domenica 26 agosto 2012

Eroi del nostro tempo, dimenticati da tutti, abbandonati a se stessi. Portiamoli in Parlamento.



di Sergio Di Cori Modigliani


Oggi è domenica.
Chi lavora, si riposa. Chi è un cristiano credente, dedica la giornata al Signore. Chi è appassionato di calcio si appresta a seguire l’inizio del campionato. Chi segue l’emergenza nazionale ed è preso dalla passione civile, e vorrebbe dare un proprio contributo, cerca di seguire la strada “letteralmente” opposta a quella indicata dal ministro  Corrado Passera (tragica frase passata alla Storia “se qualcuno pretende da noi un’ideona, si sbaglia di grosso, non è così che si affronta il problema”) cercando di farsi venire in mente, invece, qualche ideona, o una semplice idea, o va bene anche un’ideuzza, un’ideina, qualcosa che possa avere un Senso attivo pregno anche di Significati.
.Avendo un governo reo confesso, che dichiara di non puntare alle idee, bisogna accettare il principio della nostra “orfanità civile” . Non abbiamo genitori che ci indichino la via, quindi ce la dobbiamo cavare da soli.
Abbiamo un grande insospettabile tesoro, però. E’ vero che siamo orfani, ma in compenso abbiamo tante sorelle e fratelli. E’ vero che siamo dei poveri disgraziati abbandonati nell’orfanotrofio nazionale della cittadinanza, sotto la rigida e ferrea tutela dei precettori aguzzini dell’austerità, ma è pur vero che possiamo condividere il nostro stato con i fratelli di percorso per trovare la chiave di una adeguata sistemazione nell’esistenza.
Il post di oggi è relativo a una idea (ideona o ideuzza che sia) venuta fuori da colloqui notturni (e clandestini) tra orfani, che si sussurrano parole a voce molto bassa, al buio perché la luce è vietata, illuminati da una torcia a batteria presa di straforo dalla compiacente e benèvola suorina che gestisce la cantina degli approvvigionamenti (il web).
L’idea è pratica, altrimenti non sarebbe un’idea, ed è nata come risposta a una considerazione collettiva –piuttosto banale nella sua ovvietà- che risponde non a una domanda, bensì a un’affermazione di principio, che è la seguente:
Abbiamo bisogno di fare in modo di inviare in parlamento della gente per bene”.
Penso che quest’affermazione, piuttosto  rozza nella sua sintesi, possa essere presa per buona dall’intera collettività nazionale, nessuno escluso. La vera discriminante, oggi, non è più tra fascisti e comunisti, settentrionali e meridionali, maschi e femmine, aristocratici e proletari, credenti e laici, ecc, bensì tra “marpioni al silicio ed eroi allo sbaraglio”.
Dando per scontato che un “cittadino italiano per bene” suo malgrado (ma NON a sua insaputa) comportandosi in maniera normale finisce inevitabilmente per essere marchiato dell’aggettivo “eroico” (modo subdolamente perverso per isolarlo socialmente) bisogna andare a caccia di eroi. Esistono. Abbiamo bisogno di loro.
E’ il Paradosso della Surrealtà che domina la nostra nazione nel momento attuale.
Poiché il parlamento pullula di mascalzoni, criminali, ladri e marpioni al silicio, per contrastarli ci vogliono eroi volontari.
Ritengo che sedersi a una riunione della commissione bilancio della camera, avendo come colleghi Fabrizio Cicchitto, Enrico Letta e Rocco Buttiglione, presupponga l’esercizio di un atto eroico, di una scelta esistenziale estrema. Vuol dire, non soltanto avere pelo sullo stomaco, ma essere –per l’appunto- talmente fuori, ma talmente fuori, da essere capace e in grado di opporre una resistenza (“eroica”) in modo elementare, facile facile, talmente semplice nella sua naturale esplicazione da finire per sfibrare i marpioni al silicio, i quali, costernati, potranno soltanto uccidere l’eroe, farlo rinchiudere in manicomio, oppure arrendersi di fronte al fatto che la Normalità si sta impossessando della Realtà Sociale. Il rischio, quindi (altrimenti non sarebbero “eroi”) è quello di essere uccisi o rinchiusi in manicomio. Durante gli anni della guerra fredda, in Usa li uccidevano a fucilate, in Urss li rinchiudevano in manicomio. Seguitano a fare la stessa cosa. In Italia, paese che ha inventato il buonismo, hanno anche inventato la Terza Via, ben spiegata, a suo tempo, nella sua applicazione, dal giudice Paolo Borsellino: calunnia, diffamazione, e infine isolamento sociale. Si risparmiano i guai derivanti dall’omicidio, le spese di mantenimento in manicomio. Così facendo, il cretino (per i marpioni al silicio, il nostro “eroe” è sempre un “cretino”) finisce a parlar da solo, senza accesso al mercato e quindi non ci sarà mai il rischio che arrivi in parlamento o in tivvù intervistato o con un libro in libreria. Una volta che il “cretino” (il nostro “eroe”) però, magari per sbaglio, finisce in parlamento, per i marpioni al silicio è troppo tardi. A meno che, non sia una perla rara all’interno di un partito di marpioni (esistono attualmente diversi esempi) e quindi facile da controllare: non lo fanno lavorare, come ci hanno spiegato, illuminandoci, l’onorevole Furio Colombo (PD) e il senatore Ignazio Marino (PD) “stare in parlamento è diventato purtroppo inutile; non ti fanno lavorare, non ti fanno avere accesso alle commissioni che legiferano: in pochissimi  decidono e deliberano. Molto spesso, per non dire quasi sempre, neppure ci viene detto, a noi deputati, che cosa è accaduto” (Colombo); ma se la Camera funziona così, non è che al Senato vada meglio “Ho impiegato nove mesi per essere ricevuto dalla vice-presidente del senato, peraltro presidente del mio stesso partito, per una importante questione che a mio avviso doveva essere portata in commissione sanità; quando mi ha dato udienza, ormai la commissione aveva già chiuso i lavori” (Marino).  I cittadini votanti italiani non lo sanno, questo, perché in Italia non esiste nessuna relazione tra i votanti e il votato, non è come in Gran Bretagna, Usa, Francia o Germania, dove i collegi che hanno dato un seggio a Mister, Monsieur o Herr, pretendono (e ottengono) delle settimanali verifiche, spiegazioni, risposte, su ciò che stanno facendo in parlamento, come lo stanno facendo, quando lo stanno facendo. Essendo la situazione in Italia ciò che essa è nella realtà divenuta Surrealtà, qualunque sia la legge elettorale non cambierà nulla per noi. E’ necessario trovare, quindi, altre strade.
Le persone per bene vantano la stessa identica caratteristica dei mascalzoni: sono invisibili e trasversali. Così come chiunque può essere un criminale, chiunque può essere per bene: l’apparenza (in entrambi i casi) può ingannare. La Vita Politica Parlamentare non è un “concorso di bellezza” in cui l’apparenza diventa, è ovvio, sostanza, è (dovrebbe essere) un “Concorso di Passione Ideale”. Corrado Passera, questo, non lo sa. Si vede che non è stato eletto: o meglio, lui se ne frega, tanto è uguale. Questo è il Senso della sua celebre frase.
Come si fa a selezionare le persone per bene? In teoria dovrebbe essere facile, in pratica, essendo questo un paese dove la corruttela, l’ipocrisia e l’egoismo mercantile sono diventate Norma, non è così facile in pratica. Ricordo una trasmissione televisiva, circa sei mesi fa, (adesso non saprei dire quale) nel corso della quale avevano chiesto al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, come non avesse capito che razza di tipo da spiaggia fosse Domenico Scilipoti. Di Pietro fornì una argomentazione diciamo così di tragico buon senso; disse: “All’inizio lui non era affatto così; gli esseri umani sono strani. Non è facile, anzi è davvero impossibile sapere con esattezza che cosa si cela e si annida dentro la mente delle persone”. Non sono d’accordo, ecco il punto, da cui l’idea pratica.
Bisogna prima puntualizzare un aspetto teorico sul quale trovarsi d’accordo: la definizione di onestà.
Per molti, credo per la maggioranza delle persone, “l’onestà” è una virtù. Per me non è così. L’onestà è una “condizione dell’essere”, non è affatto una virtù, il che è diverso. Tutti possono essere onesti, tutti possono essere disonesti. Soprattutto (ed è l’aspetto più importante) a loro insaputa: non è facile sapere di se stessi se si è onesti o se si è disonesti. Sono le circostanze, i fatti, il comportamento, la biografia esistenziale documentata non da carte, bolli o quant’altro, bensì da voluminose testimonianze dirette in carne e ossa, che mostrano e dimostrano l’onestà di una persona. La cosa è nota da tempi remoti. C’è una antica barzelletta ebraica che Isaac Singer ha fatto sua trasformandola in un bellissimo, davvero delizioso, racconto. Può essere utile per comprendere, eccola:
si svolge alla fine dell’800, nella cittadina polacca di L’vov, al confine con l’Ucraina, dove c’era una vasta comunità ebraica. Il rabbino, capo della comunità, deve andare in pensione per anzianità e deve affidare il mandato a un giovane rabbino. Inizia la selezione, e tutti sgomitano per avere quel posto che farà avere loro onori, rispetto sociale, devozione da parte dei componenti la comunità. Alla fine rimangono soltanto in tre. Entra il primo, per il colloquio con il vecchio rabbino saggio, il quale chiede: “Ascolta figliolo, immagina questa scena: tu stai camminando per strada, non c’è nessuno, il luogo è solitario, senza quindi testimoni, a un certo punto vedi per terra un portafoglio. Lo raccogli, lo apri e vedi che ci sono dentro 50 zloty (circa 5.000 euro di oggi) che cosa fai?”. Il giovane ci pensa e poi risponde: “Ma è chiaro. Controllo con attenzione che non ci sia dentro un bigliettino con l’indirizzo, che non ci sia nessuna indicazione che possa portare al proprietario, poi, accortomi che non c’è nulla, mi prendo i soldi e poi li dividerò con il resto della comunità”. Il rabbino lo boccia. Gli dice “Sei una persona corrotta, sei un ladro. Sei una persona disonesta. Fino a oggi non lo sapevi, adesso sai chi sei”. Entra il secondo che aveva voluto ascoltare la risposta del primo. Lui risponde, invece, così: “Non ho alcun dubbio. Controllerei che non ci siano documenti, bigliettini, nessun modo di identificare il proprietario; comincerei a urlare “c’è qualcuno che ha perso dei soldi?” e poi, visto che nessuno risponde, prenderei il portafoglio e andrei dalla polizia a consegnarlo”. Bocciato. Il vecchio gli dice: “Sei uno stupido. Sei un narcisista che commette un grave errore per eccesso di zelo, non puoi essere in grado di guidare una comunità”. Entra il terzo, e risponde. “OH beh, non lo so proprio. Diciamo che non è possibile saperlo. Io non so come starò e chi sarò il girono in cui troverò quel portafoglio. Se quel giorno sarò molto forte spiritualmente e non avrò nessun debito, allora li consegno alla polizia; ma se, per caso, quel giorno io fossi fragile, preoccupato, magari oberato dai debiti, allora è anche possibile che me li terrei per me, approfittando dell’occasione anche se non sono miei. Capirei, così, che sono soltanto un furbo disonesto che ha perso la Via. Ma io, oggi, non so chi sono e come mi comporterei. Posso saperlo soltanto quando mi ci troverò e l’Onnipotente mi metterà davanti a questo frangente”. E il rabbino gli affida la guida della comunità.
Nessuna persona al mondo ha il diritto di poter dire di se stesso di essere onesto fintantoché il caso, il destino, le circostanze, non l’avranno messo nelle condizioni di poterlo provare a se stessi. Un funzionario dello stato, in Italia, ha ogni giorno la possibilità di sapere sempre se è onesto oppure no. Se alla telefonata del segretario del suo partito che gli comunica l’elenco di quelli che devono essere assunti il mattino dopo lui/lei risponde “va bene provvederò” è una persona disonesta e nel rapporto con la propria coscienza non ha né scusanti né scampo. Se dice, invece “ma io queste cose non le faccio ci sono 500 persone del mio comune che hanno fatto domanda” allora ha la prova di essere una persona onesta. E così via dicendo.
Le auto blu costano ai cittadini votanti italiani, complessivamente 50 euro a testa. Chi le usa sta rubando cinquanta euro a ciascuno di noi. Lo fa sapendolo. E’ disonesto sapendo di esserlo, perché la circostanza sta fornendo a lei/lui una prova. L’on. Colombo gira a piedi, prende l’autobus e il taxi. L’ho incontrato di recente, a Roma, a corso Vittorio alla fermata del 46. Anche Antonio Di Pietro gira con il taxi. Conosco un modesto assessore di una provincia (di Sel) che manda la figlia di 4 anni all’asilo usando l’auto blu e la scorta; è considerato un campione dell’alternativa di sinistra. Che cosa me ne importa che lui finisca in parlamento al posto di un leghista, di un fascista, di un pidiellino? Conosco un importante senatore del PD che ha una sola segretaria, da 25 anni sua assistente. Conosco un oscuro senatore del PD che ha una segreteria composta da 16 persone, sono amanti e amici personali.
Quindi, è necessario sapere con estrema accuratezza ed esattezza come vive, che cosa fa, che cosa ha fatto e come ha vissuto finora chiunque sia stato messo dall’Onnipotente (come suggerisce Isaac Singer) nella condizione di trovare il portafoglio per strada.
Da cui l’idea.
L’Italia è piena di gente per bene (con un curriculum forte di provata onestà) che vive rintanata, isolata, dimenticata.
Loro sono i nostri eroi nazionali.
Sono gli anonimi nessuno che compongono il popolo dell’abisso. Pericolosi per il sistema. Pericolosissimi per i partiti. Perché di loro si sa che hanno passato il test, eccome.
Sono pericolosi perché possono far scattare un meccanismo di emulazione che finirebbe per stravolgere chi vive di malaffare e di complotti consociativi e correi.
Ebbene, noi che contiamo nulla, possiamo, in ogni regione, in ogni singola città e comune, andare a selezionare i reietti esclusi, rendere visibile la loro storia e spingere affinchè vengano messi in lista. Che finiscano a destra o a sinistra o al centro, è irrilevante. Qualunque sia la lista di appartenenza è irrilevante. E’ una battaglia trasversale che può dare soddisfazione, può lanciare il principio per cui è il popolo sovrano che impone i candidati basandosi sull’applicazione “del diritto della cittadinanza a scegliersi i propri delegati” e cominciare a spuntare le armi alle segreterie dei partiti che in questi giorni stanno cominciando a formare le liste dei candidati per le elezioni del prossimo novembre. Se i candidati proposti dal basso non trovano asilo, lo specifico partito che avrà dichiarato di non volerli, si assume la responsabilità politica della sua scelta. In tal modo si combatte anche l’osceno concetto della “visibilità” e della spettacolarizzazione della politica basata su un principio di narcisismo. La cosiddetta “visibilità” è quando la Politica diventa Pornografia Civica: non vince il più onesto o il più meritevole, bensì quello o quella che ottiene un numero maggiore di contatti e articoli e filmati, che sia perché fa vedere il culo, le cosce, i muscoli, si inventa una storiaccia qualunque, è indifferente e irrilevante perché si fa passare il principio pubblicitario che “ciò che conta è che se ne parli”. Questo è FALSO e va denunciato. Non è importante “purchè se ne parli” (questa è la Surrealtà). E’importante di “chi si parla e per quale motivo”: questo è il Senso.
Questo è l’inizio di una rivoluzione comportamentale della Politica in Italia.
Chi se ne frega delle informazioni, delle notizie di chi conta. Ciò che deve contare per davvero, per tutti noi, è la Narrativa Esistenziale di quelli che non contano affatto..
Soprattutto quella dei cittadini del popolo degli abissi che tengono nascosti, celati, deportati nell’immondo lager dell’isolamento sociale e dell’indifferenza del resto della collettività.
Io non voglio sapere nulla, ma proprio nulla, di ciò che hanno da dire né la Santanchè né la Serracchiani, due robot di diversa fattura ma di identica sostanza.
Io voglio che si sappiano i dettagli sulla vita di Monica nella circoscrizione di Bergamo Alta, 38 anni di età, biologa molecolare, che si è rifiutata di accettare sontuosi inviti in posti di sogno in alberghi a cinque stelle, come delegata a convegni scientifici pagati da multinazionali della chimica. Ha semplicemente detto no, e quindi anche no a tutto il resto che stava dietro. Lì per lì l’hanno fatto passare, identificandola semplicemente come una matta, anzi una “cretina”. Poi, però, è diventata pericolosa, anzi, pericolosissima. Perché il suo esempio è diventato stimolo per altri suoi colleghi che volevano fare altrettanto e ha fatto scattare un fenomeno di emulazione: intollerabile. E’ finita fuori dal sistema, è diventata reietta (il suo posto era statale). Voglio che si sappia la sua storia personale.
Io non ho voglia di avere nessuna notizia e nessuna informazione su nessuna persona di cittadinanza italiana il cui nome, presenza, immagine, prestazione, faccia parte del circo gossip per finire poi candidata/o nel nome della “oscena visibilità”.
Io voglio la Narrativa Esistenziale delle persone vere (e l’Italia pullula di queste belle anime che il sistema definisce Anime Dannate) e fare in modo di farle piroettare dall’oscuro silenzio sociale al quale sono state relegate all’attenzione della cronaca quotidiana.
Aiutiamo a far uscire i nostri cittadini belli dalle loro tane isolate.
Non è come dice e sostiene Mario Monti che non c’è futuro nè che questa è una “generazione perduta”. Come si permette, lui, che indossa il suo capotto di pelle nera da ufficiale della gestapo esistenziale?
Non esiste nessuna “generazione perduta”, è un subdolo, perverso e diabolico FALSO.
C’è una intera generazione “sequestrata nel silenzio della loro solitudine socialmente imposta” E’ TUTTA UN’ALTRA STORIA.
Non date retta a questi trucchi pubblicitari da baraccone: non sprecate la vostra vita per rendere credibile la profezia di Mario Monti. Non è una profezia, è una normale minaccia di annichilimento.
Ed ecco, qui di seguito, la mia proposta del giorno: fateci ciò che volete e proponete voi le vostre. La mia, viene dalla Calabria.
A che cosa ci serve insultare Cicchitto o spiegare perché Berlusconi è così o Bersani è cosà? Ciò che veramente serve alla nazione, a tutti noi, è venire a sapere le storie vere di cui non ci hanno mai parlato, il mondo occulto e clandestino dell’esistenza.
A me, del mondo “occulto e clandestino” del vaticano, del PD, della massoneria, di Goldman Sachs, di quelli che contano per davvero, ecc, non me ne importa nulla. Non voglio sapere nulla di loro, non mi interessa.
Io voglio venire a conoscere le Vite Vere della gente vera e poter sperare che la gente vera finisca in parlamento dove ci saranno biologi seri, medici onesti e dirigenti sanitari impeccabili, che provvederanno a fare in modo di impedire che la Sanità ingoi miliardi di euro all’anno che poi noi dobbiamo ripagare. Questo mi interessa.
Ed è soltanto la Gente Vera che può far luce sulla Verità del bilancio dell’Azienda Italia.

Ecco la storia di oggi, domenica 26 agosto 2012, pubblicata dall’Ansa in una nota di 4 righe di lunghezza, da nessuno ripresa se non qualche vago sito con articoli lunghi al massimo sei righe.
Parla della storia di un cittadino calabrese, Domenico Luppino, ex sindaco della città di Sinopoli, sulla Sila, il primo comune calabrese dove la giunta comunale è stata sciolta dalla ‘ndrangheta direttamente, perché hanno visto che con lui non ce la facevano. Una volta isolato, dopo essere stato calunniato e diffamato, e quindi cancellato dalla vita politica attiva, lui ha messo su una cooperativa agricola di persone per bene, occupandosi di uliveti. La particolarità consiste che gli uliveti sono stati tirati su in un terreno confiscato a mafiosi dopo regolare processo penale. Sono trascorsi dieci anni e la ‘ndrangheta seguita regolarmente a fare attentati a lui e alla giovane cooperativa. Tutte le forze politiche della sinistra presenti nel meridione (PD, Sel comprese) si sono rifiutate di occuparsi della questione. Certamente non sarà mai candidato in parlamento se non viene diffusa la sua storia esemplare. Lui ha detto no alla ‘ndrangheta e ha costruito un’alternativa. Intervistato per due minuti a rainews24 in data 23 agosto (in seguito all’ennesimo attentato) ha detto “Non mi tirerò mai indietro. Non smetterò mai di combattere per la libertà del mio paese, della mia regione e dell’Italia. Sono pronto a qualunque cosa pur di resistere anche a far fronte alle più estreme e tragiche conseguenze. E’ una scelta di vita”.
Io non ho voglia di sapere nulla di Sabrina Began. Non voglio vedere nessuna immagine né di lei né di nessuno dei suoi amici  e non voglio avere nessuna informazione al riguardo di vicende come quella. Io voglio venire a sapere le vite di persone come Domenico Luppino, di cui nessuno parla. Neppure in rete.
Voglio lui come candidato al parlamento. In qualunque partito finisca, è per me una garanzia che starà contro le mafie criminali. Me lo dice e me lo spiega la sua vita.
Una giornalista di Milano, Michela Gelati, su un sito on-line che si chiama Magzine.it ha scritto un articolo il16 agosto raccontando la storia del nostro eroe calabrese, al quale va tutto il rispetto mio personale e mi auguro dell’intera collettività dei cittadini. Qui di seguito trovate l’articolo dell’Ansa, l’articolo che si trova in rete e quello della Gelati.
Un uliveto dell'ex sindaco di Sinopoli, Domenico Luppino, e' stato incendiato. Il fatto è avvenuto nella tarda serata di ieri. Lo ha reso noto lo stesso Luppino, imprenditore gestore, con una coop di giovani, di alcuni terreni confiscati, durante un dibattito a Condofuri Marina cui partecipa il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. ''La notizia mi e' stata comunicata mentre stavo arrivando'' ha detto Luppino che ha ricordato un precedente incendio di 450 ulivi e altre intimidazioni.(ANSA). (16 agosto 2012)


Vorrei avere la forza di un ulivo
che sa affrontare gli inverni più freddi
che sopravvive ai più crudeli incendi
che non si piega alla furia delle tempeste..
ma sono solo un uomo..e comunque non indietreggio
Così sulla sua pagina fb l’ex sindaco di Sinopoli, Domenico Luppino, che ha subito un ennesimo incendio del suo uliveto (Agn kronos)

A Sinopoli, un uliveto dell'ex sindaco Domenico Luppino è stato dato alle fiamme. A darne la notizia, durante una conferenza tenutasi a Condofuri, lo stesso Luppino. Bisogna ricordare che quelli incendiati erano terreni confiscati, e che Luppino era già stato vittima di altre intimidazioni, tra le quali l'incendio di 450 ulivi. (Web oggi)



Articolo di Michela Gelati

"Papà, perché a scuola dicono che sei un infame?". Domenico Luppino, sindaco di Sinopoli, in un pomeriggio del 2005 ha scoperto di non saper rispondere alla domanda di sua figlia, sette anni. Qualche giorno dopo, i due figli e la moglie si sono trasferiti a Reggio Calabria, per mettersi al sicuro dalla ‘ndrangheta. Il 21 novembre, a due settimane dall’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale Francesco Fortugno, a Sinopoli i consiglieri di Luppino si dimettevano in blocco.
In mezzo, tra la vittoria elettorale nel 2002 e le dimissioni, tre anni e sei attentati. Senza contare le lettere di minaccia ricevute prima delle elezioni. E dopo la vittoria le cose sono ulteriormente peggiorate. "Gli attentati sono iniziati quando mi sono rivolto a magistratura e forze dell’ordine per denunciare le irregolarità negli appalti dei lavori pubblici".
A qualche mese dall’elezione, i clan hanno sparato a un dipendente comunale. Poi tre pallottole hanno sfiorato un ingegnere del comune che lavorava con Luppino per impedire l’infiltrazione delle cosche negli appalti. Da allora, l’ingegnere non si è più presentato al lavoro. In seguito è esploso un ordigno nei campi di proprietà del sindaco, e a febbraio 2003, mentre era a Roma, ha ricevuto una telefonata. "Avevano fatto esplodere la tomba di mio padre, a Sinopoli. E’ stata una barbarie. Lì ho pensato di dimettermi. La rabbia non mi faceva stare meglio, ma mi dava forza". Le intimidazioni però non sono finite.
Sono stati bruciati 600 ulivi della sua azienda agricola. Luppino ha continuato a lavorare, ha puntato i riflettori sulle zone d’ombra dell’edilizia, ha ordinato sequestri di immobili delle ‘ndrine. Girava sempre con la scorta, che gli era stata assegnata dopo l’attentato alla tomba del padre. E con la scorta stava controllando i lavori nella sua proprietà agricola, in una mattina d’autunno, quando ha trovato il suo pastore tedesco accucciato tra gli ulivi: morto avvelenato. Un mese dopo è stato ucciso Francesco Fortugno, a Locri. I consiglieri di Luppino hanno dato le dimissioni, motivandole con problemi famigliari e di salute. Anche Luppino si è dimesso, ma è rimasto a Sinopoli a gestire la sua azienda agricola, mentre la moglie e i figli si erano già trasferiti a Reggio Calabria.
L’ex sindaco non porta rancore per i suoi consiglieri. "Quando parlavo nessuno mi dava torto. Però c’era il problema della gente, quelli che in campagna elettorale mi davano pacche sulle spalle. Le persone approvano la lotta alla criminalità. - spiega l’ex sindaco- Ma non possono appoggiare chi si schiera contro i clan. Perché qui ogni mattina ci si mette una maschera. La mafia si combatte di nascosto".
Domenico Luppino vive ancora a Sinopoli, nei fine settimana va a trovare la famiglia a Reggio. La paura di morire è un pensiero fisso. "Qui bastano 500 euro per assoldare un killer, ma se qualcosa deve succedere, succederà. Non mi sento sconfitto dalla mafia: la mafia ha già vinto, almeno fino a quando non ci sarà la volontà di sconfiggerla. E non basta sostenere i ragazzi di Locri, la lotta devono farla gli adulti. Io, da sindaco, volevo semplicemente rendermi utile".
"In Calabria la disoccupazione è al 35%. Nel porto di Gioia Tauro ci sono interi capannoni vuoti, che non ospitano nessuna attività produttiva. In tutta la regione ci sono ettari di campi incolti. Ma passeggiando per i paesi ci si accorge che il tenore di vita è molto elevato. Basta questo per capire la ‘ndrangheta. Lo Stato si mette la coscienza a posto organizzando convegni e misure d’urgenza, ma finite le passerelle il problema rimane e si resta soli - conclude Luppino -. I politici? Sono presenti alle manifestazioni e assenti in tutto il resto. Non li vorrei mai al mio funerale" 
di Michela Gelati 

12 commenti:

  1. Sognare un mondo diverso è molto bello e poetico, ma poi dobbiamo fare i conti con questa realtà. Certo, poter eleggere gente normale, onesta, sarebbe la soluzione perfetta se... vivessimo in un mondo ideale. Ed invece dobbiamo fare i conti con i Cicchitto e i Letta che nella prossima legge elettorale prevedono di riservare il 30 per cento delle candidature alle segreterie non per eleggere... gente comune onesta, no, ma per garantire ai big di rimanere in Patlamento... a vita. Se questa è democrazia, tutti i nostri sforzi per ricambiare e rinnovare i parlamentari sbatteranno contro dei muri di gomma. Senza contare dello sbarramento all'8 per cento che taglierebbe fuori i movimenti spontanei e partiti sgraditi come idv , sel, radicali,cinque stelle, ecc. a meno che non chiedano ospitalità ai più grandi, con tutte le conseguenze immorali del caso.

    La gente normale, gli eroi alla Borsellino, Fava, Alfano, Dalla Chiesa, Calabrese, difficilmente trovano spazio nei media. Sono santini per le commemorazioni rituali da riporre dopo l'uso strumentale.

    E' già successo nelle elezioni regionali della Sicilia che il Pd abbia preferito la Finocchiaro alla signora Borsellino, onesta sconosciuta e sorella del giudice assassinato a causa della trattativa Stato-Mafia. Allora prevalse Raffaele Lombardo portando l'isola al dissesto. Per ottobre, volendo vincere (governare è ben altro) gli amici di Lombardo, di Miccichè, di Alfano, Schifani, Dell'Utri stanno giocando la carta di Nello Musumeci, già federale dell'ex MSI a 32 anni. Per molti sarebbe un onesto cittadino, per molti sarebbe l'utile idiota utilizzato dai burattinai di sempre per continuare i loro traffici sulla pelle dei cittadini. Ovviamente anche in questo caso l'informazione è pilotata e gli elettori conoscono dei candidati ciò che gli si vuol far conoscere. Altro che alternativa.

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    1. La rete e i blog come quelli di Sergio Di Cori sono l'esempio di come, granello dopo granello, si potrà inceppare il meccanismo dell'informazione pilotata.

      Intanto già io e te siamo riusciti a leggere la proposta di Sergio e a condividerne il midollo centrale. Perchè da noi due non si potrà arrivare a duemila o a ventimila? Certo che si potrà arrivare a questo e anche altri traguardi. Vuoi porti dei limiti?

      Ed allora un poco di ottimismo, anche se si cammina sull'orlo del precipizio.

      La inazione o l'omissione è tutto ciò che il sistema marcio vorrebbe ricavare dai cittadini onesti. Non lo credi anche tu?

      Auguri a tutti noi.

      Marco

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    2. Anch'io sono ottimista e per questo metto il mio granello per la costruzione di un'alternativa, ma questo non mi impedisce di vedere le cose come stanno. Il Fatto ha raccolto oltre 135.000 firme contro il conflitto di attribuzione del Quirinale; sono tutti elettori, potenzialmente di sinistra. Eppure Bersani e Scalfari continuano a disinformare ed accusare di "fascismo" come niente fosse. Anzi la maggior parte dei cittadini è ancora convinta che Monti sia una brava persona e che Napolitano il buon padre della patria.Pensi davvero che basteranno 20.000 o 200.000 persone come noi a cambiare le cose? Forse due milioni sarebbero già un segnale elettoralmente interessante, ma una volta i sindacati ed il pci ne portavano anche di più in piazza quando serviva alle loro strategie! E con quali risultati concreti per tutti noi, a tanti anni di distanza?

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    3. Diceva grandi cose Gandhi, una delle cose che affermava era al seguente: "siate voi il cambiamento che vorreste vedere nel mondo".

      Mi chiedi se basteranno 20.000 o 200.000 persone per cambiare le cose. Ed io ti chiedo di rimando: perchè ti fermi soltanto a 200.000? Quale tuo ragionamento ti impone di fermarti a quella cifra?

      Se io e poi tu e poi Sergio e poi altri ed altri cominciassimo a metterci l'impegno di un Gandhi ad essere il cambiamento che vorremmo vedere intorno a noi, non pensi che tutto ciò... potrebbe essere?

      Esiste sicuramente un punto (e non so quale sia il suo numero) oltre il quale il cambiamento avviene, malgrado le naturali resistenze del vecchio e del privilegiato dal maldestro profitto individuale.

      Io e te e altri siamo singole unità in corsa nel raggiungimento di questo punto-limite. Almeno dovremmo esserlo. Altrimenti con quale spirito potremmo lamentarci poi ed invocare il cambiamento che non siamo capaci di essere in prima persona?

      Non guardiamo il dito che punta il numero, guardiamo la luna, direttamente. E la luna verrà giù sulla terra!


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  2. Anche io ho colto il servizio Tv sulla situazione di Domenico Luppino ed anche io darei il mio voto per portarlo in parlamento.

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  3. Lo ammiro. Chissà dove trova la forza, tutte le mattine alzarsi col dubbio di ricominciare tutto. Che tutto il lavoro fatto (soprattutto quello fisico)è scomparso. Accidenti, non è giusto! E quanta ingiustizia in giro. Purtroppo mi accorgo che siamo (quasi)tutti pronti a parlare di ingiustizie, ma quando si arriva alla propria situazione nessuno (pochi)sono disposti a cedere un minimo e condividerlo. Eppure basterebbe poco, sono sicuro che basterebbe condividere poco per vivere meglio. Almeno, penso.

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  4. Carissimo Sergio, ti pongo una domanda a cui, sono sicuro, nemmeno tu saprai dare una risposta: perché tu pensi e pubblichi cose sacrosante, giuste, inconfutabili che io (e non solo)condivido in pieno senza alcuna eccezione e nessuno ti ascolta? Tu ed io (con qualche altro) siamo degli emeriti cretini e crediamo appieno agli asini che volano, oppure siamo circondati da gente estremamente stupida? Io, dal profondo della mia ignoranza (non sono nemmeno riuscito a finire l'università) ti capisco e riconosco la giustezza dei tuoi pensieri e parole e le tante, molte, persone più acculturate di me non riescono a capirti e approvarti dandoti (immagino) del fanfarone che parla solo per fare quella che oggi molti si divertono a chiamare "antipolitica" (che orribile parola insignificante!). Tu ed io siamo ciechi? Non vediamo il bene (?) che il governo voluto dal massone Napolitano e accoliti e non dagli elettori, ci sta donando? Perché,perché, perché?...........

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    1. Gentile Luciano,

      perchè il male a questo mondo? Perchè le sofferenze, le malattie, i personaggi equivoci in uniforme e in clergy e le omissioni in tanti casi brutti?

      Perchè tanti dormiglioni in questa nostra nazione martoriata ed abusata in tanti modi?

      E se non fosse che senza un ostacolo non ci sarebbe bisogno di trovare il modo di superarlo? E se non fosse che senza salita non ci sarebbe gusto o volontà della salita e dell'impegno?

      Quale dignità umana nelle cose regalate o ottenute senza sforzo e determinazione individuale?

      Arriverà il giorno, penso io, che saremo arrivati tanto in basso che non permetteremo tutto quello che oggi è permesso. Cioè il sonno.

      Buon risveglio a noi.


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  5. Metà del percorso è fatto,il movimento 5 stelle è il mezzo.
    Ora concentriamoci sul fine, cerchiamo gli onesti.
    Buona caccia a tutti !

    P.S. Personalmente non credo di conoscerne nessuno,neanche tra i miei amici ma questo credo derivi dal fatto che non parliamo piu' tra cittadini.

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  6. Io in Calabria, non vivo piu' da 20 anni. Dopo aver rifiutato "raccomandazioni" per trovare un impiego (una, da un allora politico di spicco della regione, viscido como una serpe), mi ero trovata, da sola, un lavoretto in una comunita' per ex-tossicodipendenti. Malpagato, pero' mi faceva sentire utile.
    Un giorno chiamai i carabinieri perche' c'era un auto sospetta che girava intorno alla comunita'(un posto isolato), gli descrissi l'auto, mi dissero: li conosciamo. Qualche giorno dopo trovai la mia, di auto (la usavo per andare al lavoro)rivoltata, a testa in giu', i vetri rotti. Ero giovane, non mi appoggiava nessuno(i miei genitori erano entrambi morti), non ce l'ho fatta e sono andata via. Per un verso sono contenta, ho visto tanti posti, conosciuto tanta gente,imparato altre lingue...ed a convivere con la nostalgia. Pero'in fondo, mi sono sempre chiesta se ho fatto la cosa giusta.

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    1. Hai fatto bene ad andare via. Complimenti. Era la cosa giusta

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    2. Si, forse...Realmente, se fossi rimasta li', non credo che avrei imparato tutto cio' che invece ho imparato, e probabilmente oggi sarei depressa e grassa, e dimostrerei piu' anni di quelli che ho. So che e' triste quello che sto dicendo, e mi dispiace dirlo, ma questa e' l'impressiono che ho quando vado giu'(peraltro di rado), di gente rassegnata, che ha tirato la spugna...Pero' forse i tempi stanno finalmente cambiando. Comunque grazie. Anche per il magnifico lavoro che sta facendo.

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