martedì 3 gennaio 2012

Svegliamoci e combattiamo contro il medioevo italiota. Ecco le battaglie da fare subito.

di Sergio Di Cori Modigliani

Due sono le grandi battaglie –davvero epiche per un paese medioevale come questo- che andrebbero fatte immediatamente, nel senso di subito adesso domani mattina (e il governo del ragionier Monti avrebbe la possibilità di poterle fare a costo zero impiegando mezz’ora del suo insulso lavoro da contabile passivo), anzi: tre.
La prima è economica, la seconda è politica, la terza è legale.
Ma tutte e tre sono, va da sé, intrecciate, e –una volta varate- darebbero un immediato segnale alla nazione, ai cittadini, ai mercati internazionali, che al governo ci sono persone per bene che ragionano. Nel senso che sono in grado di produrre ciò che all’Italia, in questo momento, serve più del pane: idee brillanti ed efficaci per la stabilità e il rilancio dell’economia.

1).  Quella economica. Ogni paese industriale ha come proprio punto di riferimento la borsa valori nazionale, termometro quotidiano e indice dell’autentico stato di salute (o di malattia) dell’imprenditoria, del movimento di danaro, del valore reale delle merci reali prodotte. In una borsa valori normale di un paese normale il lavoro degli addetti che ci lavorano consiste nello studiare a fondo, ogni giorno, i libri contabili delle aziende, i rapporti annuali tra capitale investito e lavoro, percentuali, investimenti, piano industriale, ecc.ecc. La borsa valori, in teoria –e nei paesi normali anche in pratica- funge da arbitro della circolazione del denaro in un’economia capitalista. In inglese le aziende quotate in borsa si chiamano “public company”: è la loro caratteristica democratica super partes. Il signor Pinco Palla è un imprenditore che ha una buona idea vincente: apre un’azienda, investe un proprio capitale –magari modesto perché di più non ne ha- e poi, va in cerca di finanziatori per far sì che il piano industriale presentato dai propri geniali progettisti trovi orecchie e occhi visionari disposti a dargli i soldi sufficienti per trasformare l’idea sulla carta in un evento reale. E così si rivolge al pubblico, e lo fa in maniera aperta e dichiarata. Gli analisti finanziari controllano tutte le funzioni base dell’azienda, l’idea, il progetto, il trend in quello specifico segmento e poi telefonano ai propri clienti e dicono “guardi che c’è un pazzo dell’azienda vattelappesca che ha brevettato un dentifricio che fa passare il mal di testa, senza controindicazione sanitaria. Ha superato tutti gli esami, ha avuto tutti i permessi, e lo sta producendo. Ha anche un ottimo business plan e una campagna pubblicitaria fantastica. Secondo noi, quel dentifricio funziona a meraviglia. Vale la pena rischiare e acquistare 25 mila azioni che oggi valgono 0,12 euro ma potrebbero dare grandi soddisfazioni anche a breve termine”. E così, quell’imprenditore trova i soldi per realizzare il piano. La borsa valori crea, in tal modo, lavoro, espansione, profitto, circolazione del denaro. L’investitore/speculatore si trasforma in sponsor industriale. Il mercato finisce sempre per premiare il migliore, perché lì vince soltanto la competenza e il merito.
In Italia, tutto ciò, invece, non funziona. Quantomeno, non funziona più.
Basterebbe andare a vedere il mercato editoriale, dove chi produce libri, giornali, riviste, dvd, comunicazione interattiva, progetti televisivi, ecc., invece che andare in borsa, opta per il sostegno di un partito che si fa mediatore e garante presso l’apposita commissione della Camera e del Senato e quell’imprenditore (?) finirà per succhiare una sovvenzione allo stato e in tal modo impedisce la circolazione del denaro, depaupera il Tesoro, aumenta la spesa pubblica: produce crisi invece che produrre espansione. Così, l’imprenditore non rischia mai nulla. Si è trasformato in un mafioso (ma spesso non lo sa). L’esempio de “Il Fatto Quotidiano” e di “Libero” sono molto esemplificativi. Il Fatto, quando è nato, ha scelto di rinunciare alle sovvenzioni dello stato puntando sul proprio prodotto per garantirsi indipendenza dalla classe politica, e si è presentato subito come spa (nel senso qui di società per azioni) ed è andato in borsa. “Libero” invece che, in teoria, sostiene il capitalismo moderno, ha scelto la strada medioevale senza rischiare nulla. Ha succhiato (e succhia tuttora) diverse decine di milioni di euro all’anno dallo stato (soldi a perdere) per pubblicare notizie che attaccano lo stato nella sua funzionalità. Inevitabile che il meccanismo si inceppi. Tutti gli altri settori funzionano nello stesso modo. Da aggiungere, inoltre, che in Italia esiste una pratica medioevale bandìta da tutti i mercati occidentali: esiste soltanto da noi: LA NEGAZIONE PER PRINCIPIO DELLA LIBERA CONCORRENZA. Tant’è vero che se Unicredit ha bisogno di soldi non è stimolata come banca a farsi venire in mente un’idea geniale tecnico-finanziaria, ma si rivolge al suo più forte concorrente, Banca Intesa, e si fa prestare dei soldi a tasso zero. Può farlo. Solo in Italia, intendiamoci, dato che quattro dei consiglieri di Banca Intesa sono anche consiglieri di Unicredit. Nessuno dei due istituti cercherà mai di guadagnare troppo a scapito dell’altro, altrimenti ci rimette di suo. E’ il sistema del consociativismo, creato ad hoc dal sistema politico medioevale italiano per far sì che coloro che sono “apparentemente” oppositori (un tempo PCI-DC-PSI, oggi PDL PD Lega Nord e UDC) in termini di mercato siano, in realtà, soci attraverso consulenze incrociate, consiglieri di doppia, tripla, quadrupla nomina e via dicendo. In tal modo il danaro non circola nel mercato, l’imprenditoria non produce idee, il finanziatore/speculatore non diventa più sponsor industriale bensì sponsor della classe politica. In Usa, Gran Bretagna, Germania, ecc, è VIETATO per Legge. Se un consigliere d’amministrazione della Chrysler viene scoperto soltanto a cena con un proprio pari grado della Ford, le rispettive aziende finiscono nei guai. In Italia c’è un’unica azienda che ha applicato questo principio da sempre (nonostante non avesse concorrenza), la FIAT. Tant’è vero che quando ha deciso di non avvalersi più della creatività e del lavoro di Cesare Romiti e si è sciolto il legame, la FIAT ha dato a Romiti un assegno di 40 miliardi di lire con una clausola specifica di 16 pagine che vietava a Romiti di accettare anche collaborazioni esterne per le più disparate aziende. A tal punto precisa quella clausola, che Romiti si è ritirato dal mercato che conta. Questa è la ragione per cui la Borsa Valori di Milano non conta nulla: i DATI DIFFUSI QUOTIDIANAMENTE SONO FALSI E BUGIARDI. Che vada in toro o in orso, cioè al rialzo o al ribaso, è pressoché irrilevante per il resto d’Europa; hanno abbattuto, infatti, il sistema della concorrenza. Se alcune aziende salgono non vuol dire affatto che godono di buona salute a scapito di altre, vuol dire invece –ma accade soltanto nel medioevo- che “si sono messe d’accordo” con la concorrenza. Basterebbe un immediato decreto legge che imponga un immediato dispositivo tale per cui nessun individuo può occupare più di un posto nel consiglio di amministrazione di un’azienda, tantomeno tra aziende che si fanno concorrenza. Se uno sta in Telecom, lì rimane e fa gli interessi della Telecom facendosi venire in mente buone idee; non può stare anche in Vodafone e/o in Wind. La Borsa Valori è il mercato che si fa arbitro, e non com’è in Italia lo spogliatoio dove i due allenatori si incontrano per stabilire prima il risultato della partita. Funzionava nel medioevo con le Signorie. Ma poi è arrivato il capitalismo che è stato rivoluzionario rispetto al sistema precedente, perché ha abolito l’oligarchia stimolando l’imprenditoria individuale e affermando il diritto di fare impresa anche per coloro che non erano nati aristocratici.

2). Quella politica. Così come la Borsa Valori rappresenta l’arbitro del mercato, così il Parlamento rappresenta l’arbitro del cittadino che alla Camera e al Senato porta avanti le esigenze, idee, istanze, bisogni e ambizioni degli elettori che gli hanno conferito delega. Questa è la funzione della Politica. Chi ha vinto le elezioni governa, chi le ha perse va all’opposizione, e da lì combatte per le proprie idee puntando “dichiaratamente” le proprie carte per dimostrare l’inefficacia, l’errore e l’inefficienza della maggioranza. La vita parlamentare consiste, nel far politica, nella gestione di quest’equilibrio di forze. In Usa, Gran Bretagna, Germania, ecc., è VIETATO dalla Legge che un deputato eletto nelle file del Partito X, nel corso della legislatura passi a un’altra formazione. In Usa, addirittura, nel 1960 hanno varato uno specifico dispositivo tale per cui gli elettori hanno il diritto di fare una class action chiedendo i danni anche in sede di amministrazione regionale e locale se il proprio rappresentante eletto cambia idea. Basterebbe un decreto lungo mezza paginetta, da presentare immediatamente: chiunque sia stato eletto nelle fila del Partito X è costretto per Legge a seguire le indicazioni di voto del proprio capogruppo. Nel caso non gli andasse più, si comporta come in Germania, Svezia, Spagna, Irlanda, ecc: si dimette, se ne va a casa, perde stipendio e pensione. Quel partito si trova un deputato in meno, peggio per lui che non ha controllato prima delle elezioni che razza di voltagabbana si fosse imbarcato. In tal modo, chi ha vinto, diventa maggioranza, ed esercita il potere, trova il modo di rispettare anche le esigenze dei propri alleati di governo, pena la sfiducia. Chi sta all’opposizione, lì resta e lì rimane, perché quella è la sua scelta, in attesa delle prossime elezioni. L’Italia è l’unico posto al mondo (l’unico) che consente a un individuo di farsi eleggere nelle fila di un partito di sinistra o di destra e poi, una volta in parlamento, può –a seconda del suo capriccio- finire nella opposta compagine. Se questo dispositivo fosse stato applicato, il governo italiano sarebbe stato battuto formalmente in data 14 dicembre 2010. C’è da scommetterci che le cose, in questo paese, sarebbero andate, a quel punto, in maniera molto diversa e forse –chi lo sa- saremmo perfino stati in grado di bloccare l’attuale emorragia. Quest’idea non piace a nessuno, né a destra né a sinistra. Alla politica del mercato hanno preferito il mercato della politica.
Quest’idea fa da pendant alla prima: lega l’economia alla politica.

3). Quella legale. Anche in questo caso, immediato decreto a costo zero che decuplica la credibilità del governo e del parlamento e darebbe un impulso immediato all’economia: tutti coloro che occupano una carica politica esecutiva sono costretti a rinunciare, per Legge, a qualsivoglia competenza retributiva e/o di lavoro per qualunque azienda, impresa, società, gruppo, i cui interessi possano essere implementati dal varo o dalla bocciatura di uno specifico dispositivo di Legge. E’ una modalità allargata di varare una formula di emergenza sul conflitto di interessi. A fianco di questo decreto, se ne vara subito un altro che promuove la liberalizzazione e riconoscimento delle lobby che potranno godere di udienza presso il parlamento e il governo rappresentando “ufficialmente” gli interessi di società, aziende, gruppi, operanti sul mercato al fine di salvaguardate i propri interessi in sede di politica istituzionale. In tal modo si spingerebbe “automaticamente” l’imprenditoria a diventare, giocoforza, creativa. Perché se io produco salumi e il mio biologo specializzato mi dice di aver inventato il più gustoso salame del mondo, io sono stimolato all’idea di andarlo a vendere al mercato e battere ogni concorrenza.
Ecco perché queste tre battaglie sono intrecciate e ineludibili.
Nell’Italia medioevale, il sedicente imprenditore sa che per vendere i suoi salumi geniali deve accordarsi prima con Alessandro Profumo, il quale ne parlerà con Corrado Passera a Banca Intesa, che ne parlerà con D’Alema che ne parlerà con Bersani che ne parlerà con il presidente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna che ne parlerà con Penati, il quale, in ultima istanza, darà ordini alle coop di prendere quei salumi in esclusiva. Sul mercato avrebbero avuto come prezzo di vendita la cifra di 30 euro al pubblico. Così facendo il prezzo è di 90. L’imprenditore, a ogni telefonata, deve aumentare il prezzo di costo all’origine. Non è più un imprenditore. E’ UN MAFIOSO. E’ ciò che è diventata l’industria italiana precipitando la nazione nel medioevo italiano. Così funziona il paese.
Questa è una nazione, ancora, ricca. Molto ricca.
Circola, soprattutto in questo periodo, una gigantesca mole di danaro, centinaia di miliardi di euro ogni giorno, dovunque, nel nord, al centro, nel sud e nelle isole.
Com’è noto, la circolazione del denaro è la linfa dell’economia e del lavoro.
Il fatto è che questo denaro circola soltanto tra 2,5 milioni persone e basta.
Questo è il numero di persone mantenute –con costi diversi a seconda delle loro mansioni- dai partiti in parlamento, con il PDL e il PD a farla da leoni.
Rappresentano il 4,7% della popolazione italiana che controlla il 90% della circolazione del denaro. Così funziona il medioevo.
Il capitalismo è stato rivoluzionario, propulsivo e progressivo per le società medioevali.
In Italia dobbiamo ancora fare la rivoluzione capitalista perché dobbiamo ancora uscire dal medioevo.
Queste tre battaglie che ho indicato erano, sono e saranno i tre punti cardine per produrre questa rivoluzione necessaria: costo zero, nessun morto, nessun conflitto sociale, nessuna tassa, nessuna manovra. A guadagnarci è l’intera nazione. Chi non sta sulla busta paga di qualche partito, in Italia, appartiene al 95,3% della popolazione che vive in uno stato medioevale, rimbecillito dalla truppa mediatica (pagata dal 4,7% e loro membro onorario) che ha l’esclusivo còmpito di far credere che viviamo in una economia capitalista: non è così. Viviamo ai tempi delle Signorie e subiamo i balzelli onerosi dei principi di turno, litigando e sbranandoci tra vassalli, valvassori e valvassini per avere udienza dal duca o dal cardinale.
Qualunque altra battaglia, manovra, legge, è inutile, fuorviante e non servirà a nulla, tranne che ad arricchire quel 4,7% e ad impoverire sempre di più il 95,3%.
E’ necessario abbattere questa barriera per far circolare il denaro. Perché ancora c’è, eccome se c’è in Italia. Il paese è ancora ricchissimo. Lo dobbiamo fare in fretta. Dobbiamo assumere sempre di più la consapevolezza di vivere dentro un Grande Inganno. La Realtà è che viviamo nell’oscuro medioevo. Dobbiamo uscirne. E se ne esce soltanto con la rivoluzione capitalista che abbatterà l’Ancien Regime.  Per far sì che essa si affermi è necessario attuare un meccanismo di circolazione del denaro, perché quando il denaro circola l’economia riprende.
A chiosa della presentazione delle tre battaglie necessarie da portare avanti subito e immediatamente, vi presento un racconto che mostra e dimostra il perché e come “il feticcio” danaro acquista Valore soltanto ed esclusivamente se e quando circola. Il racconto è piuttosto famoso, è stato scritto circa 150 anni fa, da un grande pensatore, un grande filosofo che spiegò in un suo geniale, complesso e complicato libro, il perché il capitalismo fosse rivoluzionario rispetto al medioevo e come funzionava il capitalismo quando seguiva la strada della “propria rivoluzione democratica”. L’autore era tedesco.
Si chiamava Karl Marx. Il Libro si chiama “Il Capitale”.
Il racconto che lui ci ha proposto si trova nel terzo libro.
Per facilitare la comprensione ho tradotto le cifre in euro di oggi invece che in talleri.
Ecco che cosa Karl Marx racconta sul danaro che si trasforma in “valore comune di scambio per creare ricchezza”.

“Ci troviamo in una ridente piccola cittadina della Svizzera tedesca. E’ un giovedì, alle ore 3 del pomeriggio. Il direttore del Ritz, l’hotel più lussuoso nell’intero cantone, è in preda all’ansia, allo sconforto e alla disperazione perché sente avvicinarsi la bancarotta. Proprio in quel momento arriva una carrozza che accompagna Herr Muller, un noto barone miliardario. Il direttore ordina ai valletti di andarlo a ricevere. Entra il barone e si avvicina al bancone della ricezione.
“Salve. Mi trovo qui di passaggio e ho deciso di concedermi una breve vacanza. Ho deciso di rimanere qui, vostro ospite, fino a lunedì mattina, dato che si tratta di un prestigioso albergo. E’ disponibile la doppia suite presidenziale?”
“Certamente” fa il direttore “al suo servizio”.
Dà ordine ai camerieri di prendere il bagaglio del barone e portarlo in camera.
Mentre sta firmando il suo check in (ndr. il termine è tradotto da me) il Barone dice al direttore:
“Guardi, io dovrei andare a una importantissima riunione a Monaco di Baviera il lunedì pomeriggio. Partirò quindi, lunedì mattina all’alba. C’è una possibilità però che io sia costretto, invece, a proseguire il mio viaggio perché la riunione è stata anticipata a domani. Mi hanno detto che mi spediranno un telegramma con la notifica esatta della data presso l’ufficio postale che si trova a 25 chilometri da qui. Siccome c’è il sole, ed è una bella giornata, allora approfitto e vado alla posta in carrozza, con calma. Ritornerò quindi, prima di cena e le farò sapere”
“A vostra disposizione signor Barone”
“Quanto viene l’intero importo?”
“Per quattro giorni, compresi i pasti e l’assistenza e il servizio carrozza fanno 10 mila euro”
Il Barone prende il portafoglio e tira fuori i soldi “Bene, eccoli qui, ve li verso in anticipo, mi fa sentire più tranquillo. Un’ultima cosa, se non le dispiace. Se questa sera, ritornando qui io dovessi comunicarle che devo ripartire e non posso rimanere, potrei riavere indietro la cifra versata?”
“Naturalmente”.
“Bene. A dopo, allora”.
Il Barone se ne va alla posta.
Il direttore tutto contento prende i 10 mila euro e corre dal sarto con il quale aveva un debito che lo stava strozzando, pena la requisizione di tutte le coperte, asciugamani, divise dei camerieri e passamanerie. Salda il suo debito e torna contento in albergo. Il sarto, felice di aver incassato i suoi soldi, corre dal farmacista e salda il suo debito: avrà la possibilità di comprare di nuovo le medicine di cui abbisogna sua moglie. Il farmacista che era disperato perché non poteva pagare il notaio corre da lui e salda il suo debito: avrà firmato il rogito della sua nuova proprietà. Il notaio corre dal padrone dell’immobile del suo ufficio e salda il suo debito per gli affitti arretrati. Il proprietario della casa corre dall’azienda di imbianchini e salda un suo lungo debito. L’imbianchino, finalmente sollevato, va dal direttore dell’albergo e salda il suo debito di 10 mila euro. Pochi minuti dopo, ritorna il Barone.
“Mi dispiace tanto ma purtroppo devo partire immediatamente. Potrei riavere i miei soldi?”
“Naturalmente, signor Barone, eccolo qui”.
Il direttore dell’albergo glie li consegna.
Il Barone prende i suoi diecimila euro se ne va.
In quel paese, sono stati saldati tutti i debiti. I cittadini, contenti, sono pronti a imprendere di nuovo per produrre ricchezza locale.
Così funziona il capitalismo”.

Sono d’accordo con Karl Marx.
Il Barone, oggi, è lo Stato (come ci ha spiegato John Maynard Keynes).
Lo Stato immette denaro che, di per sé, come Marx ci spiega, non ha alcun valore se non quello di “feticcio”, ma nel momento in cui il denaro comincia a circolare acquista valore: “nasce a nuova vita”. Tanto più scorre velocemente, tanto più “magicamente” aumenta il suo valore. L’economia capitalista, infatti, ha una sua funzionalità circolare.
Nel medioevo il danaro circolava soltanto all’interno delle famiglie aristocratiche. Quindi, poco a poco, ha perso “valore”.
Il capitalismo rivoluzionario ha abolito tale privilegio.
In Italia, il danaro che lo Stato immette finisce per essere consegnato nelle mani del 4,7% della popolazione che si è auto-eletta delegata alla circolazione nella società civile perché lì è stata messa dalla attuale classe politica, al fine di controllare lo scorrere del denaro e far sì che circoli –sempre più velocemente- solo e soltanto all’interno del cerchio magico di quei 2,6 milioni di individui. I 57,4 milioni di cittadini restanti vivono in un mondo medioevale all’interno del quale il danaro non circola. Così l’economia si inceppa. Il capitalismo non è più in grado d poter funzionare, il danaro da “valore dinamico” ritorna a essere “feticcio virtuale”: è la fondazione della finanza oligarchico-aristocratica al posto dell’economia democratica.
Chi combatte e lotta per la libertà di questo paese dal medioevo deve essere consapevole di che tipo di battaglia sia necessario affrontare per poter progredire.
Spetta a noi, 94,3% spingere, pretendere, esigere che il 4,7% allarghi i cordoni della borsa e che il danaro ritorni a essere messo in  circolazione dallo stato “affinchè circoli nel più vasto àmbito possibile in modo tale da creare ricchezza collettiva, bene comune e progresso sociale” (Keynes) perché questo è il fine ultimo.
Cominciamo a organizzarci, liberandoci dalla narcolessia che il 4,7% attraverso la consueta truppa mediatica (veri e propri spacciatori di falsità prezzolati) inducono in tutti noi, sperando che non capiremo il trucco, non lo vedremo e quindi non saremo in grado di ribaltare la situazione.
Ogni volta che andate ad elemosinare qualcosa da un assessore, ogni volta che andate a cena con un capo bastone di un qualunque partito che vi ha promesso un lavoro, un posto per vostro figlio, e vi dimostrate disponibile a servire questo o quello, ebbene voi -mettetevelo bene in testa- state alimentando il 4,7% commettendo un suicidio sociale. Siete dei mafiosi, magari in buona fede.
Perché la mafia siamo noi.
Questo è il meccanismo che noi tutti dobbiamo interrompere e far inceppare.
Dipende da ciascuno di noi.
Il giorno in cui il 4,7% si accorgerà che il 94,3% si è svegliato e non se la beve più e quel 94,3% pretenderà con le armi della Legge che ogni consulente, collaboratore, membro di quel 4,7% ecc., mostri e dimostri il perché il come il quando il quanto denunciandolo per aver inceppato l’economia nazionale, ed esigere dalla Legge che la Norma venga applicata anche a loro, allora l’Italia avrà recuperato la propria dignità di nazione e di popolo e il rispetto collettivo della comunità sarà stato di nuovo saldato.
Fintantochè gli italiani opteranno per essere accolti dal 4,7% pur di “rimediare qualcosa” il medioevo seguiterà a esistere.
Ma dipende esclusivamente da noi.
La Storia insegna: le società cambiano quando i tempi maturano.
E i tempi maturano quando la gente ha stabilito e deciso che i tempi sono maturi.
Il 94,3% della popolazione è un potere enorme. Ancora acerbo.

Beh….come dire….acceleriamo la maturazione dei tempi.
Che cosa state ad aspettare?

11 commenti:

  1. analisi assolutamente convincenti, a mio avviso!

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  2. benvenuto alla MMT...Il problema vero non è quel 4.7%, che è al limite secondario, ma la struttura attuale dell'euro che ha tolto allo Stato il potere di renderci più ricchi e far girare l'economia.

    Ma lei conosce per caso Paolo Barnard? Perchè non provate a collaborare insieme? siete sulla stessa lunghezza d'onda. Lui è più tecnico, ma lei scrive meglio...

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  3. c'è un piccolo particolare:
    da tempo il barone non è più lo stato, cioè i cittadini, visto che il potere di creare e gestire il denaro è stato messo in mani private e cioè al 4.7% come lo chiama Lei,
    il suo ragionamento è valido quindi solo se lo stato si riappropria del diritto di gestione ed emissione della "linfa" altrimenti è finanza medioevale e non capitalistica rivoluzionaria,
    a mio parere naturalmente...
    complimenti per il blog !!!

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  4. Questo Stato e' la continuazione del vecchio stato piemontese.
    Uno stato obsoleto gia' alla nascita. Medievale come giustamente lo definisce lei. Dove il principe alla fine del 700 andava ancora a caccia come fossero cervi di protestanti valdesi. La sua struttura non e'mai cambiata. Non lo ha cambiato il Fascismo, la Democrazia, con l'ingresso delle classi popolari lo ha peggiorato.
    Come nel Medioevo e' il favore del Principe che concede licenze, posti nello Stato, Monopoli e la Chiesa si occupa dei poveri e di attenuare il conflitto sociale.
    I partiti hanno solo preso il posto del principe e ne hanno continuato il comportamento.
    E' sulla assistenza sociale, sulla liberta' di lavoro e di impresa che
    l'Italia non progredisce e non puo' progredire.
    Non solo i partiti ne hanno continuata la logica ma l'hanno cosi inflazionata di posti di lavoro nello stato da crearsi un enorme consenso. Quel 51% che basta.
    L'italiano non ha diritti. Nei stati dove esiste un assegno di disoccupazione uguale per tutti il cittadino ha un diritto.
    Qui vive solo il ricatto. Con me avrai questo, senza di me ...
    Ma ormai vale per le due parti. O mi dai o non ti voto e cosi si continua ad assumere e a tassare in una spirale senza fine.
    Anche il movimento dei precari e dei disoccupati e' dentro questa logica. Basterebbe un grande movimento che vuole una assistenza uguale per tutti, che domandi la umana liberta' di esseri liberi
    di crearsi il proprio lavoro per spazzare via questo suicidio collettivo.
    Ma come siamo umani e abitudinari continueremo su questa strada.
    Le auguro buon lavoro.

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  5. "Basterebbe un grande movimento che vuole una assistenza uguale per tutti, che domandi la umana liberta' di esseri liberi"

    Quoto. Sottoscrivo. Questa è l'unica chance.

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  6. La democrazia per me in Italia non è mai esistita. Il processo che noi chiamiamo democratico non lo è affato. So che verrò criticato, ma una delle ultime vere democrazie rimaste era la Libia di Gheddafi.
    Per il rilancio baseterebbe l'applicazione della MMT: job creation e moneta legata al valore dell'economia reale.
    Le soluzioni esistono e sono evidenti. Purtroppo mancano dei leader per promulgarle e una base che sappia ascoltare.
    Ormai destra/sinistra, cattolici e comunisti non esistono più. Siamo tutti quanti solo dei consumatori. Dobbiamo spogliarci di questa identità e ritornare ad essere degli individui che vivono in una comunità, solo così ci può essere un vero cambiamento.

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  7. Non basta ridurre tutta la borsa ad una legge contro i cartelli, ok, ma l'economia è più complessa, mi associo con chi ha citato la MMT ed aggiungo che tale teoria è già stata applicata con successo da Hjalmar Schacht, anche su wiki ne spiega il sistema dei "crediti di lavoro"

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  8. Va bene. Le voglio dare una speranza.
    "Gli uomini cambiano quando sono costretti a farlo"
    Purtroppo per le societa', la Storia e' piena di esempi, non e' sempre vero.
    Proviamo.(Poi ognuno ha le sue idee. Io dico le mie.)
    Semplifichiamo lo Stato.
    Assegno di disoccupazione per tutti. (Il cosi detto minimo garantito)
    Pensione uguale per tutti a una certa eta' 65 66 67?
    Non si puo' avere un aparato burocratico enorme come lo abbiamo noi
    e allo stesso tempo dare questo modello.
    Quindi pulizia.
    Noi siamo sempre stati un paese di Comuni. Io abolirei subito le regioni. Tanto per fare dei numeri Comuni non piu' piccoli di 30.000,
    non piu' grandi di 200.000 ab. (Noi siamo bravi nel piccolo. Di logistica siamo veramente poveri)
    L'acqua e la salute sono beni pubblici.
    La Polizia va unificata ed intendo
    Polizia, vigili urbani, carabinieri e finanzieri che si occupano di
    settori collegati.
    Riforma della scuola? Ma che ogni Preside, Rettore assuma chi vuole a
    suo rischio e pericolo. Poi se dal suo istituto non esce gente preparata tornera' a fare l'insegnante, sempre che qualcuno lo voglia.
    Come vede ho gia' abolito l'INPS la Pubblica Instruzione ecc
    Fatto dei nemici ormai in quantita'.
    Quindi sara' meglio non continuare.
    Il problema e' che non voglio abolire me stesso.
    Non ho voglia di trovare sotto casa il killer che mi aspetta.
    Non mi interessa morire da eroico comunista, liberale, fascista o da semplice salvatore della patria naturalmente incompreso. Del resto il nome me lo daranno loro.
    Quello che interessa a me, vecchio stupido cinese, e' stare seduto
    in riva al fiume aspettando passare questa carogna putrefatta, mi sono anche comprato un fazzoletto profumato.
    Io non voglio salvare nessuno, non ho la sua ambizione o amore che sia.
    Io questo stato lo voglio morto.
    Allora, forse i tempi saranno maturi.
    Gli economisti pensano alla circolazione del denaro, cosi ci si salva.
    Bla' bla'. A una barca marcia le puo' dare quanta acqua vuole sotto la chiglia ma se e' marcia affonda lo stesso.
    Provi a fare questa proposta.
    Regioni autonome europee dove si esperimenti una nuova e comune
    amministrazione pubblica per tutti gli europei.
    Provi.
    Una moneta in comune e una P.A. in comune.

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  9. @Godzilla

    Bene! Benone! Benissimo!

    Monti come Bruening
    La MMT, Barnard (Randall Wray) come Schacht
    ...... come Hitler!

    Per gentilezza, già che ci sei, vorresti completare la sequenza? Così tanto per darci qualche informazione in più e rassicurarci definitivamente?

    Da parte mia, visto che, come diceva quel tale bene informato, "la storia si ripete sempre due volte la prima in tragedia e la seconda in farsa", per i puntini propenderei per Bluto di braccio di ferro!

    Sergio, cosa era quella cosa che dicevi a riguardo di coiloro che non conoscono la storia e che perciò sono destinati a ripeterla...?

    Ciao Melman

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  10. Melman la MMT è uno strumento, come un computer. Ci puoi programmare una rapina o ci puoi scrivere un bell'articolo....

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  11. @fricci

    Non lo metto in dubbio! E' il possibile parallelo storico che mi sgomenta!
    Ciao Melman

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