domenica 17 giugno 2012

Vi stanno ingannando. Il nuovo provvedimento è una truffa. Ecco perchè.



di Sergio Di Cori Modigliani


Per fortuna ho fatto in tempo a leggere la dichiarazione ufficiale di Alfano, altrimenti avrei fatto una pessima figura, dato che intendevo titolare il post dicendo esattamente ciò che lui ha detto: “l’ho letto con attenzione, vedo 1 miliardo di soldi reali e 79 miliardi virtuali, inesistenti”.
Alfano ha ragione.

Fa parte della rivoluzione individuale culturale da noi tutti tanto auspicata.
Rivendicare il ruolo autonomo del libero pensiero sottraendosi alla faziosità.
Il fatto che Alfano sia ciò che sia e rappresenti ciò che ben sappiamo, non vuol dire che, in questo caso specifico, non abbia ragione.
E quindi è giusto riconoscerlo.

E’ proprio così.

Una truffa.

Bella e buona.

L’ennesima, con la tragica aggravante di avere l’appoggio del quotidiano la repubblica, di Confindustria e del management del PD. Non soltanto non c’è nessun investimento, non soltanto non c’è nessuno sviluppo, non soltanto nel provvedimento non c’è scritto nulla di ciò che la truppa mediatica asservita sostiene, ma –dulcis in fundo- il poco che c’è è sbagliato. A loro insaputa. Nel senso di “conti alla mano” con il pallottoliere.

L’aspetto più inquietante che rivela la truffa ben congegnata, ordita da menti in mala fede che sanno ciò che stanno facendo, consiste nel linguaggio. Non si capisce nulla.

Quando l’ho letto, mi sono preoccupato per me stesso, pensavo di essermi rimbecillito.
Mi sono rivolto, quindi, a persone che ritenevo più competenti, commercialisti, docenti di economia aziendale, giuslavoristi. Mi ha confortato davvero la loro prima reazione istintiva “non si capisce nulla”.
188 pagine fitte fitte di aliquote, grafici, numeri, percentuali, redatte in un linguaggio criptico, pieno zeppo di terminologia inglese derivata dal linguaggio finanziario mutuato dalla tecnica bancaria, assolutamente privo di una logica. Incomprensibile.

Dopo una attenta lettura, chi ha strumenti culturali adatti alla decifrazione, mi ha spiegato che il cosiddetto “piano per lo sviluppo” è basato sulle potenzialità –e quindi su un forse magari però- che si verifichino alcune condizioni specifiche in un futuro oscillante tra i prossimi 24 mesi e i prossimi dieci anni, basato su un principio economico-matematico che situa l’Italia in una posizione attuale che fa riferimento a dei fondamenti errati.
Tradotto in una chiara sintesi vuol dire: sono 188 pagine che si basano su un presupposto errato, quindi, la soluzione prospettata non può che essere sbagliata.
Una cosa è certa.
Alla base del piano per lo sviluppo, c’è l’idea che l’investimento economico aziendale debba essere sottoposto prima a una verifica finanziaria che viene assunta come responsabilità legale da “enti esterni”, cioè degli sponsor che potranno avvalersi di finanziamenti governativi per costruire delle centrali operative –e quindi creare lavoro- ma soltanto in un unico e specifico àmbito economico: la finanza.

Il piano sembra il delirio di un apprendista stregone che approfittando del sonno pomeridiano di mago Merlino si avventura in un territorio di cui non ne conosce la tessitura.

Andando a spulciare poi le sottoclassi, si comprende con una certa esattezza, che l’unico –e il solo- miliardo di euri veri nudi e crudi, verrà dato a quelli che il governo ha definito “market maker”, figura astratta e non ben definita, che (in un paese come questo) significa  la nascita di enti autonomi come aggregazione di funzionari addetti a trovare soldi nelle casse dello Stato, e quindi aggraverà ulteriormente la spesa pubblica. Basterà dire “Ehilà signor governo, buon giorno, sono il dr. Pinco de Pallinis, sono un market maker, vorrei avere 132.000 euro per dare credito alle imprese”. E il governo risponde: “eccole qui, a te le diamo perché sei un market maker certificato”. Neppure a dirlo, la certificazione di questa nuova figura sociale da loro inventata la dà il governo. Il cerchio si chiude così.
Ancora di più: questa proposta sancisce –perché la istituisce come Legge legata allo sviluppo economico- il principio che vede la finanza controllare l’economia. Il “market maker” passeriano diventa il nuovo delegato governativo della finanza speculativa vera che acquista la valenza burocratica del funzionario e che stabilisce (in quanto ente astratto ed esterno al governo) chi deve investire, come, dove quando e per quanto, ma soltanto alle condizioni finanziarie stabilite dallo sponsor. Hanno inventato il concetto di (così lo chiamano) “cambiale finanziaria” strumento operativo che finirà per strozzare l’industriale.
E’ la cancellazione per Legge del concetto di imprenditoria.
E’ l’assassinio del concetto di individualità manageriale.
E’ la trasformazione della creatività dinamica  in economia, in un principio robotico.

Il che, e vi comunico quindi ciò che penso, significa che non è vero come molti sostenevano (e per lungo tempo io sono stato tra quelli) che siamo nelle mani di cialtroni incompetenti e incapaci. Tutt’altro. Siamo nelle mani di un gruppo efferato di tecnici esperti che intendono gestire la crisi ampliandola al massimo livello per poter giustificare la definitiva espoliazione della spina dorsale industriale del paese facendola passare sotto lo stretto controllo burocratico di una finanza astratta.

Qui di seguito, in copia e incolla, c’è la parte di più facile lettura dell’intero documento.
Fatevela spiegare da qualcuno esperto nel settore.
Capirete quindi, per conto vostro, come l’attuale governo, in questo momento, rappresenti in tutto il mondo occidentale la punta di diamante di quella finanza speculativa che tutti sanno essere la malattia, l’origine della crisi, il bubbone da estirpare.

Considerandoli quindi non più degli incompetenti, ne deriva una susseguente domanda: come mai, e in nome di quale principio, le cosiddette forze della sinistra democratica sostengono un provvedimento che presuppone soltanto un chiaro aggravamento e un peggioramento della situazione economica? Qual è il vero piano?

Ecco il testo.


4) SOSTENERE LA CRESCITA DELLE IMPRESE
a. Apertura al mercato dei capitali per le società non quotate.
L’intervento è volto ad ampliare le opportunità di ricorso al mercato del debito per le società
italiane non quotate, anche di media e piccola dimensione (a esclusione delle micro imprese),
mediante l’emissione di strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio
lungo termine (obbligazioni e titoli similari,  obbligazioni partecipative subordinate),
con il supporto di “sponsor” che assistono gli emittenti e fungono da real market maker garantendo la
liquidità dei titoli.
Le novità più rilevanti consistono (i) nella fissazione di un limite quantitativo (pari al totale
dell’attivo circolante), (ii) nella modifica della durata delle cambiali finanziarie, che non potranno
essere emesse per un termine inferiore a un mese e non superiore a diciotto mesi dalla data di
emissione,  (iii) nella possibilità di dematerializzare questi titoli, con l’obbiettivo di favorirne la
circolazione, lo scambio e la liquidabilità tra gli operatori del mercato, e infine (iv) con l’estensione
alle cambiali finanziarie del regime fiscale applicabile alle obbligazioni.
Il provvedimento allinea poi il regime fiscale delle obbligazioni e dei titoli similari
emessi da società non quotate a quello più favorevole delle società quotate. In
particolare anche le società non quotate potranno  (i) avvalersi dell’esenzione dall’applicazione
della ritenuta sugli interessi ed altri proventi corrisposti sulle obbligazioni e titoli similari
(attualmente pari  al 20%), qualora tali titoli siano ammessi alle negoziazioni su mercati.

Secondo loro, una paginetta come questa risolve il problema dell’economia in Italia.
No comment.

Buona domenica a tutti gli italiani intelligenti.

10 commenti:

  1. Il vero piano...? E se non ci fosse? :o

    http://www.friedgreentomatoes.org/articles/political_psychopathy.php

    http://resources.metapress.com/pdf-preview.axd?code=9072633443675517&size=largest

    O forse c'è. E se la paginetta fosse apposta un 'topolinum', in modo da lasciare la pagina al prossimo governo? Ho l'impressione che la sinistra scalpiti. Fassina a Napoli: "Per affrontare i problemi dobbiamo decidere dove andare. E' il tempo della politica. La funzione della tecnica è trovare soluzioni efficienti per raggiungere obiettivi dati. Gli obiettivi oggi non sono dati. Anche se come dati vengono presentati. Oggi siamo ad un bivio storico"

    Come dice Monti:
    1 - Andremo a fondo!
    2 - L'Italia ce la farà.

    PS Niente isterismi nella City, siete Inglesi.

    RispondiElimina
  2. La cosa grave che la massa è all'oscuro di tutto ciò!!ai voglia di postare su FB, di tentare d'informare le persone vicine!!si pensa solo al calcio ed ai CAZZI NOSTRI!!LENTAMENTE AFFONDIAMO!!

    RispondiElimina
  3. Continuiamo a sorprenderci, ma de che? Monti, Draghi, Grilli, Cannata sono quelli che oltre 20 anni fa si occuparono della gestione del debito italiano. E questi di oggi sono i risultati grazie anche alla complicità di Amato, Ciampi, Prodi, Tremonti, Napolitano, per citare i principali artefici dell'attuale disastro.

    E' chiaro che questa politica economica è stata tutta una truffa secondo il solito schema: si crea il problema e poi si propone la soluzione, ovviamente nell'ottica di chi deve speculare e quindi non certo dei cittadini.

    Non credo ormai che ci siano alternative a questo consociativismo che sostiene Monti, De Benedetti ha già messo gli occhi e le mani sulla Rai e Berlusconi è pronto a tutto pur di non perdere le aziende, i partiti e il Vaticano hanno le loro banche da difendere... L'unica è sperare nel crollo totale del sistema e nella sua successiva ricostruzione, sempre che riesca a prevalere l'interesse comune.

    RispondiElimina
  4. Durante l'intervista al presidente del consiglio Monti a Bologna, Ezio Mauro, direttore di Repubblica, domanda al suddetto di esporre con maggior chiarezza le linee guida in ambito economico a cui la Merkel e il "popolo" tedesco si ispira.

    Monti risponde affermando che la dottrina economica tedesca (nella stragrande maggioranza) risente di una profonda influenza esercitata dalla filosofia morale.

    In sintesi, per chi ha studiato Kant: il rigore coincide con l'imperativo categorico! Ripeto, chi ha studiato Kant può ben immaginare a che abberrazioni posso portare una tale concezione

    RispondiElimina
  5. http://www.ilmoralista.it/2012/06/17/elezioni-in-grecia-vince-la-paura-autolesionista/

    Mi viene da piangere pensando a quei poveri bambini greci denutriti e ignari della cialtronaggine dei loro stessi genitori,non ho parole...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. vuoi vedere che i migliori siamo proprio noi Italiani?
      (Grillo...)

      Elimina
  6. speriamo che l'italia faccia bene stasera.....

    RispondiElimina
  7. Il cratere si allarga, il cratere ci insegue....siamo sempre sull'orlo....avranno detto qualcosa di simile anche ai greci e agli irlandesi che con referendum hanno approvato il fiscal compact.

    RispondiElimina
  8. E secondo i professori dei semplici strumenti finanziari( per quanto nuovi) sono quello che ci vuole per lo sviluppo????così lo saprei fare anche io il premier e/o il inostro dell'economia e/o il ministro delle infrastrutture e trasporti, specie se prima mi fanno lavorare da top manager in banca....

    RispondiElimina