venerdì 27 aprile 2012

E' il primo suicidio di un politico in carica. Tangentopoli nel 1992 cominciò così.


di Sergio Di Cori Modigliani


Mi dispiace davvero per lui, lo dico sinceramente. Quando una persona si uccide, perché, all’improvviso, viene còlta da un lampo, una intuizione, e si rende conto dove sta, con chi sta, a fare che, e non riesce a trovare la forza per rimboccarsi le maniche e denunciare il tutto, acquisisce il diritto di avere la compassione e il rispetto della comunità civile. Essere forti non è un obbligo. Non è neppure un dovere indignarsi e protestare.
C’è chi non ce la fa. E io lo capisco.
Ma c’è un distinguo. C’è chi non ce la fa e se ne frega e dice a se stesso e alla moglie “tiriamo a campà” e c’è chi, invece, non ce la fa e si uccide. In attesa della manifestazione dei forti, ovverossia di coloro che non ce la fanno, ma non ingoiano e non si uccidono.
Non abbiamo bisogno di suicidi, bensì Legalità.
La notizia secca è la seguente: “Un consigliere provinciale della Lega Nord, Pier Angelo Ablondi, 58 anni, si è suicidato gettandosi dalla finestra di casa, ieri al pomeriggio”.
Non era un disoccupato disperato. Non era neppure una persona che soffriva di depressioni endogene. Non era un imprenditore strozzato. Non aveva né debiti né crediti. Non era indagato e –quel che più conta- molto probabilmente non lo sarebbe stato mai.
Ha spiegato l’estremità del suo gesto suicida con una lettera autografa al magistrato.
Il procuratore della repubblica di Parma, dott. Gerardo Laguardia, infatti, così ha dichiarato: “Nella lettera da lui scritta, Ablondi spiega di aver autenticato le firme per la presentazione della lista de La Destra alle prossime elezioni comunali del 6 maggio per fare un favore personale ad una personalità politica che però non nomina, e quindi non abbiamo nessuna possibilità di appurarne l’identità”.
E’ un segno dei tempi. Lo trovo un sintomo. La punta dell’iceberg.
Non ho la minima idea chi fosse questa persona, ma dall’entità del suo gesto, non vi è dubbio che si sia trattato di una persona per bene. Tant’è vero che ignorava i fatti.
Eccoli: tutto si è verificato per un caso del destino. Quattro giorni fa, infatti, l’ex giocatore della Maxicono pallavolo di Parma, Claudio Galli, si era rivolto alla procura e aveva denunciato la falsità della propria firma, dato che –incidentalmente- si era trovato nella lista elettorale de La Destra senza averne conoscenza.
La Procura di Parma aveva aperto un’inchiesta per falso.
Da quanto il magistrato ha raccontato, Ablondi, a quel punto, avrebbe telefonato alla personalità politica che gli aveva consegnato le firme da autenticare e avrebbe chiesto ragguagli e spiegazioni in merito. Successivamente a questa telefonata, Ablondi ha scritto una lettera al magistrato e si è buttato dalla finestra.
La vicenda è sconcertante.
Perché non è dato sapere chi ha redatto le liste, chi le ha proposte al consigliere, e quale fosse la personalità alla quale lui si è dovuto piegare. Ciò che è ancora più agghiacciante è che la Legge non consente di annullare la lista che, regolarmente, andrà al voto.
Peccato che Ablondi fosse una personalità debole, e perciò merita tutta la nostra comprensione umana.
Se fosse stato forte, sarebbe stato ancora in vita per soddisfazione dei suoi cari, e forse la procura della repubblica sarebbe stata in grado di spiegarci l’entità dei rapporti tra La Destra e la Lega Nord e come sia possibile che una lista si presenti alle elezioni con dei nominativi falsi pensando di farla franca. Evidentemente è perché questo accade.
Da cui, la domanda che estendo a tutti voi: come è possibile?
Apprendiamo con questa notizia tragica l’esistenza di tale fenomeno.
In quante altre province e comuni si sta verificando analogo episodio?
Chissà se la Bindi e Bersani considerano quest’atto una modalità estrema di fare dell’anti-politica?
Consente e deve indurci a delle riflessioni.
Con l’augurio che altri suoi colleghi (qualunque sia il partito di appartenenza) siano più forti e altrettanto onesti. Che rimangano in vita.
Ma allo stesso tempo abbiano il pudore civico di rendere pubblica questa modalità di comportamento che il magistrato, nel commentare tra le righe l’episodio, ha fatto chiaramente intendere, è ormai diventata norma consolidata. Quantomeno nel parmense.
Che riposi in pace.

5 commenti:

  1. Sarebbe ora di fare un bel controllo sulle firme per la presentazione delle liste elettorali di questa tornata amministrativa. Secondo me se ne vedrebbero delle belle. È demenziale che nel caso citato non sia possibile escludere quella lista dalla consultazione elettorale.

    RispondiElimina
  2. Ogni suicidio è non solo un atroce dolore per i familiari e per chiunque sia capace di empatia verso un proprio simile, ma anche una sconfitta della "civiltà".
    Se un uomo perbene (e nei comuni italiani ce ne sono molti), motivato dai suoi ideali e dalle sue ambizioni, si trova nonostante le sue buone intenzioni a diventare parte di un sistema di truffa ideologica ai danni della società che pensava di poter servire e, per uscirne rendendo giustizia alla sua coscienza, vede come strada possibile solo il suicidio, la sua decisione dovrebbe allarmare tutta la società.
    Perchè non credo sia questione solo di caratteri deboli o caratteri forti.
    Il rispetto delle leggi è rispetto di ogni tipo di carattere, è rispetto di tutti i cittadini che in quelle leggi si riconoscono.
    Presentare liste fasulle è alterare, truffandola, quella civiltà che non è senza il dovere del rispetto di tutti delle stesse regole di convivenza.

    E Grillo sarebbe l'antipolitica?
    Grillo sarebbe il qualunquista, il populista, il demagogo?
    C'è di che aver paura, ad essere governati e amministrati da persone che applicano al Paese leggi cui non attribuiscono alcun valore.
    Se non esiste una sola legge che possa azzerare quelle liste fasulle, chiunque le voti non può dirsi un cittadino.
    Chiunque ora le voti è un incivile, un barbaro, un nemico della civiltà e della legalità.

    RispondiElimina
  3. Secondo me truffe elettorali sono state sempre commesse, da tutto l'arco parlamentare cosiddetto, da sempre.
    Nel caso in questione, penso si tratti dell'ennesima vittima di un sistema micidiale che schiaccia e stritola verità scomode e personaggi che vogliono stroncare disonestà e collusioni: sospetto fortemente in un "suicidio" indotto - cosa alquanto regolare ma taciuta e nascosta accuratamente dalla stampa nostrana e dagli organi preposti alla sicurezza dei cittadini, ai vertici dei quali sono appollaiati come condor i complici di simili delitti fatti passare per "suicidi".
    Ma andiamo, chi si toglie la vita è purtroppo una persona disperata ed anche in tali casi, spesso, c'è qualcosa di strano che non mi torna: è la propaganda della stampa che va a braccetto con chi finanzia i loro editori ad alimentare false verità, a rallentare processi e falsificare prove laddove siano state prodotte, a coprire i veri responsabili.
    Un politico che si "suicida", francamente, per me è un falso creato appositamente per giungere ad altri risultati tipo distrazione delle masse e convergenze di attenzioni altrove

    RispondiElimina
  4. La magistratura milanese ha già appurato che buona parte delle firme per il listino Formigoni (con cui è stata garantita anche l'elezione di Nicole Minetti)sono false e c'è il processo in corso. A rischio però di prescrizione se procede a passo di lumaca. Intanto Formigoni è per la quarta volta presidente della Regione Lombardia e la Minetti continua a prendere la sua indennità mensile a carico della comunità, nonostante sia palese che la loro lezione sarebbe illegittima.

    Chi è l'antipolitico per eccellenza?

    Formigoni che inganna i cittadini ed i suoi elettori cattolici quando si presenta come modello di cristiano e ne privilegia i valori con i voti di castità, povertà ed ubbidienza (salvo mostrarsi su barche non certo da pescatori della Galilea e ostentando un tipo di vita niente affatto ascetico).

    O i Grillini che denunciano lo squilibrio esistente nella società, la corruzione, gli affari dei politici, le commistioni con mafia e camorra, rinunciando ai privilegi della casta ed al rimborso elettorale, pur avendone diritto? Se i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle possono vivere in Piemonte e nelle altre regioni con poche migliaia di euro al mese, perché Minetti, Penati, Boni e gli altri consiglieri inquisiti devono prendersi l'intera indennità, pur non essendone moralmente (e forse legalmente) titolati?

    RispondiElimina
  5. E CHE C'E' DA DIRE ?? NON SO. PIU' CHE ALTRO C'E' DA FARE. DA DOVE COMINCIARE ?? BLA BLA BLA PAROLE PAROLE PAROLE, MA I FATTI DOVE SONO ?? SECONDO ME STO CERCANDO UN'UTOPIA.

    RispondiElimina