martedì 27 marzo 2012

Il Fatto Quotidiano giustifica gli stupratori: è colpa delle donne che provocano. Io non giustifico Il Fatto Quotidiano.

di Sergio Di Cori Modigliani

Il togliattismo rimane una inguaribile malattia della sinistra italiana, soprattutto in campo mediatico. E’ la vera malattia infantile del mediatico sinistro. Più d’una volta –per non dire davvero troppo spesso- si scoprono articoli firmati dalla stessa persona (in questo caso femmine e maschi alla pari) che in contesti diversi sostengono opinioni addirittura opposte, non ultimo una certa personalità politica che difende la Fornero e Monti in pubblico e alla televisione, li attacca su una rivista sindacale, si astiene nel voto in direzione. Ma non è l’unica persona.

Se a questa infantile malattia inguaribile che viaggia sui binari opposti dei principii del Libero Pensiero ci aggiungiamo quello che molti hanno definito “il berlusconismo”, ovvero quella sintesi tra clientelismo/volgarità/arroganza/corruzione/disprezzo per il diritto dei singoli e per la norma costituita, ben rappresentata dal termine odiens o consenso o applausi o come vi pare, allora si ottiene il Nuovo Mostro nato nel dopo-Berlusconi.

E’ quella che io chiamo la “cultura della melassa” un gigantesco contenitore dove tutto è consentito purchè faccia cassa, purchè attiri consenso, purchè faccia provocazione, purchè aumenti le vendite, l’attenzione, la curiosità. Non ha importanza né la qualità, né tantomeno il Senso, e meno che mai la serietà dell’argomentazione, di solito piatta e precotta.

Il Fatto Quotidiano, si adatta ai tempi e ben li interpreta. Fa scrivere diversi blogger sul quotidiano on-line, pur di attirare lettori, ma alcune cosette le fa scrivere sul quotidiano cartaceo sapendo che ormai non lo legge più nessuno. In mancanza di gossip, la consueta fomentazione all’odio e soprattutto in mancanza di buone idee creative, imbarcano chi possono. Tra questi, Massimo Fini, uno scrittore che è stato il porta-bandiera di Berlusconi (prima lo era stato di Craxi) e che oggi su Il Fatto (quello online è ovvio) presenta se stesso come uno che lo ha da sempre contestato; che attacca la casta e i privilegiati cui appartiene e proviene, che ci tiene a parlare di pace e pacifismo (è autore di un libro dal titolo “Elogio della guerra” scritto qualche decennio fa quando captò la deriva verso destra e allora si gettò a capofitto in quel settore) ma che è sempre stato comodo assertore della pratica della misoginia, del disprezzo per le donne e della continua e costante denuncia dell’eccessivo potere delle donne sul maschio.

Intendiamoci, niente di male in tutto ciò, nel senso che ciascuno è libero (altrimenti che libertà sarebbe?) di esprimere la propria opinione su ciò che vuole e come vuole. Ci mette la firma, ne risponde alla propria coscienza e ai propri lettori.

Il problema, infatti, non riguarda Massimo Fini. Bensì Il Fatto Quotidiano.

Perché nella edizione online ci fa leggere il blog femminista di Lidia Ravera accanto al blog di Massimo Fini dove il giornalista si presenta come un paladino (neofita) della sinistra libertaria anti-berlusconiana (così raccatta consensi, secondo il direttore de Il Fatto) poi, invece, nella edizione cartacea, si può scatenare e rivelare la sua idea del mondo.  Così pesca sia a destra che a sinistra. Quando Massimo Fini incontra Lidia Ravera, lei gli fa i complimenti perché lui è così “politicamente corretto”, poi, quando incontra Ignazio La Russa (suo caro amico) gli fa leggere il suo articolo sul cartaceo e si pavoneggia sul suo contenuto.

Lo ripeto: niente di male in tutto ciò: l’Italia è ciò che è.

Ciò che c’è di male, è la pretesa da parte de Il Fatto Quotidiano di presentare se stesso come un giornale antagonista, di opposizione, di denuncia, ”culturalmente” da sempre contro l’idea del mondo berlusconiana. Non è così.

Appartengono allo stesso mondo.

E’ lo stesso identico approccio.

Non contano le idee, bensì il consenso.

Non è importante sostenere argomenti evolutivi, bensi provocazioni utili pur di essere visibili; la variante sinistra della logica introdotta da Vittorio Sgarbi.

E così, sul cartaceo, Massimo Fini ci spiega in questi giorni che in Italia non esiste affatto il problema della violenza sulle donne perché se le donne finiscono stuprate è perché le donne se lo sono andate a cercare. L’articolo si chiama “L’ossessione per la donna” e chi vuole se lo può andare a leggere per intero sul suo blog personale o sul cartaceo de Il Fatto. On line non lo trovate.

E su Il Fatto non troverete più neppure articoli di denuncia sull’aumento esponenziale del femicidio, sul preoccupante dato in aumento della violenza sulle donne e sulla caduta verticale della relazionalità civile evoluta tra maschio e femmina. 55 casi di femicidio dall’inizio dell’anno.

Ma il Fatto deve vendere, e allora imbarca chi gli si serve per “fare odiens”.

Come fa Michele Santoro nella sua trasmissione per gonzi nella quale invita la Santanchè, Clemente Mastella, la Gelmini, per allargare il pubblico (visto che ogni puntata perde gradimento ed è in picchiata negativa) ma insiste nel presentare se stesso come rappresentante mediatico dell’opposizione.

Opposizione a che cosa?

E’ sul comportamento che si fanno i conti, non sulle dichiarazioni ideologiche.

Santoro e Fini ancora non l’hanno capito.

Sono liberi di comportarsi come vogliono.

Ma io sono libero di argomentare e presentare la volgarità becera del loro fare.

L’articolo di Massimo Fini, in un paese come questo, giustifica la violenza sessuale sulle donne, giustifica lo stupro, e lo trovo ignobile di per sé.

Non lo avrei neppure commentato, non ritenendolo degno di notazione.

Lo faccio per far notare il livello basso del’informazione in Italia, soprattutto di testate come Il Fatto che accolgono volgari e vili reazionari berlusconiani nella propria squadra (due secondi dopo che Berlusconi è caduto) a condizione che facciano gli eroi della sinistra antagonista on line e poi sul cartaceo che scrivano pure i loro deliri misogini.

Tanto non li legge nessuno.

Qualche donna, sì.

E si è giustamente indignata.

Il Fatto Quotidiano dovrebbe vergognarsi di veicolare idee del genere.

Così come si dovrebbero vergognare tutti i complici di Massimo Fini.

Come Sandra Amurri e Lidia Ravera, tanto per fare un esempio.

Massimo Fini sostiene che sono sue amicone e colleghe con le quali c’è una reciproca stima.

Loro presentano se stesse come interpreti della società giusta e libertaria paladine dei diritti delle donne..

Peccato che la loro testata legittimi gli stupratori.

E offenda, sapendo ciò che sta facendo, il diritto civile delle donne italiane.

Quindi, come la mettono?

Chi giustifica lo stupro sessuale delle donne è un criminale o un deficiente.

I giornalisti de Il Fatto Quotidiano possono scegliere a quale delle due categorie appartenere.

Non potranno mai dire “ma io non sapevo”.

Che scelgano da che parte stare.

E che lo dicano forte prendendo posizione.

Siamo stanchi del doppiogiochismo togliattiano, della furbizia berlusconiana, della caccia al consenso e all’applauso. Siamo davvero stufi.

C’è bisogno di decenza.

Consentendo e approvando la pubblicazione di un articolo che giustifica lo stupro, Il Fatto Quotidiano identifica se stesso come “una testata indecente”.

E chi ci scrive, se non protesta, ne diventa complice.

Valeva per tutti coloro che scrivevano su Libero e su Il Giornale come ci spiegava il direttore de Il Fatto un giorno sì e un giorno no (e aveva ragione) vale anche e soprattutto per lui e per tutti coloro che ci scrivono.

Dal 24 marzo 2012 sono tutti sottoscrittori del giustificazionismo degli stupratori.

Basta saperlo.

Ecco la conclusione dell’indecoroso pezzo del misogino Fini, scritto con il classico linguaggio appreso alla scuola di Emilio Fede. Si vede da dove viene.

“…..Infine, anche se il campo è minatissimo perchè attiene proprio alla libertà individuale, troppo spesso le ragazze di oggi si comportano da 'vispe terese'. Citerò, per tutti, il caso, di qualche anno fa, di tre donzelle che, sulle montagne di Abruzzo, passarono tutte sculettanti davanti a un pastore di pecore macedone che, non sapendo né leggere né scrivere, ma riconoscendo solo i propri istinti, le inchiappettò. Girare al largo dei 'pastori macedoni', pieni di alcol e coca, con i freni inibitori abbassati come le loro brache, che circolano nelle zone d'ombra intorno alle discoteche, non è pruderie moralistica, ma elementare prudenza. Altrimenti si finisce come quei due idioti che sono andati a provocare in Orissa....".

17 commenti:

  1. Ecco perché non ho mai creduto nel Fatto, devo aver letto troppo presto un pezzo di Fini quando era appena uscito.

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  2. Lucidissima analisi sui MISfatti del giornale in questione. A rinforzo della sua tesi le allego un recente pezzo scritto da uno dei blogger dell'edizione online del Fatto; una manciata sparsa di pregiudizi infondati sulla MMT. Se non fossi parte di quella realtà, ma un comune cittadino, penserei che i professori giunti a Rimini sarebbero dei paranoidi complottisti che passano nottate su internet.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/06/ovvero-miracoli-stiamo-attrezzando/195623/

    In ogni caso, le repliche non si sono fatte attendere, poiché per fortuna, il Paese è reale.

    Grazie di tutto Sergio.

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    1. Le repliche sono qui:
      http://www.grandeoriente-democratico.com/Commento_di_Grande_Oriente_Democratico_a_MMT_per_i_miracoli_ci_stiamo_attrezzando.html

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  3. Mah, come in un qualsiasi quotidiano ci sono buone e cattive firme. Il fatto che G.A. Stella scriva sul Corriere, non fa di quel quotidiano un buon quotidiano.

    Saluti. Silvio

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    1. Elementare, direi.
      Come è vero che "Il Fatto" si sia occupato della questione della violenza sulle donne.

      Insinuare, poi, che nessuno lo legga è davvero meschino.

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  4. Grande Oriente Democratico, ci risiamo.
    Vabbè...

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  5. "Segui i soldi" diceva uno in un libro giallo. A questi chi li da i soldi? Fate gridare tutti. Tutti contro tutti. Se nessuno legge piu' il mio giornale, me ne invento un'altro. Se il mio partitello va a destra mo faccio uno piccolo a sinistra, al massimo ruba voti a sinistra.
    Orson Wells disse della sinistra americana "Dovevano scegliere tra la rivoluzione e la piscina, scelsero la piscina."
    A questi basta la pensione da giornalista.
    E se e' abbondante, come lo e', ce sta la ragione.
    Consiglio? Fate un fioretto spirituale, Non guardate la tv e non leggete giornali per una settimana. Poi riprendete l'abitudine.
    Attenti a non morire dalle risate.

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  6. nella versione on line del Fatto nn c'è... però si può beccare qui:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10073

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  7. è per colpa di questo senso comune diffuso che la stra grande maggioranze delle vittime di stupro non denuncia la violenza...
    Oltre ad essere vittime si beccano anche gli insulti, il disprezzo e vedono assolvere i loro aguzzini!

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  8. gli stupratori vanno impicati ma non m i mpare che massimo finni dica delle bestialità
    insomma se io fossi il padre di quella povera ragazza martoriata in abbruzzo fuori da una discoteca e lasciata mezza morta nella neve a quello che l'haridotta cos+ lo farei uscire dal carcere in una bara qualsiasi sia il prezzo però pure la ragazza ce lo ha messo di suo,
    un pò di prudenza non guasta insomma le ragazze potrebbero essere più furbe e non comportarsi come delle sciocchine che la notte se ne vanno a spasso col "gordo" di turno o no ?

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    1. le ragazze hanno tutto il sacrosanto diritto di andare dove cazzo pare loro, a che ora pare loro,come pare loro e perchè pare loro....sono gli uomini che non hanno nessun diritto di prendere ciò che le ragazze non vogliono concedere! magari la ragazza di Pizzoli voleva un bacio,forse del petting e forse anche un rapporto sessuale,ma aveva il diritto di fermarsi quando voleva al punto che voleva! cazzo,non è che se conosco un tipo la sera a ballare penso che sia un assassino (perchè si parla di tentato omicidio),perchè se si insegna alle donne la prudenza ( e qui si tratta di 3 ragazze che fanno escursioni in montagna,al massimo dovrebbero aver paura degli orsi) si legittimano gli uomini a pensare che il problema non sono loro,perchè loro sono il modello centrale cui tutto gira e si deve plasmare intorno! NON E' COSì! voi non siete il perno dell'umanità unico e perfetto che non ha dovere autocritico,siete uguali a noi e noi uguali a voi in quanto esseri umani con personalità nostre e desideri legittimi di libertà! siete voi a dover cambiare il vostro egocentrismo machista,non noi a dover vivere di paure! abbiamo il diritto di esistere come voi in modalità e quant'altro! voi siete i ladri che dovete finirla di rubare,siete voi in torto di reato! basta!

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  9. Discussione imbecille.
    La violenza sulle persone non ci sta. Punto e basta.
    Ma guarda quel imbecille si e' dichiarato ebreo davanti a un gruppo di nazisti. E poi quel negro cretino, ma poteva tingersi la faccia di bianco quando passava davanti al Ku Klux clan. O semplicemente il prete che fa inginocchiare il bambino di un altra religione per insegnarli il Padre Nostro. "Una preghiera non ha mai fatto male a nessuno." Ma se obbligassero lui?
    I giornali non devono dire la verita', ne informare, devono solo far discutere la gente su cio' che e' ovvio.
    "Perche' se nascondi la verita', sai dov'e' la verita' ma se menti finisci sempre per non sapere piu' dove sta la verita'."

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  10. anonima delle 2.05 quello che dici va bene per i maschi ragionevoli e ce ne sono tanti ma non va bene per i bulli ed i violenti e ce ne sono altrettanti,
    basta leggere le cronache,
    e le paure o meglio la prudenza ce l'abbiamo anche noi maschi quando occorre perchè con un violento le donne rischiano lo stupro e i maschi rischiano la pelle
    i tuoi ragionamenti teorici non servono se vai in discoteca il migliore che ti capita di incontrare è uno che è solo brillo e impasticcato perchè in discoteca si va per sballare non per ballare,
    e se vai per boschi che gli fai ad un pastore o un cacciatore infoiato ?
    comunque fa come ti pare e va dove vuoi ma se poi ti capita uno violento che gli fai: la morale ?
    metti sale in zucca e auguri

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  11. Questa è la cultura dell'apparenza e dell'appartenenza che giudica gli altri. Ed è dura da sconfiggere perché fa leva sulla paura e sulla scarsa stima di sé. La strada è ancora lunga.

    Ingeneroso poi l'accostamento con gli italiani sequestrati in India. Non si tratta di due sprovveduti, se è vero che uno dei due da tempo viveva in quei posti, conoscendone gli usi ed i costumi. Hanno fatto la loro scelta di frequentare culture diverse, senza pregiudizi, e sono rimasti vittime della stessa cultura degli stupratori. E' in un mondo all'incontrario che diventano oggetto di disprezzo e non soggetti da rispettare.

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  12. Il 28 marzo, Massimo Fini sul suo blog ospitato dall'edizione online del Fattoquotidiano.it ha chiesto scusa ai lettori per alcune sue espressioni infelici, ribadendo che lo stupro già di per sé è un atto grave. Tuttavia a me, e a tanti altri lettori, pare che il rammendo sia peggiore del buco.

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  13. Non è mica la prima volta che Fini scrive queste cose...Chi ha scritto questo pezzo, in questo blog ha fatto benissimo a mio avviso a mettere in evidenza questa questione...io ho continuato a leggere perché volevo vedere se si parlava proprio di questo Massimo FIni che ci aveva provato già un anno fa, ancora sul Fatto cartaceo al quale aveva risposto con un "ma che stai dicendo", sottinteso, mi sembra di ricordare, Silvia Truzzi.
    Paolo

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