7 riportando la sintesi della dichiarazione ufficile dell indipendenza della nuova Libia. Jalil ha infatti come prima cosa inasprito la lege islamica. Ennesima oppotunità sfumata da parte di unaese islamico di divenire il primo grande paese centrista e democratico del mondo islamico africano. Che tristezza. Anche in Tunisia dovrebbe esser dato per favorito il partito musulmano a discapito dei centristi laici. Mi bien da pensare che sebbene i tiranni siano stati rovesciati il popolo mordafricano non si è ancora dimostrato pronto ad una sana democrazia. Che peccato, che occasione sprecata... Sarò pirla, ma ci avevo quasi creduto...

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  2. occidente contro islam, 3 guerra mondiale, fino allo sfinimento delle parti.

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  3. Quale modo migliore per permettere a tutti di ascoltare rende le cose diverse e dà una diversa opinione su un argomento specifico.

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