giovedì 21 giugno 2012

Non mi rallegra l'idea del senatore Luigi Lusi in galera. Ecco perchè



di Sergio Di Cori Modigliani


Non sono affatto contento dell’arresto del senatore Luigi Lusi.
Intendiamoci, sarei stato ancora meno contento se il senato avesse votato no.

E già questo la dice tutta sullo stato indecoroso della nostra vita civica in Italia, oggi.
Comunque vada a finire, perdiamo tutti. Possiamo soltanto scegliere tra due diverse forme di suicidio della libertà democratica.

La vicenda Lusi è il segno della definitiva sconfitta della sinistra democratica italiana.
Per come è stata gestita la vicenda. Per come è stata affrontata.
E per l’esito che ha avuto.
Ha, di fatto, trasformato in “consuetudine riconosciuta” e quindi senso comune, e quindi norma, e quindi “Legge nei fatti” il principio italiota di a sua insaputa.

Ricordo qui, brevemente, (e forse me ne dimentico qualcuno) quali siano gli strumenti scenografici della spettacolarità che la classe politica ci ha regalato soltanto negli ultimi quattordici mesi:

Scajola non sapeva che qualcuno gli avesse pagato la casa in cui abitava.
Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne.
Bersani non sapeva che Penati fosse coinvolto in un sistema di tangenti.
Vendola non sapeva che il senatore Tedesco era coinvolto in un affare di tangenti con l’ospedale San Raffaele di Milano.
Formigoni non sapeva che il finanziere Daccò gli stava pagando le super lussuose vacanze nei caraibi.
Il direttore della rai, Masi, non sapeva che i 43.000 euro spesi con la carta di credito della rai, fossero in realtà soldi della rai, nonostante sulla scheda di plastica, sopra il logo giallorosso di mastercard, ci fosse scritto Rai- radiotelevisione italiana. Non ci aveva mai fatto caso.
Mario Monti non sa di essere massone e non sa di aver lavorato per Goldman Sachs.
Umberto Bossi non sapeva che la sua famiglia e i suoi assistenti usassero i soldi dello stato a fini privati.
Il presidente del Monte dei paschi di Siena, Fabrizio Viola, non sapeva che la banca avesse una doppia contabilità investendo i soldi dei correntisti in derivati speculativi.
Il Papa non sapeva che lo Ior è una lavanderia internazionale della mafia, e i cardinali preposti al controllo non sanno se il papa sa o non sa e che cosa sa.
All’attuale presidente Napolitano non risulta che ci sia mai stata nessuna trattativa stato-mafia. Non sa nulla di quella faccenda. Lui non lo sa.
La Fornero non sa quanti siano gli esodati.
Corrado Passera non sa se gli 80 miliardi di euro del suo programma siano reali o virtuali.

Dulcis in fundo: Rutelli, Bindi, Franceschini, Bianco, non sapevano affatto che Lusi usasse i soldi della Margherita. Nessuno sapeva nulla di nulla.

Da questo quadro si evince che l’intera classe politica e manageriale italiana è composta da persone che hanno un deficit cerebrale. Soffrono di pesante amnesia, oppure hanno l’Alzheimer, oppure sono degli stupidi. Tutte ottime ragioni per dare le dimissioni in blocco e liberare il paese della loro influenza negativa, dato che abbiamo bisogno di persone sane per restituire sanità al paese.

Tutte queste persone sopra menzionate pretendono di essere identificate come leader politici, allo stesso tempo avvalendosi di un principio che si basa sulla libertà di non sapere quello che succede.

Da cui ne deriva il seguente elementare assunto: “Perché mai un cittadino comune, normale, di quelli che lavorano, pagano le tasse, dovrebbe mai dare un voto di delega a qualcuno che non sa ciò che sta facendo, non sa ciò che accade nel suo partito, non sa ciò che accade nel suo luogo di lavoro? Perché mai un cittadino si dovrebbe fidare di qualcuno che non sa mai nulla di ciò che succede?”.

E’ la differenza tra la definizione della politica data dal cardinale Tarcisio Bertone e quella invece fornita dal compianto giudice Paolo Borsellino.

Dice Bertone: “In politica, chi sa non parla, tace sempre; in compenso, quelli che parlano, non sanno nulla”.

Diceva Borsellino: “Chi sa, parli; questo è il momento. Abbiamo bisogno di sapere. Il paese ha bisogno di sentire che, chi sa, dice come stanno le cose. E’ fondamentale per la ripresa della nazione. E’ un imperativo categorico etico: chi sa, parli”.

Lo hanno ucciso quaranta giorni dopo con il tritolo.

Vent’anni dopo siamo allo stesso punto.
Il paese non ha fatto un passo avanti.

Per questa ragione non mi piace l’esito di questa faccenda.

Perché conferma e afferma per l’ennesima volta che la classe politica e manageriale di questa nazione si arroga il privilegio di poter dire “ma io non sapevo” e farla franca.

Con la connivenza di una classe di magistrati che trova tale principio un motivo valido.

Per quel che mi riguarda, io so benissimo che tutta questa gente non vale nulla.
Non valgono neppure la pena di star lì a pensare chi sia meglio o peggio.
Chi non sa, è ignorante, quindi vale poco. Semplice da capire.
“A loro insaputa” sono stati già bocciati, protestati, abbandonati, dal paese che pensa, che produce, che lavora.

Sono dei solitari arroccati dentro un castello di privilegi.
Si aggirano nei corridoi dei palazzi come ombre di fantasmi, tra una dimenticanza e l’altra, seguitando a celebrare un rito vecchio, ormai ammuffito, cui nessuno dà più credito.

Va da sé, loro non lo sanno e non l’hanno ancora capito.

Per loro, tutti i cittadini che pretendono di sapere e vogliono sapere stanno facendo dell’anti-politica.

Perché, secondo gli smemorati, “fare politica” oggi in Italia vuol dire firmare una cambiale in bianco secondo la visione del mondo del cardinale Tarcisio Bertone.

Ne vedremo delle belle.

Loro, invece, non vedranno un bel nulla.

Oltre a non sapere, non vedono neppure come si stanno mettendo le cose.

8 commenti:

  1. ad integrazione della serie "a mia insaputa" aggiungo anche il caso Malinconico... "hotel pagato a sua insaputa":
    http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_10/il-caso-malinconico-mai-fatto-favori-il-premier-interviene-virginia-piccolillo_9d603ac2-3b5a-11e1-bd31-7de06b9c283b.shtml

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  2. Condivido e non posso fare a meno dal pensare che stanno applicandoci il test della tartaruga. Mettete una tartaruga nell'acqua bollente e schizzerà via di colpo; mettete invece la tartaruga in un recipiente con dell'acqua fredda su di una fiamma e la povera bestia sarà a su agio nel tepore; poi, aumentando lentamente il calore, la tartaruga passerà a miglior vita senza protestare e senza accorgersene.

    A che stadio siamo arrivati? Riusciremo a reagire prima che sia troppo tardi? Ci riducono le conquiste sociali, diminuisce il lavoro, si comprimono i salari del 30 per cento, si aumentano le tasse, ma venti milioni guardano la nazionale di calcio e milioni di telespettatori si ipnotizzano con il digitale passando da un canale all'altro, convinti che questo sia libertà e cultura.

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    1. questa della tartaruga non la sapevo, purtroppo devo dire che ben si applica alla situazione corrente

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  3. Questi smemorati politici sanno esattamente come si mettono le cose, ma finche ci sono vantaggi tangibili per loro, ognuno curando il proprio giardino,fanno finta di niente. L'Italia è così, anche in tante altre categorie professionali, compresa la mia.

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  4. Condivisibile il contenuto, meno la premessa.

    L'arreto di Lusi e' una sconfitta della democrazia e del sistema giuridico istituzionale. Quei beoti avevano necessita' di lavarsi la coscienza e fare la scenetta di fronte al parco buoi che avrebbe in questo frangente urlato allo scandalo in caso di mancato arresto...
    A me fa piacere solo per una ragione: Lusi, spero davvero, vuotera' il sacco!

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    1. non credo che vuoterà il sacco; gli stanno spiegando -con ogni probabilità- che si fa qualche mese di prigione vera, con lacrime e interviste varie; tra sei mesi passa ai domiciliari; tra un anno tutto è dimenticato e lui finisce a Montreal con diretto accesso al suo conto in Svizzera e qualche milione d'euro per il suo futuro. Se osa parlare -gli hanno spiegato- in galera ci rimane per vent'anni. Oggi in Italia avviene esattamente l'opposto di ciò che accade in un paese normale. Qui, quando ti arrestano, finisci male se parli. Ti arrestano perchè tu non parli, te lo spiegano dentro perchè non ti conviene parlare, e penso che abbiano buone argomentazioni da usare.

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  5. .......hai tragicamente ragione......(c4220!!!)

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  6. Fate la carità, non spendiamo troppe parole per un tizio che ha già ammesso d'essersi approfittato di milioni per fare la bella vita e una volta sputtanato, non solo non si dimette dalla sua carica di parlamentare ma continua a minacciare apertamente di coinvolgere tutti i suoi compari. Ma come si può invocare la sola idea di garantismo di fronte al veleno del nostro Paese; come la mente può non andare a punizioni estreme per alto tradimento di quel consesso civile di cui lui assieme a troppi altri fanno indegnamente parte. La nostra società sta morendo per troppa civiltà nei confronti di chi meriterebbe il taglio della mano.

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