sabato 26 ottobre 2013

150 anni fa nasceva il più grande e bello spettacolo al mondo. Londra lo celebra così...

di Sergio Di Cori Modigliani



150 anni fa nasceva ufficialmente, a Londra, il calcio moderno.
E' ancora oggi il più grande spettacolo di massa del pianeta, l'unico sport che si pratichi dovunque nel mondo, in grado di sollevare passioni, scatenare l'adrenalina, addirittura -in qualche caso- delle vere guerre, come nel caso di Costa-Rica che invase il Nicaragua con i carri armati, quaranta anni fa, in seguito a un rigore non concesso dall'arbitro.

L'antropologo e sociologo Desmond Morris, nel 1981, pubblicò un libro intitolato "La tribù del calcio" identificando in questo sport l'unico retaggio ancora vivo dell'epoca primitiva dei nostri antenati, decine di migliaia di anni fa, quando si viveva ancora nelle caverne. 
Secondo Morris  "gli individui umani, nel lungo cammino dell'evoluzione, si sono trasformati da "cacciatori" a "calciatori", passando attraverso attività sempre meno sanguinarie. Oggi i calciatori sono i nuovi gladiatori e, in quanto tali, in ogni caso, eccitano il livello emozionale primordiale e ancestrale della folla. Rimane il significato di caccia rituale, in cui l’arma è la palla e la preda è la porta. Il goal, ovvero l'uccisione della preda, consente di riallacciare bio-geneticamente la propria identità con memorie antichissime e primordiali dell'inconscio collettivo.....la folla della Curva non è un branco disorganizzato, ma un gruppo ben strutturato di carattere e forma tribale, i cui membri si riconoscono fra loro attraverso la comunicazione simbolica espressa dai loro abiti, dalle bandiere, dai cori, dalle liturgie, che, in una sorta di rito collettivo, sanciscono e rafforzano l'identità del branco dei tifosi". 


Venne ufficialmente fondato il 26 ottobre del 1863 da un gruppo di 8 massoni inglesi che appartenevano a una specifica loggia dedita alla pratica dello sport come momento formativo di una etica individuale e di spiritualità collettiva. Questi signori si riunirono nel quartiere di Holborn a Great Queen Street, nei locali della "Freemason's Tavern" ( di solito aperta soltanto agli aderenti) e ospitarono i rappresentanti delle 12 squadre che formarono la Football Association: 
Crystal Palace, No Names Club, Barnes Club, Percival House, Civil Service, Crusader, War Office Club, Forest of Leytonstone, Charterhouse school, Sorbiton, Blackheat Proprietary School. 
Tutti componenti di queste squadre, insieme, diedero vita all'associazione di calcio inglese che stabilì 9 regole base. 150 anni dopo sono ancora le stesse regole, alle quali ne sono state aggiunte altre 8 supplementari nell'arco dei decenni. 
Nei primissimi anni era uno sport da snob, elitario, ristretto ai massoni e agli aristocratici. Fu un sindacalista irlandese Patrick O'Malley che lo trasformò in uno sport di massa. Si giocava, infatti, come ancora avviene oggi, il sabato alle ore 15. Ma a quei tempi, a quell'ora, le fabbriche erano piene di operai e impiegati al lavoro. O'Malley cominciò ad arringare la folla pretendendo il diritto di tutti i lavoratori di poter avere accesso al calcio, sia come spettatori che come calciatori, e quindi abolire il sabato lavorativo promuovendo la settimana corta. I padroni delle fabbriche si opposero e tra il 1864 e il 1875 ci furono manifestazioni e scontri violenti con le forze dell'ordine. "il diritto al gioco del calcio" divenne la piattaforma di base dei socialisti inglesi. Il più celebre leader - tra gli intellettuali- abituato ad andare il sabato mattina, vestito con grande eleganza, davanti alle fabbriche, per sostenere la libertà di tutti nel gioco del calcio fu Oscar Wilde. 
E finalmente, alla fine degli anni'70 di quel secolo, il gioco diventa democratico e fonda un nuovo modello di socialità urbana. Nei primi piccolissimi stadi ci va tutta la famiglia, insieme ai vicini, e trascorrono allo stadio l'intero pomeriggio perchè le partite erano due: prima giocavano i pulcini (under 18) e dopo gli adulti, con lunghi intervalli durante i quali si ballava, si comiziava, si mangiava. Secondo lo psicologo Eric Berne fu proprio grazie al calcio che si diffuse la musica folk popolare anglo/irlandese. Prima di ogni partita, infatti, c'erano concerti ai quali partecipavano come spettatrici le donne e le ragazzine.
Secondo il sociologo Sennett (la più grande mente attualmente in esercizio nel campo dell'analisi della socialità di massa) la motivazione principale che giustifica il nuovo recente esplosivo trionfo del calcio in tutto il mondo, consiste nel suo ritorno alle origini tribali perchè il calcio è diventata l'unica occasione per un maschio che proviene da un ceto disagiato, e non gode di privilegi e appoggi politici, di poter aspirare a "diventare qualcuno". E' il luogo democratico per eccellenza, forse l'unica dimensione socio-lavorativa nella quale il merito e la competenza tecnica la fanno da padroni rispetto al censo. E' stato calcolato che ai prossimi campionati del mondo (Brasile luglio 2014) le partite verranno seguite da circa 5 miliardi di persone.
A Londra, il sindaco della città, per celebrare i 150 anni della fondazione della Football Association ha avuto una brillante splendida idea: ha dedicato tutte le stazioni della gigantesca e tentacolare metropolitana a un giocatore celebre, di ogni nazione. Dieci stazioni sono dedicate a giocatori italiani: Carlo Ancellotti, Fabio Capello, Roberto Mancini, Gianluca Vialli, Roberto Baggio, Paolo Maldini, Fabrizio Ravanelli, Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo, Attilio Lombardo. Si chiama "football tube map". Il segretario federale, Alex Horne ha dichiarato ieri aprendo al pubblico le nuove stazioni agghindate a festa: "Nel corso di questi 150 anni, milioni e milioni di tifosi hanno usato la metropolitana per seguire le partite andando allo stadio. Abbiamo voluto celebrare loro, la gente comune, la vera spina dorsale di questo sport. E' un omaggio anche nei loro confronti, perchè il calcio rimane oggi l'unico luogo in cui le barriere sociali, etniche, religiose, nazionali, vengono abbattute nel nome di un'idea collettiva".

L'associazione della stampa inglese ha raccolto l'invito per gettarsi a caccia dei discendenti in giro per il mondo di quelle otto persone che il 26 ottobre del 1863 hanno dato vita a questo meraviglioso sport.

Qui di seguito pubblico l'annuncio che hanno diffuso in tutto il mondo:

To find out more about the search for living descendants of the Founding Fathers, please visit www.TheFA.com/foundingfathers and if you have any information that can assist, please email foundingfathers@thefa.com.

The Founding Fathers of football are:
Ebenezer Cobb Morley (1831-1924)
Arthur Pember (1835-1886)
Charles William Alcock (1842-1907)
Francis Maule Campbell (1843-1920)
John Forster Alcock (1841-1910)
Herbert Thomas Steward (1839-1915)
George Twizell Wawn (1840-1914)
James Turner (dates unknown)


http://www.thefa.com/News/thefa/2013/oct/descendants-founding-fathers-wembley-plaque-pember-steward-clayton#jdlLwryR2Mov78JS.99


2 commenti:

  1. Sergio,sei magnificamente spiazzante.
    Un "calciatore"dalle giocate imprevedibili ,che "segnano" anche senza porta...

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  2. "Nei primissimi anni era uno sport da snob, elitario, ristretto ai massoni e agli aristocratici. Fu un sindacalista irlandese Patrick O'Malley che lo trasformò in uno sport di massa."

    Più che una parabola direi che è un clichè: i massoni che organizzano qualcosa a esclusivo beneficio delle elitès altoborghesi-aristocratiche; un cattolico figlio del popolo che insorge perchè sia tutto il popolo (del quale anche gli aristoborghesi squadracompassati a loro insaputa fanno parte) a goderne.

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