martedì 25 ottobre 2011

"Occupy wall street" prosegue la sua inarrestabile marcia. E sperimentano nuove tecnologie mediatiche.

di Sergio Di Cori Modigliani

Nell’Europa addormentata dal duopolio Merkozy e abilmente narcotizzata –per quel che riguarda l’Italia- dalla triade Berlusconi/Bossi/Bersani, il movimento “occupy wall street” seguita a essere sottovalutato (quando va bene) in una deriva di conformismo piattamente becero che potrebbe addirittura suggerire a qualche spensierato poeta di trovarsi in presenza di un macroscopico (quanto maldestro) tentativo di censura.

Non è così.

E’ peggio. O forse, è meglio. Dipende dai punti di vista.

Semplicemente non lo capiscono.

Il che, conferma, il perdurante, costante, inequivocabile successo di un fenomeno che si sta espandendo a macchia d’olio a velocità sempre maggiore.

Tre i fattori salienti degli ultimi cinque giorni, di cui il terzo è quello che in questo post occupa il posto principale.

1). I leader dell’estrema destra conservatrice dei tea party, nel maldestro e obsoleto tentativo di applicare logiche stantie e burocrazia autoritaria, sono scesi in campo in maniera ufficiale, e nel corso di una conferenza stampa hanno annunciato “di aver dato precise disposizioni a tutti i militanti, affiliati e simpatizzanti del cosiddetto movimento “occupy wall street” di sospendere immediatamente ogni attività di supporto, solidarietà, partecipazione. Lo abbiamo identificato come un gruppo anti-americano, di chiara matrice anarchica, il cui fine anti-patriottico consiste nel creare uno stato di guerra civile interna”.

Questo comunicato è stato pronunciato circa 40 ore fa e non è ancora possibile sapere quanti, tra i votanti conservatori, abbiano deciso di dar retta al diktat di Frank Perry, governatore dello stato del Texas e animatore dei tea party meridionali.

Da notare la reazione dei movimentisti: nessuna.

Il tentativo (infantile quanto smaccato) di politicizzare e radicalizzare lo scontro attribuendo valenze da età pre-tecnologica, sono falliti. Una trentina di persone, scelte dai giornalisti come “portavoce parziali e momentanei” dei movimenti in 26 città americane, hanno risposto compatti (su deleghe ricevute pubblicamente) con due frasi: in 19 casi hanno detto: “no comment”, in 11 casi: “sorry, we drink coffee”.

Con la coda tra le gambe, quelli dei tea party hanno smesso di attaccarli.

2). L’intero comparto di mass media televisivi nazionali, sotto la spinta propulsiva di Rupert Murdoch e del suo network Fox entertainment news, che si trascina appresso i 756 canali del gruppo Sky world, hanno deciso di non trasmettere più notizie relative al movimento, a meno che non si verifichino “atti o azioni tali da giustificare la necessità giornalistica di un intervento per non violare il dovere di fornire notizie adeguate relative a “fatti” della realtà”.

3). E’ l’aspetto più interessante in assoluto.

Ciò che i tea party, Murdoch (e in Italia sia Berlusconi che Bersani e tutta la truppa al seguito) non hanno capito, in alcun modo, è che questo movimento (a differenza del berlusconismo e del bushismo) non sono figli della televisione, non usano –né tantomeno ne hanno bisogno- della cassa di risonanza del medium televisivo. Non sono contrari alla televisione. Neppure a favore. Per dirla con le parole di Jeremy Rutt, momentaneamente leader nella città di Seattle, “l’apparecchio televisivo è come il frullatore o il forno a micro onde: un mezzo elettronico casalingo che sta lì e uno lo usa quando serve, per il resto è inutile. Noi mica siamo persone che bevono venti frullati di banane al giorno, e per fortuna non cuciniamo soltanto cibi precotti”. A differenza dell’Italia, totalmente imbambolata, dove le differenze psico-caratteriali sono state abolite, l’individuo è stato assottigliato in una melma in cui la faziosità e il tifo da stadio compongono gli ingredienti più solidi e gustosi, nel nome di un pensiero unico omologante tale per cui i distinguo passano tra i tifosi di Bruno Vespa e quelli di Michele Santoro, tra chi segue Fabio Fazio o Emilio Fede, chi Paragone e chi Lerner, mentre in Usa il movimento non ha nessun rapporto con la tivvù né tantomeno è interessato ad averlo perché l’originalità del movimento, da cui la fortissima e preoccupante (per il potere costituito) presa sul pubblico,  consiste nel fatto di aver superato sociologicamente la fase “se è in tivvù è reale; se sei in tivvù vali di più”

Hanno volutamente scelto di stare fuori.

Ma c’è di più.

Hanno scelto anche di stare fuori da facebook e da twitter, considerate ormai “piattaforme e palestre antelucane” da prendere con il contagocce perché sotto ferreo e severo controllo da parte del potere costituito. Questi due social network, vengono usati come megofono amplificatore e basta. Le notizie e le informazioni, invece, passano attraverso l’uso di sistemi di comunicazione di massa più evoluti, quelli di ultima generazione (in Italia ancora sconosciuti, di fatto vietati) che fanno riferimento alla piattaforma VIBE su IPhone. Questa applicazione consente il totale anonimato, l’impossibilità di essere decodificati e identificati, perché l’uso è libero e non necessita di alcuna registrazione. Sono stati fatti circa un centinaio di esperimenti risultati in un successo clamoroso e quindi i manifestanti tra di loro stanno istituendo un sistema di comunicazione polivalente “altro” che sta producendo già risultati portentosi (all’americana, si intende): creano consenso e mercato. “Noi non abbiamo niente da nascondere, non violiamo la Legge e non commettiamo alcun reato” sostiene il prof. Adrian Wung, un neurofisiologo esperto nella conduzione elettrica delle sinapsi del cervello umano,  membro attivo di “occupy wall street” a Palo Alto, nella Silicon Valley, in California. “Ma le ricerche scientifiche nel campo della fisiologia dei neuroni cerebrali ci hanno dimostrato due fattori: 1) se l’individuo A è consapevole del fatto che il proprio messaggio è intercettato, controllato o in qualche modo decrittato, viene spinto a una forma inconscia di tendenza all’autocensura che finisce per obliterare alcune scariche elettriche spontanee del cervello rallentandolo, creano ansia e paura; di fatto invecchiano il pensiero; 2) abbiamo scoperto che se noi usiamo degli acronimi ai quali affidiamo e attribuiamo dei valori multipli, l’intelligenza subisce una impressionante variazione accelerativa, consentendo anche il plusvalore di gettare nel panico e nella confusione l’eventuale interlocutore spia clandestina. Da cui l’uso di nuove applicazioni. Ne stiamo già sperimentando delle nuove ancora più avanzate”.

Ho chiesto ragguagli sul punto 2.

Mi ha spiegato: “Se io mando un messaggio in cui uso IMF –e sto parlando di economia- nel cervello di chi legge e/o ascolta scatta un impulso automatico di decodificazione che legge l’acronimo che sta per International Monetary Fund, è ovvio. Ma se io a IMF attribuisco anche una valenza ulteriore nota a pochi (ad esempio International Matrix Foundation) la mente umana quando vede la sigla deve operare in termini più evoluti e veloci: il computer invece s’impalla perché ragiona in termini binari: o è zero o è 1 non è multidimensionale. Per il computer la vita è basata sul sì o no, apri o chiudi, acceso o spento, entra o esci, e il mondo finisce lì. La mente umana, invece, è più ricca perché accetta il principio di contraddizione e di coesistenza di significati plurimi addirittura contrapposti. Se invece di due ne attribuisco tre, quattro, cinque, sei, la mente del ricevente è sottoposta a molteplici scariche per cui deve interpretare la dizione giusta sulla base del contesto, ora, data, situazione, ecc.ecc. Si aumenta l’intelligenza, si aumenta l’attenzione, si aumenta la concentrazione e scarica di energia. Noi stiamo cercando un nuovo sistema di comunicazione inter-personale usando l’alta tecnologia perché il nostro fine è un “nuovo linguaggio” anche mediatico, noi puntiamo a un sistema sociale “altro” e quindi dobbiamo operare secondo categorie diverse. Per esempio, se un computer aderisce al movimento finisce per sostenere di odiare la banca. Io no. La odio e la amo, la voglio attiva e la voglio fallita, la voglio in perdita e la voglio in vincita. Questo è il binario del movimento”.

L’argomentazione non è da sottovalutare.

A Seattle, ad esempio, negli ultimi dodici giorni (dato diffuso ufficialmente) si sono verificati 4.256 episodi di compra vendita di manodopera e forza lavoro avvenute al di fuori dei canali usuali, cioè aggirando a) welfare; b) annunci a pagamento; c) annunci gratuiti; d) cacciatori di teste; e) mediatori di lavoro; f) sindacati.

“Stiamo cercando di lanciare un modello “ALTRO” di partecipazione al mercato del lavoro dove aggiriamo il cancro del sistema: la distribuzione” spiega Michelle Languildhsore, economista, docente all’università di Albuquerque e membro della sezione movimentista nel New Mexico  “è là che l’1% vince sul 99%, noi vogliamo lavorare perché ne abbiamo bisogno e fa parte delle ambizioni umane essere dentro la socialità, ma a noi non interessa manifestare, strillare o protestare e basta. Noi vogliamo creare subito mercato, e quindi, vista la stagnazione operata dai governi mondiali fallimentari, lo vogliamo fare in maniera indipendente e autonoma, senza sigle, senza identificazione. Chi sa fare una cosa, qualunque essa sia, trova sempre qualcuno che ha bisogno di avere quella cosa”.

Questo ha prodotto una interessante novità applicativa in campo lavorativo. Hanno lanciato un nuovo sito (copiando dichiaratamente la sigla) che si chiama OccupyWallSt journal nel quale vengono pubblicati video, opinioni, programmi specifici –in campo economico,. politico, pubblicitario, filosofico, tecnico, cibernetico,ecc.- con riferimenti e dati personali minimi, che stanno creando delle gigantesche reti di passaggio e costruzione di lavoro.

Qui di seguito, fornisco un esempio di “presenza multipla”.

Il titolo è: “Dove stiamo andando?”

"Where Do We Go From Here?"

Posted Oct. 23, 2011, 9:32 p.m. EST by OccupyWallSt journal
On the one month anniversary of Occupy Wall Street, Ed David went to Liberty Plaza to find out where the movement will go next.
Director ED DAVID
Producer DANA SALVATORE
Cinematography ED DAVID & ANDREW MCMULLEN
Editors LILY HENDERSON & ED DAVID
Assistant Producer JILLIAN MASON
Music: "I Drive" by Cliff Martinez

C’è un video e viene scritto chi l’ha diretto, chi l’ha prodotto, chi ha fatto le riprese,ecc. C’è la possibilità di connettersi con il sito di ciascuna di queste persone e lì trovate il prodotto del loro lavoro comprensivo addirittura del numero fisso casalingo, così se avete bisogno di un documentarista, di un regista, di un pubblicitario, di un fotografo, di un giornalista, ecc, se volete lo trovate lì a un prezzo inferiore di mercato.

Lo stanno facendo anche per ciò che riguarda le notizie sul movimento.

Vengono lanciate sul circuito Vibe IPhone e anche sul sistema di microblogging immediato Tumblr, che poi vengono immesse su twitter e su facebook “ma soltanto per dare la notizia al resto del mondo ed evitare che nascondano l’evento”.

Ecco di seguito un esempio di messaggio diffuso sul circuito Vibe IPhone, ieri pomeriggio.

Occupy Chicago Being Dispersed / Arrested By Police Presently

Posted Oct. 24, 2011, 2:31 a.m. EST by OccupyWallSt
Right now our sisters and brothers on the ground are in trouble and need your help!
  • 15 have been arrested so far
  • 120+ are in the process of being arrested tonight
Please show up and help them if possible.
They're currently occupying the Federal Reserve Bank - Chicago at 230 S Laselle.
If you can't make it in person, you can do the following:
Please follow:
Please call:
  • Chicago Police Department: 312-744-4000
  • Mayor's Office: 312-744-5000
  • Governer's Office: 312-787-0244

In seguito è rimbalzato su facebook e twitter (due ore dopo). Nel frattempo erano arrivate all’ufficio del governatore e del sindaco circa 50.000 e-mail e telefonate indignate di cittadini preoccupati e furiosi.

Tutto qui.

Non parlano di destra o di sinistra, di banche azzoppate o di banche virtuose. Stanno cercando un nuovo linguaggio “altro”. Intanto aumentano la loro forza, ed essendo un paese pragmatico, cominciano a essere davvero epidemici perché si comincia a produrre “lavoro e occupazione”. Stanno cercando di sottrarsi al controllo. E di inventarsi una nuova realtà alternativa.

Certo, loro sono diversi da noi italiani.

I dati della confindustria americana sono molto chiari: tra 14.256 manager di livello superiore nell’industria statunitense, il livello medio di età (il 69%) di chi comanda in azienda è tra i 25 e i 35 anni. Il 72% degli amministratori delegati di grosse società ha meno di 40 anni.

In Italia, il paese se la deve vedere con un 75enne che sappiamo che cosa fa, come vive e che cosa dice, appoggiato da un 71enne disabile che ha gravi e seri problemi di memoria soffrendo di continue crisi di amnesia e di perdita del senso di orientamento; la prospettiva che ci propongono è quella, forse, di un governo gestito dal 76enne Gianni Letta adorato e riverito dalla P2, e l’opposizione è rappresentata ai suoi massimi livelli da una anziana signora cattolica con i capelli bianchi, che è contraria all’aborto dato che ha marciato per far abolire la legge, è contraria a tassare le rendite economiche del Vaticano e che ha obbligato il suo partito (il PD, nel caso non l’aveste capito) ad appoggiare il finanziamento tra il 2009 e il 2011da parte della Repubblica Italiana a favore dell’istruzione privata di istituti di preti e suore.

Da noi, il dibattito attuale è noioso. Tutto qui, al di là della faziosità. Dicono e sostengono tutti la stessa cosa proponendo, i più esplosivamente azzardati, una minestrina riscaldata.

Oltreoceano spingono per entrare nel futuro. Detestano il loro presente. Hanno fretta di cambiare. Hanno una voglia pazza di arrivare al 2030 e al 2060 e al 2100.

Da noi è un piagnucolìo costante di belle ragazze e bei ragazzi di venti anni che –a seconda della collocazione politica- piagnucolano ogni sera in televisione lamentandosi che non hanno futuro come se avessero 80 anni. La cosa comica –se non fosse tragica- è che aspirano a un posto fisso, e parlano (a 20 anni) di pensionamento, chiedendo aiuto a dei vecchi, il cui unico parametro è allontanare il più velocemente possibile lo spettro della Morte che si avvicina per loro. Ineluttabilmente, come per tutti.

Per quale motivo dei 70enni dovrebbero occuparsi del futuro se la sola idea li atterrisce?

Obama ha poco più di 40 anni. Anche Frank Perry, il suo oppositore.

Tra i diversi leader di “occupy wall street” il più anziano ne ha 35. E poi ci sono i Grandi Padri come Paul Krugman, Noam Chomski, riveriti e stimati come gli anziani nelle tribù degli indiani. Ma loro stanno al calduccio dentro la tenda.  In guerra, sul mercato, ci devono andare i giovani. E’ quello che stanno cercando di fare e di proporre in Usa.

In Italia, preferiscono andare a fare la questua a casa di vecchi rimbambiti, seguitando a scrivermi che “occupy wall street” non ha nessun valore e non si capisce a che cosa serva.

Se non altro, sperimentano nuove tecnologie, si incontrano tra di loro, non vanno (né guardano) né partecipano a dibattiti televisivi, e creano mercato inventandosi soluzioni.

E scusate, se è poco, di questi tempi.

10 commenti:

  1. È vero, bisogna dartene atto, solo qui dentro riesco a informarmi su questo OWS americano e da quel che leggo mi son fatto l'idea che sia una cosa interessante.

    Non condivido, però, alcune delle tue considerazioni.

    Che gli italiani sono un popolo di teledipendenti ci può stare, ma se a dirlo sono gli americani, che la TV commerciale l'hanno inventata, mi sembra fuori luogo. E poi, la TV non è come un frullatore, è un mezzo di comunicazione, obsoleto magari, ma tutta un'altra cosa.

    Sulle nuove tecnologie.

    L'i-phone, a quanto ne so, è accusato di avere al suo interno un sistema di controllo ultrasofisticato, ma potrebbe essere una leggenda metropolitana.

    In ultimo, apprezzo il tentativo di costruzione di un "sistema-altro" bypassando la politica rappresentativa e lo sostengo, ma ritengo che tale sistema non potrà ricalcare il modello della crescita che fin'ora ha alimentato il nostro "sviluppo".

    Che dicono di questo gli american boys?

    guru

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  2. @Modigliani

    E' il solito realista cinico che ti scrive.

    Siamo sicuri che coloro che parlano in modo così entusiastico del movimento Ocuupy Wall Street non siano affetti dallo stesso disturbo di coloro che esaltarono la 'primavera araba' plaudendo alla richiesta (fantomatica) di democrazia delle folle arabe, le quali alla prima occasione di elezioni libere hanno scelto in Tunisia il partito degli islamisti mederati (certo, certo moderati)mentre in Libia il boss attuale parla di seguire la sharia in primis e poi (forse) la Costituzione?
    In Egitto vedremo a breve.

    Son proprio cinico eh?
    Ma sa finchè si canta e si balla si può sempre sognare.
    Il problema é quando si cozza con la realtà del quotidiano ed allora la frase di chiusura del lettore Guru qui sopra coglie il problema fondamentale che quelli di Occupy neanche sfiorano (così almeno pare a me).

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  3. la' fuori c'e' tutto un mondo che vive con regole non scritte, animali, piante, insetti, pesci, ci sono miliardi di specie che stanno vivendo un equilibrio meraviglioso assieme alla parte inanimata (forse) del pianeta.

    come fanno?

    sarebbe troppo chiedere alla Scimmia Sapiens di interrogarsi 5 minuti su questa cosa?

    forza scimmietta, piano piano (altrimenti ti spaventi) apri gli occhi ed osserva la vita. non c'e' solo l'ipod sul pianeta.....

    indopama

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  4. Bravo Indopama, hai colto nel segno.

    Silvio

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  5. la vita e' un grande mosaico, la differenza tra le elites e la massa e' che la massa comprende (a fatica) solo una tessera per volta e non conosce come siano collegate tra loro, atte a formare il disegno principale.
    poiche' se non lo capisce un motivo c'e', questo motivo e' la causa della propria situazione e non si trova tanto lontano da chi si lamenta.

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  6. @luigiza....chi mi segue sa che sono sempre stato scettico, e moltissimo, sulla cosiddetta "primavera araba" da me definita in un precedente post "la truffa"; in Usa esiste una antica tradizione democratica: il loro vantaggio consiste nel fatto che non devono "inventare" una democrazia evoluta, bensì la devono "recuperare" avendola tradita, è molto molto diverso.

    @Guru...... "Che gli italiani sono un popolo di teledipendenti ci può stare, ma se a dirlo sono gli americani, che la TV commerciale l'hanno inventata, mi sembra fuori luogo. E poi, la TV non è come un frullatore, è un mezzo di comunicazione, obsoleto magari, ma tutta un'altra cosa.".....spiego: la definizione di "frullato" è una citazione da MacLuhan, laddove in un suo testo famosissimo spiegava che i mezzi di comunicazione di massa di per sè sono innocui e non hanno alcuna valenza etica,tantomeno morale, ciò che li trasforma -eventualmente- in uno strumento diabolico o pernicioso è l'uso che se ne fa. Il coltello è stata una invenzione geniale, realizzata qualche decina di migliaia di anni fa: ha consentito una più veloce e sicura alimentazione. E' stata usata dagli umani anche come arma di difesa contro belve feroci salvaguardando la specie. E' usata anche come arma d'attacco per uccidere persone innocenti e deboli e buone. Da cui, il coltello non è nè buono nè cattivo, dipende l'uso che se ne fa. Proseguo....se gli americani dato che hanno inventato la tv commerciale non la possono criticare perchè rei del "peccato originale" allora, con questo discorso, gli italiani devono accettare in silenzio qualunque cosa facciano le banche, visto che la banca è una invenzione senese del XV secolo...ultimo: gli american boys se ne fregano dello sviluppo così coem viene inteso e definito dagli economisti alla Draghi, stanno da tutt'altra parte.

    @indopama...se la scimmietta sono io, mi dispiace tanto per te, ma essendo una scimmietta non posso che vedermela con banane, noccioline e l'allegra teoria di pulci appollaiata sul mio pelame, è la mia natura; ma sono in attesa spasmodica di delucidazioni da Uomini Superiori. Sono sempre pronto e disponibile ad apprendere da chi ha il Sapere in mano. Ben venga.

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  7. @sergiodicorimodigliani
    la citazione era generale, niente di personale, messa li' in quel modo per attirare l'attenzione. ne' buona ne' cattiva, il giudizio non rientra nel mio punto di vista, solo diversa.
    l'insegnamento?
    prima di applicarlo occorre sapere cosa sia e dove risieda l'apprendimeno. cio' che sappiamo ora potebbe essere incompleto per cui procedere sulla base dei nostri pregiudizi potrebbe non portarci nel luogo sperato, non crede?
    apprezzo sempre i suoi articoli, hanno un qualcosa in piu' della media pero', visto che il G.O.D. ogni tanto la cita, magari se se lo sentizze potrebbe ampliarli secondo il loro punto di vista, quale che sia bisognerebbe chiederglielo. sono sicuro che salterebbero fuori tante cose nuove, totalmente sconosciute ai piu' ma non a livello di narrazione dei fatti ma a livello di comprensione degli stessi data dall'osservazione da un livello di conoscenza "dell'uomo" assai diverso dal normale.
    lei ne avrebbe la possibilita', forse sarebbe anche tra i primi a farlo. e' il momento? non lo so, se accettano di parlare evidentemente si, altrimeni no e aspettiamo ancora.

    indopama

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  8. Tutto ciò è molto interessante, e merita approfondimento (mi riferisco all'argomento principale non a tutti i post).
    Sono però, per natura uno scettico sistematico, perciò mi chiedo se un movimento come sopra descritto, oltre ad una generica denuncia delle malfunzioni del sistema abbia qualcos'altro da dire, e, comunque una utilità reale.
    Io penso che occorra partire da uno studio teorico-pratico delle normative e delle regole internazionali che coinvolga chiunque abbia le competenze necessarie, possibilmente evitando l'autopromozione, e l'elegia di movimenti partitici o religiosi.

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  9. "Io penso che occorra partire da uno studio teorico-pratico delle normative e delle regole internazionali"

    sono d'accordo, e' esattamente quello che fanno tutti gli altri esseri viventi sul pianeta, potremmo andare e chiedere chiarimenti a loro, visto che a quanto pare loro non hanno problemi.

    hahaha

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  10. @indopama.....penso che dobbamo ancora aspettare, ma non manca molto

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