domenica 3 giugno 2012

Gossip domenicale, con retrogusto politico. A Parigi, una principessa saudita fugge dalla finestra per non pagare il conto dell'albergo.


di Sergio Di Cori Modigliani



La notizia è piccola piccola, in apparenza puro gossip e niente di più, di quelle che assommano disgusto e rabbia ma strappano un sorriso, perché appartiene al mondo del delirio del potere, nella sua versione più bècera e davvero miserevole. Ma la notizia, per quanto esile nel suo impatto, contiene un retrogusto politico che può servirci a comprendere alcune cosette che stanno accadendo in Europa in questi giorni decisivi (entro il 20 giugno si deciderà il destino di tutti noi).

Ecco prima i fatti nudi e crudi:
La protagonista è una principessa, come si conviene alle favole.
Si chiama Maha al Sudairi (foto in bacheca) ha circa 28 anni e dieci anni fa era andata in sposa –come sesta moglie- a uno dei più potenti uomini al mondo, Nayef bin Abdul Aziz, che all’epoca di anni ne aveva 70. Costui è il ministro degli interni del Regno di Arabia Saudita, principe ereditario, primo nella lista degli aspiranti al trono. E’ proprietario immobiliare (soltanto in Europa) di 24.000 tra case, ville, appartamenti e palazzi, di cui 1.650 soltanto a Parigi (in Italia possiede soltanto 25 ville faranoiche e 800 condominii di lusso). A dicembre del 2009, per editto reale, la principessa è stata “ufficialmente ripudiata” per via del suo vizietto: spende troppo. In tre mesi a Parigi aveva accumulato debiti per 15 milioni di euro, di cui 70 mila in un negozio di biancheria intima La Perla, e 3 milioni di euro presso il negozio di scarpe di Coco Chanel. Il marito aveva detto: basta, e ha divorziato. Legalmente è rimasta con il titolo di principessa, ma senza la possibilità né di salire al trono né di essere presente alle feste a corte. L’ambasciata arabo-saudita ha comunicato l’evento, lasciando a tutte le nazioni la discrezione della scelta da compiere. In Gran Bretagna è stata espulsa e considerata “persona non grata”, nella Repubblica ceka non le hanno dato il visto d’ingresso. Sarkozy, invece, le ha addirittura riconosciuto l’immunità diplomatica, divenuta poi amica intima di Carla Bruni. Da lei, funzionari dello Stato facevano la fila per fare affari con i sauditi. Dal 23 dicembre del 2011, quindi, lei si è trasferita a vivere all’Hotel Shangrilà di Parigi.
Intendiamoci, non da sola, sennò che principessa sarebbe! I
Insieme ad altre 62 persone, tra dame di compagnia, massaggiatrici, manicures, parrucchiere, ecc. Tutta questa bella combriccola di donne, la principessa e le sue serve, era alloggiata in 41 suite e 20 camere occupando tutto il settimo e ottavo piano dell’albergo. La stanza della principessa costava 22 mila euro a notte.
Ed ecco i fatti avvenuti tra venerdì e sabato scorso:
la principessa Maha ha aspettato la notte fonda, dopodiché si è calata dalla finestra con l’intenzione di fuggire dall’uscita di sicurezza per non pagare il conto, intorno ai 7 milioni di euro, abbandonando il suo seguito al loro triste destino. Ma lì c’era una sorpresa ad attenderla. Quattro donne –agenti dei servizi segreti- l’hanno fermata subito ammanettandola. Lei ha dichiarato “godo dell’immunità diplomatica, sono una principessa mussulmana” minacciando uno scandalo internazionale. Le agenti hanno chiamato il loro capo il quale, alle 3 di notte, ha svegliato il neo-ministro degli interni, Manuel Valls, notoriamente molto sensibile (nonché esperto) nella gestione dei delicati conflitti sociali etnici delle periferie urbane francesi. Il ministro non ha avuto esitazioni. Ha fatto arrivare venti volanti della polizia a sirene spiegate perché svegliassero tutta la città, ha fatto avvertire i fotografi, e ha fatto portare via la principessa e tutto il suo staff in manette in un commissariato di un arrondissement con una densità molto alta di popolazione mussulmana, dove i funzionari di polizia sono per lo più cittadini francesi di pelle nera, la maggior parte dei quali mussulmani. La principessa non si è resa conto di come si erano messe le cose. Quando è arrivato il commissario (un mussulmano francese) ha pensato che per lei era fatta. Ma la risposta l’ha raggelata: “ringrazi il cielo che non viviamo in Iran dove le avrebbero staccato le mani perché ladra; questa è una nazione civile che rispetta i diritti, quindi, andate tutti al fresco, e pagate fino all’ultimo soldo, i suoi bagagli vengono requisiti perché abbiamo controllato che lei ha 450 abiti acquistati nelle ultime settimane ma non ha pagato la relativa tassa”. Dopo otto ore è arrivato l’ambasciatore con il libretto degli assegni. Ha pagato il conto dell’albergo, ma ha dovuto pagare anche il costo per l’amministrazione della spesa (compreso l’elenco dei litri di benzina spesi per le automobili, il costo delle telefonate sui cellulari calcolato al millesimo e gli straordinari per il personale impiegato data l’ora tarda) ha dovuto pagare la salata multa per evasione fiscale e farsi carico di sei denunce da parte di poliziotte semplici per minacce e tentativo di corruzione. Patteggiamento immediato: tutti liberi, dopo aver versato 17 milioni di euro, di cui 5 sono andati direttamente nelle casse del sindacato femminile di polizia, 7 all'albergatore e altri 5 al fondo cassa spese correnti del commissariato nella specifica sezione "emergenze sociali".

Fine della modesta storiella gossip.

Così si amministra una città.

Volevo aggiungerci un lungo sproloquio per spiegare tante cosette. Ma è inutile. 
E’ sufficiente la favoletta.

Là, i tempi sono cambiati. E questa è l’aria che tira.

Così si amministra il potere in una città e si dà un segnale alla cittadinanza.

Buona domenica a tutti.

1 commento: