venerdì 19 luglio 2013

Grazie Susanna, per la lezione che ci stai dando.

di Sergio Di Cori Modigliani

Ma guarda un po' che coincidenza!
E' l'unico argomento di cui non si parla in rete, nè sui social networks; quasi nessuna parola su facebook, pochi sparuti tweet. Eppure, avrebbe dovuto essere l'osso sul quale avventarsi tutti in massa individuando un'occasione d'oro per aprire una discussione, un dibattito, un confronto di opinioni sul tema che è davvero l'unico di cui dovremmo occuparci tutti in rete in Italia: come affrontare il tema dei Diritti Civili oggi in Europa -e soprattutto da noi- e affrontare l'attacco delle dinastie oligarchiche contro il web perchè alla vigilia dell'esplosione della crisi economica europea devono prima di ogni altra cosa mettere il bavaglio sui siti, sui blogger, su tutte le attività del web per impedirne la diffusione.
In Europa, da due giorni non si parla d'altro.
Da noi? Macchè. Tutti appresso a Fede e la Minetti e le loro intercettazioni e che cosa accade dentro al PD e come sta Renzi. E' come rivedere la puntata di un film horror, di cui c'erano rimaste tracce nella memoria alcune immagini, che a suo tempo ci avevano mandato a letto con l'ansia, il disgusto e tanta tanta tanta paura e malumore.
Procediamo con ordine.
Sulla prima pagina del mio quotidiano surreale si legge oggi, in chiara contro-tendenza.
Susanna Camusso, a Mosca, schiera la CGIL al fianco delle dinastie oligarchiche europee.
Senza sottotitolo, questa volta. 
Di che cosa stiamo parlando?
Del convegno internazionale delle centrali sindacali a Mosca, nel corso del quale, ci si attendevano delle precise e ineludibili dichiarazioni da parte della Camusso. Chi ancora crede che la CGIL faccia anche politica a disposizione dei lavoratori, sia schierata in prima fila nella lotta contro la povertà in Europa, e dia informazioni reali al paese reale sulla reale situazione economica, ebbene, si sbaglia di grosso.
Neppure una parola, da parte della Camusso, sui quattro eventi di cui avrebbe dovuto parlare, in quanto italiana:
A). La ferma protesta dei lavoratori italiani contro il dittatore kazaco e la richiesta (pubblica e formale) di immediate dimissioni di Angiolino Alfano ed Emma Bonino, denunciando il vergognoso sfruttamento -ai limiti della decenza umana- dei lavoratori kazaki, pagati (dato che vivono in un regime basato sul terrore e la sopraffazione) il 256% di meno delle tabelle sindacali da loro approvate dieci anni fa. Lo credo che il loro gas è più competitivo degli altri. Vengono pagati l'equivalente di ciò che in Italia sarebbe uno stipendio di 250 euro al mese.
B). La denuncia, davanti a una platea mondiale, della sentenza del Tribunale di Mosca, resa pubblica due ore prima che si aprisse il convegno, ai danni di Alexei Navalny, condannato a cinque anni di reclusione per appropriazione indebita, cancellazione dal suo albo professionale, e pena pecuniaria che non sarà mai in grado di pagare. Costui, è un avvocato, esperto giurista, leader dei diritti civili, titolare del più diffuso blog dissidente nel web russo, il quale da anni denuncia il dispotismo sfrenato di Putin e la presa del potere in tutte le repubbliche ex sovietiche da parte di agguerrite elite finanziarie sostenute dalla criminalità organizzata globale.
C). Riportare il contenuto della conversazione avuta -insieme a Bonanni e Angeletti- con il Ministro dell'Economia Saccomanni in data lunedì 15 luglio a Roma, a Via XX settembre, nel corso della quale l'onesto ministro (ha detto loro, infatti, la verità, una volta tanto una persona che parla chiaro) ha spiegato che a ottobre l'Iva aumenterà "automaticamente", che l'Imu verrà applicata e che entro il 15 ottobre l'Italia dovrà varare una manovra economica eccezionale di almeno 14 miliardi di euro perchè il paese è sull'orlo del default ma non lo dicono. Lui va in giro, invece, a dirlo.
D). Approfittare della palestra mediatica internazionale per annunciare il reale dissesto economico della nazione italiana chiedendo le dimissioni del governo subito, dato che non hanno alcuna intenzione di frenare il declino perchè  (accordo sancito a Londra ieri l'altro con i big della finanza -quelli really big non i nostri mitomani della borsa valori di Milano- ) devono svendere entro due mesi Finmeccanica, Eni, e tutto il sistema azionario della Stato nelle compartecipate che riguardano i settori dell'energia, dell'approvvigionamento, del gas, dell'acqua, dell'industria turistico-alberghiera, dato che l'Italia sta alla frutta. E non ci sarà il dessert.
Macchè.
Neppure una parola.
Certo, era ospite di Putin, l'imperatore di Mosca.
Appunto, per questo era necessario farlo. 
Questa è la differenza tra i leader e gli impiegati deferenti.
Da qui, abbiamo capito che la signora Susanna è in linea con la signora Emma. Il che ci tranquillizza soltanto nella sezione pari opportunità: finalmente, nella politica italiana, le donne sono alla pari dei maschi. Identica deferenza servile, identica resa della propria dignità, identico appiattimento retorico e demagogico agli interessi finanziari dei nemici della nazione. Il che mi sembra un buon argomento per spiegare come la differenza non sia tra maschi e femmine, bensì tra le persone (vedi la nostra coraggiosa Valentina Sanna, pura razza sarda). Se qualcuno mi dicesse (mi è capitato anche questo) che se scelgo Zagrebelsky invece della Merkel allora vuol dire che sono sessista, io me lo mangio vivo.
Nessuna televisione ha parlato ieri della condanna del blogger. Ma a Mosca migliaia e migliaia di persone hanno manifestato. Sul loro web e nei loro siti circa 20 milioni di russi hanno inondato di proteste, rabbia, livore, indignazione contro questa sentenza e migliaia di persone hanno manifestato in almeno 10 città russe. Alla fine, questa mattina, l'abile despota russo ha provveduto a far modificare l'arresto dalla carcerazione al vincolo domiciliare con il divieto di espatrio e sottrazione di passaporto. Oltre a -si intende- il sequestro ufficiale della sua indipendenza di blogger: potrà seguitare a scrivere, ma deve essere consapevole che tutto ciò che scrive passa sotto il controllo diretto del Ministero degli Interni russo che avrà il diritto di intervenire in qualunque momenti identifichi parole, frasi, idee, concetti, contrari agli interessi della nazione. In tal caso, verrà considerato recidivo e spedito in Siberia, immantinente.
Ecco come il quotidiano Il Giornale dava ieri pomeriggio, sulla sua edizione on-line, ciò che è accaduto.
L'articolo reca la firma di Orlando Sacchelli.

Russia: condannato Navalny, l'avvocato-blogger anti Putin

"Il noto avvocato-blogger russo Alexei Navalny è stato condannato a cinque di carcere per frode e appropriazione indebita. Considerato uno dei forti oppositori di Vladimir Putin, fu molto attivo durante le proteste di piazza a seguito delle elezioni legislative del dicembre 2012 (accusa di brogli). Il New York Times lo descrisse come "l’uomo maggiormente responsabile della straordinaria fiammata di attivismo antigovernativo". Tanto attivismo ovviamente non passò. Navalny finì in carcere. Una volta uscito dalla prigione il blogger ha continuato a battersi contro la corruzione e l'illegalità, con un metodo piuttosto originale: acquistando piccole quote di società controllate dallo Stato, da azionista sfruttava il diritto di fare domande sulla gestione delle stesse. E raccontava tutto sul suo seguitissimo blog.La pubblica accusa aveva chiesto sei anni. L'uomo è stato ammanettato e preso in custodia in aula dalla polizia, nel tribunale di Kirov, 900 km a nordest di Mosca. Ieri, a sorpresa, la commissione elettorale aveva ammesso la sua candidatura a sindaco della capitale russa proposta da un vasto fronte dell’opposizione. Dava fastidio Navalny, molto fastidio. E, guarda caso, è stato condannato a 5 anni. Ma per cosa? Secondo l’accusa avrebbe sfruttatto la sua posizione di consulente del governatore della regione russa di Kirov, Nikita Belykh, favorendo la vendita di legname di una ditta a una società gestita da un suo conoscente. Il prezzo, gonfiato, avrebbe fruttato a lui 16 milioni di rubli, circa 375mila euro. Il blogger si è difeso sostenendo che l’accusa era fabbricata a tavolino da Putin, per screditarlo e impedirgli di candidarsi in politica. "Vergogna! Fascisti! Liberatelo!". Una piccola folla di sostenitori di Navalny ha inscenato una protesta subito dopo la notizia della condanna. In aula i familiari del blogger sono scoppiati a piangere mentre l'uomo veniva portato via in manette. Sul suo account twitter, poco prima della condanna, Navalny aveva scritto: "Non annoiatevi senza di me, e soprattutto non state con le mani in mano: il rospo da solo non salta fuori dal tubo dell’oledotto, bisogna tirarlo fuori". L’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, Catherine Ashton, sottolinea che la condanna di Navalny solleva "seri dubbi sullo stato di diritto in Russia". Il capo della diplomazia europea si è detta "preoccupata dalla sentenza" e in una nota esprime la speranza che la condanna "sarà rivista in sede di appello".
Ho citato volutamente questa testata perchè il giornalista autore del pezzo ha dovuto faticare non poco, riuscendoci, per garantirsi il diritto al minimo di indipendenza necessaria e sufficiente per poter dire ancora qualcosa in Italia. Nonostante gli amici intimi del suo datore di lavoro. Bravo.
La nostra simpatica Susanna non ha spiegato che l'Italia "tecnicamente" è considerata già dal Fondo Monetario Internazionale, da Moody's, Standard & Poors's, Fitch e la cinese Dagong, già in default.
Lo ha spiegato a  Milano il 16 Luglio un importante imprenditore e operatore finanziario che gode di stima, credibilità e rispetto nella comunità internazionale. Si Chiama Massimo Siano. Ecco che cosa ha detto a una riunione (pubblica) diffusa in tutto l'occidente finanziario. Un articoletto striminzito era uscito, a dire il vero, su "IlSole24ore Radiocor" una piattaforma on-line, ma nessuno lo ha raccolto. Quindi è come se non fosse mai stato pubblicato. Eccolo:
ETF SECURITIES: SIANO, ITALIA GIA' IN DEFAULT PER DEBITI PA


Stretta correlazione tra rischio Btp e dinamica euro (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 lug - La dinamica dell'euro e' molto legata all'Italia e, alla luce dei sua crisi economica e dei suoi conti pubblici, questa non promette nulla di buono. Anzi, secondo Massimo Siano, responsabile vendite di Etf Securities, "per me l'Italia e' gia' in default perche' - spiega - tu puoi fare default ed essere visibile sui mercati se non rimborsi le obbligazioni e il nostro Paese, per ora, le paga". Ma i debiti, sottolinea ancora Siano, "non sono solo questi, non sono costituiti solo da Buoni del Tesoro, ma anche dagli enormi crediti che vantano le imprese italiane nei confronti dello Stato". E quindi, ha aggiunto, "se un credito non viene rimborsato (dalla Pa) da un anno e mezzo per me e' di fatto un default, se non addirittura di piu'". Questa situazione, ha concluso, "al momento non e' visibile, perche' non e' arrivata la Guardia di Finanza, ma stiamo ormai a livello dell'Argentina: ovvero qualcuno ha deciso di non rimborsare bond per 2-3 anni: sappiamo che non si tratta di bond, ma sono sicuramente debiti". Per quando riguarda l'influenza che ha la situazione dell'Italia sull'euro secondo Siano "dal grafico si nota bene come la performance dell'euro contro il dollaro dipenda strettamente dal rischio dei Buoni del Tesoro italiani: quanto piu' diminuisce il rischio. Su questi titoli tanto piu' l'euro si rivaluta sul biglietto Usa e viceversa".


Non ci stanno più dicendo le cose come stanno. Non ci danno più i dati veri. Non danno informazioni reali sul paese reale.

Le notizie (cifre alla mano) sono le seguenti:
Dal 2008 al 2013 la BCE ha elargito 724 miliardi di euro al sistema bancario, di cui 186 a quello italiano.
Nello stesso identico periodo ha messo a disposizione la cifra di 7 miliardi di euro per il rilancio dell'occupazione giovanile e degli investimenti nella zona euro.
Il debito pubblico, a 2.074 miliardi, nuovo massimo record storico, si avvia verso il 130% del pil. Il che vuol dire che alla fine di settembre ci spiegheranno che stiamo sull'orlo del baratro e noi saremo obbligati a ingozzarci qualunque decisione. In questo momento il rapporto deficit/pil è del 2,97%. Imu, Iva, Tares, Irpef e Cig lo porteranno il 15 settembre al 3,6%. Quindi, scatterà immediatamente in automatico la pressione della BCE e noi verremo subito denunciati e protestati per infrazione.
Negli ultimi due mesi i prestiti delle banche alle imprese sono diminuiti di un ulteriore 5%.
In conseguenza della mancanza di liquidità, le prime dieci banche italiane hanno registrato nel mese di maggio la cifra di 125 miliardi di euro di crediti inesigibili perchè le aziende sono fallite. Quindi arrivano altri prestiti (per loro).
Dal marzo 2008 al marzo 2013 è stato eroso il 12% del pil nazionale, circa 200 miliardi di euro in meno.
La disoccupazione ha sfondato quota 12% assestandosi nel maggio 2013 al 12,2%, subito dopo la Grecia.

Ieri il nostro Presidente, Giorgio Napolitano, è intervenuto sostenendo che questo governo va salvaguardato a ogni costo. Ha dichiarato che, altrimenti, ci saranno "danni irrecuperabili". E' vero. Solo che non ha spiegato quali saranno i soggetti che non recupereranno più. Ce lo ha spiegato, a modo suo, Gustavo Zagrebelsky, filosofo, giurista italiano, forse il più profondo e lucido esperto in materia di Diritti Civili, il quale così ha sintetizzato l'attuale situazione:

Dice Gustavo Zagrebelsky:

"Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga. Questa è stasi, situazione pericolosa. Se qualche episodio, anche grave o gravissimo, sfugge alla rete, l’imperativo è sopire, normalizzare. Ciò che accade sulla scena politica sembra una messinscena. Ci si agita per nulla concludere. Ma la democrazia, così, muore. Lo spettacolo cui assistiamo sembra un gioco delle parti, oltretutto di livello infimo. Il numero degli appassionati sta diminuendo velocemente. L’umore è sempre più cupo. Bastava guardare i volti e udire il tono di alcuni che hanno preso la parola nel dibattito sulla vicenda della “rendition” kazaka. Sembravano tanti “cavalieri dalla trista figura”. Non si respirava il “fresco profumo della libertà”, di cui ha scritto ieri Barbara Spinelli. Né v’era traccia di quella “felicità” che è l’humus della democrazia, di cui abbiamo ragionato Ezio Mauro e io, in contrasto con l’atmosfera stagnante dei regimi del sospetto, dell’intrigo, della libertà negata. Questa è una maggioranza contro natura; contraria alle promesse elettorali e quindi democraticamente illegittima, anche se legale; che pretende di fare cose per le quali non ha ricevuto alcun mandato. Ricorderete che è stata formata pensando a poche e chiare misure da prendere insieme: governo “di scopo” (come se possa esistere un governo senza scopi!), “di servizio” (come se ci possa essere un governo per i fatti suoi!) e, poi, “di necessità”. Ora, sembra un governo marmorizzato il cui scopo necessario sia durare, irretito in un gioco più grande di lui. La riforma elettorale, bando alle ciance, non si fa, perché in fondo, oltre che essere nell’interesse di molti, nel frattempo, con l’attuale, non si può tornare a votare. Perfino l’abnorme procedimento di revisione della Costituzione è stato pensato a questo scopo, come si ammette anche da diversi “saggi” che pur si sono lasciati coinvolgere. E, in attesa che la si cambi, la si viola. Il Parlamento è stato esautorato quando il Consiglio supremo di difesa ha scritto che i “provvedimenti tecnici e le decisioni operative, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”, sottintendendo: “responsabilità esclusive”. Chissà chi sono i consulenti giuridici che hanno avallato queste affermazioni, che svuotano i compiti del Parlamento in materia di sicurezza e politica estera? Un regresso di due secoli, a quando tali questioni erano prerogativa regia". 


Questa è l'opinione di un moderato democratico, di un accademico italiano che gode di prestigio internazionale (quello vero che conta nelle sedi giuste) di credibilità, di attendibilità.

Il vero tema è proprio questo: i Diritti Civili e l'indipendenza del parlamento.

Hanno delegittimato l'attività parlamentare.

Ci hanno portato via sotto al naso la democrazia parlamentare.
E lo hanno fatto nel nome del business.
Così hanno dato vita alla democratura italiana.
Ecco perchè sono fondamentali, in questi giorni, le battaglie per la salvaguardia dei Diritti Civili e dell'integrità parlamentare, da Alfano agli F35, da Calderoli al rifiuto di Letta di spiegare in aula a tutti i deputati e senatori che cosa sia andato a fare a Londra, a vedere chi, che cosa abbia ottenuto, che cosa abbia dato in cambio.

Soprattutto a nome di chi?

Nessuno glielo ha chiesto.

Nessuno glielo chiederà.

E' arrivato il momento di cominciare a cambiare il livello delle domande di tutti noi, sottraendosi alla fumosa cupola mediatica che ci impone di parlare di ciò che stabiliscono loro, quando lo vogliono loro, e come pare a loro.

Oggi in Kazakistan, domani in Italia.

3 commenti:

  1. Ineccepibile
    L'italia non è più una democrazia da anni, da decenni la nostra classe politica serve gli interessi delle classi dominanti europee e, nel giro di un pochi d'anni, lo stato italiano non avrà più nessun reale potere
    Da un certo punto di vista, l'Italia è un test, una piastra di Petri in cui si sono riprodotte le condizioni di un declino senza speranza. La deriva culturale e sociale, un'informazione da Truman Show e una popolazione vecchia e ignorante non offrono speranze sul futuro incombente.
    Le minoranze consapevoli non salveranno nessuno, questo non è un romanzo

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  2. Vergognosa Camusso, vergognosa cgil.Non vogliono il reddito minimo per mantenere clientele e potere.

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    1. ma se non tolgono il pareggio di bilancio come fanno a mettere il reddito minimo...e poi diciamola tutta: se si tratta di 1000 euro al mese come proposto da grillo, sinceramente preferisco che incentivino le assunzioni da parte delle imprese...diverso invece il discorso di una somma a carattere temporaneo ovvero in attesa di nuova collocazione...

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