venerdì 2 marzo 2012

Grandioso successo in Usa della giornata di protesta indetta da "occupy wall street" per il 1 marzo. In Italia neppure è stata data la notizia.

di Sergio Di Cori Modigliani


Non c’è da stupirsi che I media italiani –e la stragrande maggioranza dei media europei- abbiano scelto di cancellare le notizie riguardanti il movimento “occupy wall street”.
In Francia, le notizie ancora arrivano e vengono diffuse soltanto grazie al fatto che oltr’alpe sono nel pieno della competizione elettorale e i sostenitori socialisti usano le immagini e le notizie in funzione anti-Sarkozy.
Anche in Germania le notizie cominciano a diffondersi, grazie alla diffusione sempre maggiore che i media locali cominciano a dedicare alla preannunciata campagna di primavera. E i verdi tedeschi e l’opposizione intellettuale comincia a farsi sentire in un crescendo di confronti, dibattiti, discussioni contro l’idea europea del triumvirato Monti/Sarkozy/Merkel. Tant’è vero che Frankfurter Allgemeine Zeitung (un ottimo e celebre quotidiano tedesco, usando la terminologia italiana diciamo moderati democratici) ha iniziato la pubblicazione di articoli, idee e visioni di economisti, pensatori, intellettuali, che stanno cercando di spiegare l’attuale fase che l’Europa sta attraversando.
L’articolo apparso in Germania in data 5 dicembre 2011 a firma Michael Hudson, ripubblicato su tutti i media sia inglesi che statunitensi con il titolo “Has the link been broken?” (è stato spezzato il collegamento?) ha ormai aperto uno squarcio all’interno del quale si stanno, poco a poco –e in maniera sempre più vasta- inserendo tutte le componenti politiche ed intellettuali europee il cui intento dichiarato è fare chiarezza, spiegare con parole semplici e chiare alla gente ciò che sta accadendo.
Ma soprattutto spiegare dove stiamo andando a parare.
Il prof. Hudson è un economista della scuola post-keynesiana dell’università del Missouri (era uno dei quattro relatori invitati al convegno di Rimini organizzato la settimana scorsa da Paolo Barnard, evento censurato dall’intera truppa mediatica nazionale) il quale, insieme ad un gruppo di altri 400 docenti universitari statunitensi (“ci sono professori e professori” come lui stesso ha tenuto a precisare, per distanziare se stesso e i suoi colleghi da Mario Monti e i bocconiani, in Usa definiti “i nipotini di Goebbels” –questo tanto per chiarire come stanno le cose visto che in Italia i media hanno presentato il viaggio di Monti in Usa come un trionfo, mentre invece, dal punto di vista del rispetto democratico è stato una catastrofe tragica; l’Italia è ormai considerata una nazione che si è chiamata fuori dalla democrazia, espoliata da una oligarchia nazionale medioevale e autoritaria- e il prof. Hudson, il prof. Black, Stephanie Kelton, Nouriel Roubini, Paul Krugman, Joseph Stieglitz, Christina Rohmer, Joshua Seymour e diverse altre centinaia di studiosi, cominciano ad essere ascoltati, dibattuti.
Ma soprattutto si comincia a diffondere il loro pensiero e le loro idee, basato sull’elementare e pragmatico concetto americano “it will fail because it doesn’t work: that’s it” (“porterà al fallimento perché non funziona: tutto qui”) completamente scevro da qualsivoglia implicazione ideologica e connotazione di destra o di sinistra, conservatrice o progressista. L’idea del mondo imposta dalle oligarchie economiche planetarie, di cui Mario Monti ne è uno dei devoti ragionieri esecutori, è sbagliata: tutto qui.
Non funziona. Non serve a nulla.
Ma soprattutto non serve a nessuno. Neppure a loro stessi.
Una volta realizzato il loro piano economico suicida, ritrovandosi con una contrazione del consumo interno spaventoso, daranno il via (sostengono Hudson e Black) a una gigantesca manovra speculativa finanziaria basata sul fatto di negoziare derivati e crediti inesigibili tra di loro, finchè, inevitabilmente la bolla scoppierà. E il sistema affonderà.
“L’aspetto più paradossale e surreale dell’intero stato mondiale dell’economia” ha detto l’economista Stephanie Kelton alla radio americana (network di circa 5.000 radio diffuse in tutti i 50 stati dell’unione)  “consiste nel fatto che noi ci stiamo dannando per spiegare ai detentori del potere e ai controllori terrestri della ricchezza che le loro manovre e idee sono contro-producenti per loro, perché una volta che l’intero sistema sarà esploso, a spasso a Central Park, insieme a tutti noi, ci saranno anche loro. Magari con una pelliccia di zibellino e qualche anello di diamanti che sono riusciti a salvare. Ma pur sempre a spasso: perché avranno perso tutto, ma davvero tutto, non avranno neppure una casa dove andare a dormire”.
Forse ci voleva una femmina, con una bella faccia, una bella voce (oltre che, va da sé, soprattutto con una squisita intelligenza applicata a un’ottima didattica derivata da competenza tecnica accertata) per sconvolgere le menti annebbiate di quella middle class americana depauperata da coloro che sostengono di volerla salvare.
Tutto ciò mentre l’Italia dorme cullata dalle ninne nanne piddine.
Si spiega così l’incredibile successo delle manifestazioni in tutti gli Usa in data 1 marzo 2012 (ieri, soltanto ieri, mica dieci anni fa) di cui neppure una minima menzione è stata diffusa in Italia, Germania, Spagna, Irlanda.
Come avevano promesso e programmato, annunciato e pianificato, il movimento “occupy wall street”, a differenza dell’Italia narcisista dove i cosiddetti “movimentisti” si capisce ancora aspirano ad un posto a tavola da Ballarò o da Gad Lerner, un pezzullo su Il Fatto quotidiano e magari un editoriale colto in terza pagina su la Repubblica (per poter dire a se stessi “io esisto”) in Usa hanno portato a fondo la prima giornata di protesta collettiva contro i centri simbolici del potere oligarchico finanziario.
Naturalmente con diversi arresti, circa 500 interventi –in alcuni casi anche brutali- della polizia locale, ma con la sorprendente partecipazione di un ceto sociale produttivo che comincia a mordere il freno e si rende conto della totale suicida inutilità di tutto ciò che stanno combinando i nostri governanti, da Obama alla Merkel, da Monti a Cameron.
Tre importanti istituti finanziari americani (Citibank, Bank of America  e Merryl Lynch) hanno dovuto chiudere agenzie e sportelli in 24 stati dell’unione perché invasi da gruppi spontanei di persone vestite bene, che non inalberavano neppure un cartello, che distribuivano volantini, che si sono piazzate davanti alle casse impedendone il funzionamento, senza violare alcuna legge. Come dice il comunicato stampa diffuso dal movimento (in Francia e Inghilterra è stato diffuso)
Occupy wall street informationss to the world on March 1st 2012: As an overview, the actions today varied from sit-ins and pickets to street theater and banner drops. There were many creative actions including a foreclosure on Citibank, a “Corporate Debutant Ball” in Salt Lake City, teach-ins in Norman, OK and Naples, FL, actions targeting Pfizer, the Koch Brothers and Bank of America in New York, and a delicious Ice Cream Bloc in Oakland. Three distribution centers of Wal-Mart were shut down in a coordinated southern California action, as well as the World Corporate Headquarters of Pfizer in Connecticut. Further ALEC corporations targeted included Monsanto in Washington D.C., AT&T in Kansas City, MO and Atlanta, an action at the BP trial in New Orleans, Bank of America in Charlotte, PNM in Alburqurque, Altria in Richmond, and Peabody Coal in St. Louis. Dozens of other cities took action as part of F29 including Denver, Minneapolis, Louisville, Winston-Salem, and many others. We are proud to say the tone of the actions today remained jubilant and focused even in the face of police repression.
Mentre da noi si discute se Nichi Vendola dovrebbe o non dovrebbe chiedere scusa a Walter Veltroni (sigh doppio sigh triplo sigh) in giro per il mondo c’è che si organizza e pubblicamente si manifesta rendendosi visibile perchè ha deciso e scelto di prendere in pugno il destino della propria esistenza. Data la narcolessia nazionale, la cui gestione è stata affidata con diabolico acume strategico ai funzionari del PD, da noi non viene diffuso un bel nulla. Come se non esistesse, partendo dall’applicazione del principio italiota per cui “se non si vede alla tivvù, la rete non ne parla e non c’è il video da Santoro o Floris, allora vuol dire che non esiste”.
I media statunitensi hanno ricevuto (e l’hanno applicato) l’ordine di non fare da cassa di risonanza. Quindi, censura totale. Non si sono resi conto che l’America sta uscendo da quella che il loro geniale sociologo Cristopher Lasch trent’anni fa aveva identificato come “L’età del narcisismo” ovverossia una pulsione di massa tale per cui l’obiettivo collettivo diventa la visibilità sui media, a qualunque costo, rendendo irrilevante l’argomentazione da sostenere.
Macchè.
Anzi. Stanno facendo il contrario.
Preferiscono che non se ne parli tanto. E’ passata la consegna di non farsi intervistare, non rilasciare dichiarazioni, ma comunicare gli eventi e i fatti con nomi, luoghi, date, orari, per poi connettersi e collegarsi con le singole realtà locali ad personam. L’obiettivo è la costruzione di un tessuto connettivo che sia immune dalla rete del web dove ormai il potere ha gioco facile nel controllare, manipolare, promuovere se stesso.
E’ un “web esistenziale” che va a coprire il posto lasciato scoperto dalla caduta impietosa degli ammortizzatori socio-psico-economici.
Proprio loro che hanno costruito, inventato e imposto al mondo la realtà virtuale, hanno capito che per cambiare il mondo, vivaddio, è necessario ritornare al mondo reale.
Quindi: aggregarsi, incontrarsi, confrontarsi. Meglio un’accesa discussione antagonista con esseri umani veri piuttosto che salamelecchi e abbracci con esseri virtuali.
In Italia siamo ancora nella fase di costruire insieme una pagina su facebook di protesta cosmica per raccattare un numero sufficiente di mi piace e così avere un po’ di pubblicità per raccattare qualche euro, nel nome di un principio che rimane virtuale.
Bisogna invece ritornare al reale.
Perché la discriminante oggi è tra la finanza speculativa (quindi carta straccia che opera e vive e prospera nel “virtuale”) e l’economia produttiva (quindi lavoro e mercato che opera vive e prospera nel “reale”).
Se non ritorniamo nella realtà, e non superiamo la dipendenza dal virtuale, come possiamo aspirare a un radicale cambiamento della nostra esistenza?


8 commenti:

  1. heee.. bella domanda! c'è una bella differenza fra il virtuale e il reale. Nel web ho la libertà d'informarmi ed esprimere le mie idee come in questo ottimo blog. La libertà della rete.. informazione libera.. ma mi sento prigioniero di questa libertà, mi sembra, ora che scrivo, di urlare contro il muro! a cosa serve questo? chi avrà le capacità di leadership per creare occupy piazza affari?

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    1. Caro Alessandro, hai perfettamente centrato il punto. Dobbiamo essere in grado di andare al di là del muro......

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    2. Gia', purtroppo c'e' anche la nostra particolare realta'.
      Trovato questo oggi in http://www.tzetze.it
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      Negata la sala del teatro parrocchiale di Mezzolombardo all'astrofisica Margherita Hack, che avrebbe dovuto presentare il suo ultimo libro il 6 aprile, Venerdì santo. La decisione è stata presa dal comitato di gestione del teatro S.Pietro, di proprietà della parrocchia del paese trentino.

      ''Le tematiche trattate nel libro sono incompatibili con lo statuto di gestione del teatro che non ammette si possano tenere manifestazioni che offendano la morale cattolica'', affermano i quattro membri del comitato (su sei) contrari alla presenza dell'astrofisica, tre scelti dalla parrocchia e uno dal Comune.
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      un commento che non posso verificare
      'Le tematiche trattate nel libro sono incompatibili con lo statuto di gestione del teatro che non ammette si possano tenere manifestazioni che offendano la morale cattolica'' ..............
      CASTELLAMMARE DI STABIA durante la processione di San Catello con
      l'arcivescovo Felice Cece, possibile.. "papa"
      la statua si ferma per onorare con INCHINO il Boss Raffone agli arresti domiciliari 'esponente della camorra stabiese da qualche anno agli arresti domiciliari.

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    3. forse la Hack ha osato sostenere che la Terra è tonda e si muove orbitando intorno al sole...di questi tempi ne dicono di tutti i colori!!

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  2. Noi siamo terribilmente provinciali ma con la spocchia sotto il naso, come se fossimo l'ombelico del mondo. Purtroppo i media ancora non riescono a sentire lo spirito del tempo nuovo, il vento del cambiamento che spira dappertutto. Occupy Wall Stree e We don't pay sono movimenti sempre più diffusi altrove, da noi si tenta di criminalizzare il No-tav per evitare la saldatura fra le diverse forme di protesta, servendosi dei violenti che s'infiltrano nei movimenti (succede anche negli Usa, ma lì le persone sono più mature) perché sinora il "divide et impera" è riuscito nell'intento. Le varie categorie contrapposte sono per il potere la migliore garanzia per evitare che ci si coalizzi contro partiti e dirigenti di basso conio.

    Si fa una fatica enorme ad uscire dal cono d'ombra e dalla rete per portare alla luce le informazioni che vengono nascoste.Se non ci scappa il morto, se non c'è la guerriglia, le denunce non vengono prese in considerazione. Anche questa è una forma d'arroganza ed i partiti non vogliono capire che la loro gestione della polis è diventata fallimentare visto che appena il 4 per cento ha fiducia in loro. Vogliono essere considerati, secondo Costituzione, ma poi la violano continuamente delegittimando la sovranità popolare espressa dal Parlamento.

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  3. Bisogna sapere anche cosa si vuole. Bisogna sapere anche chi sta con te in questo volere. Ci si puo' anche scontrare sulle varie teorie della crisi ma poi se non si sa dove si va e cosa si vuole tutto diventa fuorviante. Uno puo' gridare all'unita', essere contro la guerra dei poveri ma il problema e' la guerra dei giusti e cosa e' giusto e come renderlo e portarlo all' altro e' l'unica strada percorribile. Forse una lettura come questa aiuta. Non lo so.
    Tony Judt e' morto. Non rispondera' piu' ma fa delle domande ma su una delle sue affermazioni io sono d'accordo.
    "La scelta non sara' piu' tra stato e mercato ma tra due tipi di stato. Un nuovo modo di concepire il governare ormai incombe. Se non siamo capaci noi di trovarlo ed attuarlo altri lo faranno."


    http://www.nybooks.com/articles/archives/2010/apr/29/ill-fares-the-land/?pagination=false

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  4. Fa piacere vedere come tutte le forze positive tendono a convergere sempre più.
    Sergio, sarebbe stato bello averti con noi al summit dell'MMT a Rimini.

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  5. Vorrei sapere perchè al festival dell'economia di Trento non invitano personaggi di questo calibro, invece di buttare i soldi per i soliti noti (che danno solo informazioni di regime)

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